Per fermare il genocidio del popolo palestinese, l'occupazione di Gaza e la deportazione dei palestinesi
Il governo Meloni deve sospendere tutti i rapporti con Israele genocida
Che aspettano i partiti di opposizione parlamentare a mobilitare le piazze?

Il genocidio del popolo palestinese, che si sta consumando sotto gli occhi di tutto il mondo da parte dell'esercito assassino nazisionista di Israele, ha raggiunto un livello di orrore tale da svegliare le cancellerie occidentali: le stesse che per un anno e mezzo lo hanno ignorato e negato, ma adesso iniziano a preoccuparsi di poter essere chiamate un giorno a dover rispondere in giudizio della loro complicità e corresponsabilità con il boia criminale Netanyahu. Anche perché quest'ultimo e i suoi ministri fascisti messianici rivendicano ormai apertamente il loro disegno sanguinario di occupazione totale di Gaza con lo sterminio, affamamento ed deportazione della sua popolazione, per cui non è più possibile giustificare le mostruosità di Israele col suo “diritto all'autodifesa”.
Si spiegano così la presa di distanza dei leader di Francia, Regno Unito e Canada, con la minaccia di adottare sanzioni contro Israele e ventilando anche il riconoscimento dello Stato di Palestina; e il voto a maggioranza, in sede europea, di 17 paesi su 27 per la revisione dell'accordo di partenariato Ue-Israele in vigore dal 2000, e con esso l'affermazione della “necessità” di un cessate il fuoco e di fare entrare subito gli aiuti umanitari a Gaza.
Nelle stesse ore il parlamento spagnolo votava l'avvio dell'iter legislativo per imporre l'embargo totale delle armi ad Israele, con la proposta che sia adottato anche dalla Ue, e perfino lo stesso governo di Londra, storico alleato di ferro dei nazisionisti, annunciava la sospensione dei negoziati sull'accordo di libero scambio con Tel Aviv. In Italia, poi, un documento firmato da dieci giuristi diffidava formalmente il governo a non rinnovare l'accordo militare con Israele, individuando possibili corresponsabilità nella violazione dei diritti umani e nel diritto all'informazione dei cittadini. Da parte del governo italiano, invece, silenzio assoluto. Anzi, la neofascista Meloni schierava il nostro paese, insieme alle ultra-filosioniste Germania e Ungheria, alla testa dei 10 che avevano votato vergognosamente no alla sospensione del trattato con Israele.
La Mussolini in gonnella continua cioè imperterrita a sostenere politicamente e materialmente il genocidio dei palestinesi, tant'è vero che contemporaneamente al voto contro la revisione dell'accordo Ue-Israele ha fatto passare, in commissione Difesa alla Camera, un decreto per l'acquisto di sistemi radar avanzati israeliani e altri dispositivi militari ad alta tecnologia, contribuendo a finanziare lo sterminio per bombe e per fame della popolazione di Gaza. E va sottolineato che Israele è diventato nel 2024, a genocidio già in corso, il secondo paese da cui importiamo più armamenti, oltre ad essere sempre il terzo, dopo Usa e Germania, a vendere armi a Tel Aviv.
A livello politico, il massimo delle critiche alla gang nazista che governa lo Stato sionista, la ducessa le ha fatte qualche giorno fa rispondendo alle interrogazioni dell'opposizione parlamentare, dicendosi “preoccupata” per la situazione umanitaria a Gaza, di aver avuto delle telefonate “difficili” con Netanyahu e di non essere d'accordo “con le recenti proposte del governo israeliano”, come ha chiamato ipocritamente la “soluzione finale” di ispirazione hitleriana denominata biblicamente “Carri di Gedeone”: e questo è tutto. Da allora non ha più emesso un vagito, anzi non si è nemmeno presentata in parlamento il 21 maggio per la discussione e la votazione delle mozioni della maggioranza e delle opposizioni sulla situazione catastrofica a Gaza e in Cisgiordania e sui provvedimenti da prendere in difesa della popolazione palestinese stremata.

La mozione parlamentare del governo elude il genocidio
Anche la mozione della maggioranza, la sola approvata mentre sono state tutte respinte le altre tre presentate dai partiti di opposizione – una di PD-AVS-M5S, una di Italia Viva, votata in alcune parti anche dal governo, e una di Azione - riflette fedelmente la sua politica dello struzzo. A leggerla sembra che la popolazione di Gaza si bombardi e si affami da sola, o addirittura per mano di Hamas, dato che Israele, il suo esercito nazista e il boia Netanyahu non vegono nemmeno nominati, salvo quest'ultimo una sola volta per delegittimare la Corte penale internazionale (Cpi) che l'ha incriminato: il 18 marzo - si legge infatti nella premessa della mozione - i bombardamenti sulla martoriata popolazione della striscia non sono stati ripresi unilateralmente da Israele dopo aver rotto la tregua concordata, ma “si è interrotto il cessate il fuoco” (da sé, evidentemente), dopodiché c'è stata “la ripresa dei combattimenti” (non dei bombardamenti indiscriminati), in quella che non è una mattanza su di un popolo inerme, ma una “guerra tra Israele e Hamas”. Non si accenna nemmeno alla fame usata da Israele come arma di guerra e alla carestia che già sta mietendo centinaia di vittime, soprattutto bambini e anziani, ma si cita solo il progetto “Food for Gaza”, qualche decina di camion di generi alimentari che il governo ha inviato per ripulirsi le mani sporche di sangue.
Il piano criminale e distopico di Trump, fatto proprio e messo concretamente in atto dalla banda di killer psicopatici di Tel Aviv, per cacciare per sempre 2,5 milioni di gazawi, per il governo italiano è solo “uno dei due piani sul tavolo per un riavvio delle trattative per il futuro della Striscia”; l'altro è quello di Egitto e Lega araba, “che l'Italia sostiene, insieme all'obiettivo 'due popoli due Stati'” e agli “accordi di Abramo”. Che comunque escludono il riconoscimento dello Stato di Palestina, come hanno fatto Norvegia, Spagna e Irlanda e come pur timidamente annunciato da Macron, se non dopo la conclusione di un “negoziato tra le parti”.
Dopodiché una gran parte della premessa è dedicata alle manifestazioni di “avversione” della popolazione contro Hamas e alle invettive del fantoccio Abu Mazen che la ritiene responsabile dei massacri per la sua “ostinazione nel non voler rilasciare gli ostaggi”, lasciando intendere che questa è anche la posizione del governo italiano. Quanto al mandato internazionale di arresto per Netanyahu, il governo si appiglia provvidenzialmente alla decisione della Camera di appello della Cpi che ne ha chiesto il riesame per accertarne la competenza giurisdizionale.
Il dispositivo della mozione non chiede poi la cessazione immediata dei bombardamenti, dell'invasione di terra e del blocco degli aiuti da parte di Israele, né accenna a qualsiasi contromisura come il ritiro dell'ambasciatore o la sospensione degli accordi Italia-Israele, né tanto meno a richieste di sanzioni internazionali, ma “impegna” solo genericamente il governo a “sostenere ogni tentativo di soluzione negoziale”, e a “lavorare” affinché le parti “giungano all'immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l'assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza”.

Gli interventi dei leader dell'opposizione
A parole i leader intervenuti per sostenere la mozione della sinistra parlamentare non hanno risparmiato i toni forti contro l'ipocrisia e la complicità con Israele della premier neofascista e della sua maggioranza. In particolare il leader del M5S, Conte, l'unico per la verità ad usare, scandendone le sillabe, la parola tabù “genocidio”, attaccando direttamente Meloni che si vanta di essere cristiana e patriota, mentre “una cristiana non si gira dall'altra parte quando fanno a pezzi bambini. Una patriota vera non fa spallucce mentre un intero popolo viene privato della sua terra”. E ha chiesto di “riconoscere lo Stato della Palestina, imporre sanzioni diplomatiche e commerciali a tutti i responsabili, adottare un embargo totale sulle armi a Israele”.
Bonelli (AVS), ha letto una lunga lista di bambini, con le rispettive età, “vittime dei bombardamenti del criminale Netanyahu”. Fratoianni (AVS) ha denunciato l'orrore del piano di Israele “che esplicitamente teorizza e mette nero su bianco l'obiettivo della pulizia etnica, della deportazione di milioni di persone dalla loro terra”: “Da voi - ha gridato - solo parole ipocrite, da voi un comportamento codardo, da voi una scelta complice. Complici, sì, siete complici di quello che sta avvenendo”.
Meno accesi invece i toni e più ambivalenti gli argomenti della segretaria del PD, Elly Schlein, frutto evidentemente sia della sua personale ambiguità sul tema che di un compromesso con la forte corrente filosionista nel partito. Pur attaccando Meloni e il governo non ha parlato di genocidio, ma di “massacro” e “terribile guerra”; si è affrettata a condannare Hamas e ricordare la sua “violenza brutale e le vittime israeliane innocenti” del 7 ottobre, e ha riproposto la formula ormai inservibile e screditata dei “due popoli e due Stati” quale unica via d'uscita alla “trappola di odio nella quale (i gazawi, ndr) sono imprigionati dal Governo estremista di Netanyahu, da un lato, e dai terroristi di Hamas, dall'altro”.
Il risultato di questo non voler chiamare le cose col loro vero nome e cercare di attenuare le responsabilità di Israele scaricandole in parte su Hamas, infetta col germe patogeno dell'ala filosionista dei vari Picierno, Quartapelle, Fassino, Fiano, Guerini, Gentiloni e compagnia cantante, anche la mozione congiunta della sinistra parlamentare. La quale, da una parte chiede al governo di riconoscere lo Stato di Palestina, anche da parte della Ue, la condanna del piano “Carri di Gedeone”, il sostegno al piano arabo di ricostruzione della Striscia, la sospensione “urgente” (cioè non immediata) della cessione di armi ad Israele e l'importazione di armi da esso, il sostegno “in sede europea” di sanzioni al governo israeliano, la “tutela dell'incolumità della popolazione civile della Cisgiordania”, di dare “piena attuazione ai mandati di arresto” della Cpi e difenderne la legittimità in sede internazionale.
Dall'altra parte, nella premessa politica, evita di riconoscere il genocidio in atto, ripiegando sulla formula più sfumata di “apocalisse umanitaria a Gaza” e di “crimini di guerra e la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario da parte del Governo Netanyahu”, circoscrivendo così la gravità dei crimini commessi e la responsabilità al solo premier nazisionista, anziché all'intero establishment politico e militare di Israele. Inoltre si insiste nel richiamare le manifestazioni contro Hamas e la loro strumentalizzazione da parte dell'Anp corrotta e collaborazionista, al fine di condannare e isolare la resistenza palestinese e poter sostenere la formula fallimentare e capitolazionista dei due Stati.

Non c'è più tempo, scendere in piazza subito
Non ci siamo! Il tempo per gli equilibrismi e le ambiguità tattiche è finito. Di fronte all'olocausto del popolo palestinese che si sta perpetrando per mano dello Stato canaglia nazisionista armato dall'imperialismo Usa ed europeo, è criminale che la Mussolini in gonnella continui a nascondersi, tacere o balbettare frasi di circostanza per continuare a coprire il boia Netanyahu e sostenere attivamente il genocidio. Ed è altrettanto inaccettabile che l'opposizione parlamentare la condanni solo a parole, e per giunta reticenti, opportuniste e ambigue, senza neanche prendere mai parte alle manifestazioni in difesa di Gaza e della Palestina, e sottraendosi al dovere di chiamare il popolo in piazza per costringere il governo – come chiede il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI del 21 maggio - “a rompere ogni relazione con Israele genocida, partendo dalla rottura delle relazioni diplomatiche e dal blocco immediato di ogni cooperazione economica, commerciale, politica e militare, promuovendo e sostenendo sanzioni internazionali e l’intervento della giustizia penale internazionale”.
Adesso pare che i leader di PD, AVS e M5S si stiano accordando per convocare una manifestazione nazionale per la Palestina, in data e luogo ancora da concordare. Meglio tardi che mai. Anche la Cgil dovrebbe scendere in campo e proclamare con urgenza un grande sciopero generale di otto ore con manifestazione a Roma, possibilmente insieme ai sindacati di base e cercando di coinvolgere anche la Uil, per sturare le orecchie alla Mussolini in gonnella e costringerla a fare passi concreti contro Israele genocida. Tutte le forze possibili devono convergere verso un unico obiettivo, senza settarismi né preclusioni: Gaza non può aspettare. Il genocidio deve essere fermato subito. Basta con Mussolini in gonnella, scendiamo in piazza.
 
28 maggio 2025