Pareri sull'Editoriale di Scuderi
“La questione politica esposta in modo essenziale e completo nell'Appello di Scuderi è fondamentale per la sintonia e la interazione tra il proletariato e il Partito”

di Antonio – Sassari
La questione politica esposta, in modo essenziale e completo su Il Bolscevico n.°17/2025, nell'Appello a parlare col PMLI rivolto alle operaie/i dal Segretario generale Giovanni Scuderi, è fondamentale perché comporta il mantenimento di sintonia e interazione tra proletariato e Partito, indispensabili entrambe a entrambi, per seguire la corretta via dell'Ottobre e trarne linfa politica vitale. L'Appello è nel solco del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
All'indirizzo contenuto nel discorso alla 7ª Sessione plenaria del 5° Comitato Centrale che illustra la linea di azione dal Partito al proletariato per radicarsi soprattutto nelle sue avanguardie più coscienti e combattive, il Segretario generale affianca la necessità obiettiva di sollecitare il contestuale attivismo dal proletariato al Partito.
Confronto quindi del Partito con la vita quotidiana, le idee, la mentalità, le ambizioni di operaie/i, proletari italiani contemporanei "in carne ed ossa". Nel 1845 Engels, dedicando la sua opera "La situazione della classe operaia in Inghilterra" scrisse: "Ho vissuto abbastanza a lungo tra voi per avere una certa conoscenza delle vostre condizioni di esistenza, al cui studio ho dedicato la più seria attenzione, esaminando i vari documenti ufficiali e non ufficiali, nella misura in cui sono riuscito a procurarmeli. Ma non mi sono accontentato di questo: volevo qualcosa di più della semplice conoscenza astratta del mio soggetto, volevo vedervi nelle vostre case, osservarvi nella vostra vita di tutti i giorni, discorrere con voi sul vostro stato e sui vostri tormenti, essere testimone delle vostre lotte contro il potere politico e sociale dei vostri oppressori" (Marx-Engels, Opere Scelte, pag. 193, Editori Riuniti, Roma 1966) .
Non solo questo, ma anche confronto di operaie/i con la linea politica del PMLI, apertamente, con l'atteggiamento doverosamente unitario per la giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo, palesando consenso e dissenso, entrambi utili al Partito e al proletariato. Linea politica elaborata nel tempo con la lotta di classe contro la borghesia, a disposizione di operaie/i per condividerla e partecipare alla sua evoluzione.
Il faro dell'attenzione rivoluzionaria marxista-leninista-pensiero di Mao rimane acceso sul proletariato, classe oppressa economicamente dagli imperialismi e dai capitalismi, in larga misura soggiogato ideologicamente nella concezione di sé, della vita e del mondo dalla borghesia e dalla deviazione revisionista-interclassista; proletariato emarginato nella società costruita a immagine dell'ideale individualista borghese, territorialmente disperso nella produzione decentrata dal capitale, ma non per questo meno numeroso o scomparso rispetto al passato, abbandonato di fatto perfino nelle più elementari aspettative dalla "sinistra" borghese. Parole di militante fiducia nella potenzialità rivoluzionaria del proletariato, queste scritte dal Segretario generale: "Ma nulla ci impedisce, se non la borghesia e i suoi servi revisionisti e riformisti, a riprendere la via maestra dell'Ottobre, se voi operaie e operai italiani, siete disposti a percorrerla".
Parole in linea con il materialismo storico, esperienza generale fatta dal proletariato internazionale nel corso di secoli di lotta di classe contro la borghesia, significanti che senza il proletariato, consapevole del dovere storico di liberare l'umanità dallo sfruttamento, non può esserci rivoluzione proletaria ed edificazione del socialismo. Nel 1848 Marx ed Engels scrissero nel “Manifesto del Partito Comunista”: "Tutte le classi che finora si impossessarono del potere cercarono di assicurarsi la posizione raggiunta assoggettando tutta la società alle condizioni del loro guadagno. I proletari, invece, possono impossessarsi delle forze produttive sociali abolendo il loro modo di appropriazione attuale e con esso l'intero modo di appropriazione attuale. I proletari non hanno nulla di proprio da salvaguardare; essi hanno soltanto da distruggere tutte le sicurezze private e le guarentigie private finora esistite" (Marx-Engels, Opere Scelte, pagg. 302-303, Editori Riuniti, Roma 1966).
Cruciale il passaggio sul confronto delle rispettive esperienze che prefigura un dibattito ampio e approfondito sulle questioni politiche, organizzative, tattiche e strategiche da affrontare e risolvere per porre fine all'oppressione e allo sfruttamento del proletariato, sul come e sul quando, sul contributo che esso può dare al programma per il cambiamento sociale, al disegno generale di socialismo: "Abbiamo bisogno della vostra esperienza per capire se siamo sulla giusta via e per migliorare la linea politica del PMLI. Forse anche voi avete bisogno della nostra esperienza accumulata in 48 anni".
Nel 1917, Lenin scrisse in “Stato e Rivoluzione”: "La rivoluzione borghese russa del 1905-1907 fu incontestabilmente una rivoluzione 'veramente popolare', poiché la massa del popolo, i suoi strati sociali inferiori più profondi, oppressi dal giogo e dallo sfruttamento, si sollevarono in modo indipendente e lasciarono su tutta la rivoluzione l'impronta delle loro esigenze, dei loro tentativi di costruire a modo loro una nuova società al posto dell'antica che essi distruggevano" (Lenin, Opere Scelte, Vol. 2°, pag. 153, Edizioni in Lingue Estere, Mosca 1948).
Durante un lungo e articolato periodo di dialogo col Partito, le operaie/i sono chiamati a esplicitare proprie opinioni e visioni politiche, in particolare se la rivoluzione e il socialismo siano veramente popolari, intesi come aspirazioni diffuse nella maggioranza del proletariato e dei suoi alleati, partecipate in tale misura da poter sostenere la presa, l'esercizio del potere politico, la transizione verso il comunismo, nella quale dare la propria impronta alla nuova società. Esplicitazione comprendente anche l'argomento, parimenti rilevante, dell'appropriazione della cultura rivoluzionaria messa a disposizione del proletariato da Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao: cultura rivoluzionaria necessaria per sviluppare la teoria rivoluzionaria, che reclama intransigenza nel combattere il capitalismo e la nefasta influenza del revisionismo preservatore del capitalismo.
Nel 1924 Stalin, nell'opera "Dei principii del leninismo", scrisse: "Si mette spesso in rilievo il carattere straordinariamente combattivo, straordinariamente rivoluzionario del leninismo. Ciò è del tutto giusto. Ma questa caratteristica del leninismo si spiega con due motivi: in primo luogo col fatto che il leninismo è sorto con la rivoluzione proletaria, e non può non portarne l'impronta; in secondo luogo col fatto che esso è cresciuto nella lotta contro l'opportunismo della 2ª Internazionale, lotta che fu ed è condizione necessaria e preliminare per il successo della lotta contro il capitalismo" (Stalin, Questioni del Leninismo, pag. 10, Feltrinelli Reprint, Milano 1975).
Auspico che l'appello del Segretario generale alle operaie/i raccolga numerose e varie interlocuzioni che continuino ad alimentare il circolo dialetticamente virtuoso tra il Partito e il proletariato, dedicando al PMLI le parole che Mao scrisse nel 1937 nell'opera “Sulla pratica”: "La nostra conclusione è che noi sosteniamo l'unità storica, concreta, del soggettivo e dell'oggettivo, della teoria e della pratica, del sapere e del fare e siamo contro tutte le ideologie erronee di 'sinistra' o di destra, avulse dalla storia concreta... Partire dalla conoscenza percettiva e svilupparla attivamente in conoscenza razionale, e poi partire dalla conoscenza razionale e dirigere attivamente la pratica rivoluzionaria in modo da trasformare il mondo soggettivo e oggettivo. Pratica, conoscenza, di nuovo pratica e di nuovo conoscenza; questa formula nella sua ripetizione ciclica è indefinita, e il contenuto della pratica e della conoscenza, a ogni ciclo, si eleva a uno stadio più alto. Questa è, nel suo complesso, la teoria della conoscenza del materialismo dialettico, questa è la concezione dell'unità del sapere e del fare, propria del materialismo dialettico" (Mao Zedong, Senza contraddizione non c'è vita, pagg. 185-186, Bertani editore, Verona 1976).

28 maggio 2025