Voci
Le balle sui filoseparatisti ucraini comunisti e sull’antifascismo di Putin

di Cartesio – Napoli
Il 1° Maggio mi sono imbattuto nell'articolo de "Il Bolscevico" dedicato al fermo intervento di una ragazza antimperialista nel centro storico di Bologna e nell'intervista a Marc Innaro di Daniela Ranieri sul FQ. Da un lato una giovane che non fa sconti ed eccezioni in materia di Resistenza; dall'altra la difesa di un corrispondente RAI che si faceva portavoce della "versione di Mosca" secondo cui "la causa scatenante di quello che stava accadendo era stato l’allargamento graduale e inesorabile della Nato". Al di là delle possibili ragioni di Innaro, viene in mente quanto materiale giornalistico il quotidiano di Travaglio offra ancora ai sedicenti comunisti filoputiniani, vittime inconsapevoli della retorica della lotta al nazifascismo ucraino (con tanto di strumentalizzazioni, come nel caso della tragica Strage neonazista di Odessa) e della messa al bando di "tutti" i partiti comunisti da parte del governo di Kiev.
Studiando la questione, si scopre che in realtà esistono anche organizzazioni del campo socialista coinvolte nella Resistenza in Ucraina. "Sotsialnyi Rukh" è, ad esempio, un gruppo di ispirazione marxista. È pur vero che diversi gruppi storici sono pro-russi o pro-Cremlino, come "Borotba". Tuttavia, nella galassia della Resistenza ucraina non si distinguono soltanto forze liberali o conservatrici o naziste (tipo i battaglioni Azov e Aidar o la Pravyj Sektor alias Settore destro), ma emergono personalità ed organizzazioni esplicitamente socialiste, se non proprio comuniste, che vedono nella difesa del territorio un imperativo etico e di classe. Tra queste spicca la “Social Movement” (Сoціальний Рух), collettivo di matrice marxista-leninista in cui operano storici, studenti e soldati, e di cui è figura di primo piano Taras Bilous, studioso ucraino, co-editore del giornale online "Commons: Journal of Social Criticism" ed attivista di sinistra. Allo scoppio dell’invasione, Bilous ha aderito alle forze armate ucraine, servendo nelle unità territoriali di difesa, e ha scritto saggi che hanno fatto il giro del mondo (come “A Letter to the Western Left from Kyiv”), per chiamare la sinistra internazionale ad una solidarietà concreta.
In particolare, si possono individuare vere e proprie organizzazioni di ispirazione socialista nella Resistenza ucraina ovvero:
1. Social Movement (Сoціальний Рух)
Nata nel 2015, la Social Movement è un’organizzazione marxista-leninista che coniuga attivismo politico ed azione diretta. I suoi membri partecipano a presìdi, iniziative di mutuo soccorso e, da marzo 2022, a rotazioni militari sul fronte. La piattaforma della Social Movement enfatizza la lotta contro il capitalismo di guerra, la difesa dei diritti dei lavoratori e l’autodeterminazione nazionale, ponendosi come “sinistra patriottica”, in contrapposizione all’illusione dell’equidistanza.
2. Ukrainian Democratic Socialists
Pur non essendo un partito parlamentare, il Partito Socialista Democratico Ucraino dispone di circoli territoriali che organizzano raccolte fondi per l’esercito e campagne di solidarietà con i rifugiati. Questa formazione, figlia delle tradizioni socialdemocratiche, poggia il proprio intervento politico sulla combinazione di resistenza armata e giustizia sociale.
3. Brigate comuniste internazionaliste
Sul territorio ucraino si sono costituite anche piccole brigate di volontari di ispirazione comunista internazionale, formate da militanti provenienti dall'Ovest europeo o da Paesi di altre aree, che operano accanto alle unità ucraine standard, spesso inquadrate nei battaglioni territoriali.
4. Organizzazioni di sinistra antimperialista nell’ex URSS
In alcune città dell’Ucraina orientale - nonostante il trauma del 2014 - continuano ad operare organizzazioni anticapitaliste come i “Marxisti Riformisti Europei” (un piccolo network locale), che mantengono viva la tradizione del marxismo e partecipano a mobilitazioni civili contro l’occupazione.
In ultima istanza, la Resistenza ucraina non è omogenea dal punto di vista ideologico: accanto ai liberal-democratici e ai movimenti nazionalisti o proprio sciovinisti, non mancano marxisti-leninisti e socialisti, che concepiscono la lotta per la sovranità come parte di un più ampio conflitto di classe contro il capitalismo di guerra. Taras Bilous e la Social Movement, come illustrato, ne sono l’esempio più rappresentativo, dimostrando come nel mezzo di un conflitto geopolitico possa battere anche il cuore rosso di una Resistenza socialista.
Putin - come riporta “l'Antidiplomatico”, altro organo legato a Resistenza popolare - ha detto nel Giorno della Vittoria: "Suggeriamo di iniziare (i colloqui) senza indugio giovedì prossimo, 15 maggio, a Istanbul, dove si sono tenuti in precedenza e dove sono stati interrotti". Ottolina TV, organo filo-nordcoreano, ribatte oggi: "Come una sposa piantata in asso all’altare, il presidente ucraino Zelensky ha atteso l’arcinemico Putin in Turchia per un faccia a faccia che nessuno gli aveva chiesto".
Domanda: cui prodest? A chi giova fare il gioco di Putin? Chi segue come un vate Kim Jong-un, ha una ragione, per quanto opinabile. Ma i sedicenti comunisti di Prospettiva unitaria e compagnia cantante che interessi hanno?

28 maggio 2025