Alle elezioni comunali del 25-26 maggio 2025
La metà dei genovesi diserta le urne

Dal corrispondente di Genova de “Il Bolscevico”
Nel derby tutto genovese, amministrativo-elettoralistico, giocato tra quei partiti che rappresentano la “sinistra” borghese e quelli che invece ne rappresentano la destra, ha vinto, al primo turno, la coalizione del “campo largo” del “centro-sinistra”. Il neosindaco sarà pertanto Silvia Salis. Dietro di lei, sconfitto, si è piazzato l’erede dell’ex-sindaco di destra Marco Bucci, l’attuale sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi.
Nella competizione per la poltrona si erano presentati sette candidati. Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione), Raffaella Gualco (Genova Unita), Antonella Marras (Sinistra alternativa), Pietro Piciocchi (“centro-destra”), Cinzia Ronzitti (Partito Comunista dei Lavoratori), Silvia Salis (“centro-sinistra”), Francesco Toscano (Democrazia Sovrana Popolare).
Dati definitivi del voto amministrativo confrontandoli con le ultime, e quindi più prossime e da poco concluse elezioni regionali, tenute a ottobre del 2024, su come avevano votato in quella occasione gli elettori genovesi. Silvia Salis: “centro-sinistra” 124.720 voti pari a 51,5% dei voti validi (nelle precedenti elezioni il “centro-sinistra” aveva ottenuto 121.819 voti pari al 52,3%). Pietro Piciocchi: “centro-destra” 107.091 voti pari a 44,2% (precedenti elezioni 103.221 voti pari al 44,3% dei voti validi). Mattia Crucioli: Uniti per la Costituzione 3.502 voti pari a 1,45% (precedenti elezioni lista non presente). Antonella Marras: Sinistra Alternativa 3.131 voti pari a 1,3% (precedenti elezioni 1.534 voti pari a 0,7%). Francesco Toscano: Democrazia Sovrana Popolare 1.917 voti pari a 0,8% (precedenti elezioni 1675 voti pari a 0,8%). Raffaella Gualco: Genova Unita 1.248 voti pari a 0,5% (nelle precedenti elezioni la lista non era presente). Cinzia Ronzitti Partito Comunista dei Lavoratori 619 voti pari a 0,3% (precedenti elezioni 941 voti pari a 0,4%).
La notizia non sta nel passaggio di consegne dal “centro-destra” al “centro-sinistra”, l’avvicendamento è già avvenuto più volte in passato, piuttosto nel fortissimo astensionismo che ha sfiorato il 50% degli aventi diritto al voto, anche se dobbiamo registrare un recupero, seppur minimo, della partecipazione alle urne rispetto alle passate elezioni. Ha evidentemente pesato su una parte di elettorato di sinistra e di centro genovese, che in passato aveva scelto di astenersi, il ricatto politico e morale di non “favorire la destra” che solo qualche mese fa si era confermata alla guida della regione Liguria nonostante lo scandalo che aveva colpito l'ex governatore Toti. Inoltre si sperimentava a Genova, come anche in altre città, il nuovo inganno elettorale del “centro-sinistra”, il cosiddetto “campo largo”, che riunisce sotto lo stesso cartello dal PD, a AVS, M5S, Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi.
Il raffronto in questo caso non può che essere fatto con elezioni omologhe, cioè con le passate comunali che si sono tenute solo 3 anni fa, nel 2022. Alle passate elezioni comunali su 480.424 aventi diritto al voto, gli astenuti totali (chi diserta le urne, annulla la scheda o la lascia in bianco) furono 277.778, pari al 57,8%. Quest'anno, su un corpo elettorale di 479.974, gli astenuti sono stati 237.714, pari al 49,5%, con un calo dell'8,3%.
L’astensione rimane, con tutta evidenza, un dato estremamente pesante; di fatto, e in assoluto, è di gran lunga il primo “partito”. In conclusione, chi governerà la città di Genova potrà contare sull’appoggio elettorale di due elettori e mezzo su una base di dieci. La neosindaca Silvia Salis, che è stata eletta già al primo turno col 51,4% dei voti validi, può in realtà contare appena sul 26% dell’intero corpo elettorale.
Una delle tante sfide tutte interne al “campo largo”, che la nuova sindaca di Genova Silvia Salis, ex olimpionica e Vicepresidente del CONI, dovrà affrontare, tanto per mettere un po’ di sale sulla coda, è la realizzazione del termovalorizzatore. Il Movimento 5 Stelle, che fa parte della coalizione del “campo largo”, è assolutamente contrario, mentre la neosindaca sull’argomento non ha ancora assunto una chiara posizione e rimane non favorevole soltanto alla destinazione designata, discarica di Scarpino, zona collinare alle spalle della città metropolitana di Genova.
Tuttavia, per le masse popolari genovesi, ma non solo per quelle genovesi piuttosto per l’intero proletariato italiano, la soluzione delle problematiche proprie e interne alla società, a quelle dirette alla propria emancipazione, o indirizzate alla vivibilità nelle città, deve, e dovrà, avere un percorso politico differente dalla partecipazione alle istituzioni rappresentative borghesi. Piuttosto è attraverso la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta che si potrà davvero cambiare rotta e imporre alla borghesia, e ai suoi servi che gli reggono il sacco, la forza e la volontà popolare; germe fecondo che alimenterà nel proletariato, il concetto, il desiderio e la necessità della conquista del potere politico.
Per questo facciamo appello alle astensioniste e agli astensionisti di sinistra, avanzati e coscienti a fare un passo avanti, a schierarsi apertamente col PMLI e lottare insieme per il socialismo e il potere politico del proletariato.

4 giugno 2025