La Carta della borghesia e del liberalismo sta bene ai neofascisti
La Russa: “Siamo pronti a difendere con la vita la Costituzione”
Il governo Meloni prosegue nella sua campagna di riabilitazione del fascismo storico e del neofascismo del dopoguerra. Siamo ormai abituati alle celebrazioni governative che hanno per oggetto i gerarchi fascisti come Gentile o Graziani, ai quali, al pari dei vari “Ramelli”, si continuano a intitolare – o si tenta - Istituti e strade.
In un contesto simile, Ignazio La Russa indirettamente conferma anche che la nostra denuncia del vigente regime capitalista neofascista e sulla natura della Costituzione borghese del 1948, è corretta e lungimirante. A un convegno a Bergamo che celebrava Marzio Tremaglia, dirigente del FUAN e parlamentare del MSI e di AN, figlio di Mirko Tremaglia, volontario della RSI e successivamente “eroe” della destra neofascista che lo portò alla guida del Ministero per gli italiani nel mondo con Berlusconi, ha affermato: “Noi abbiamo maturato un rispetto assoluto per i valori della nostra Costituzione. Inutile venire a chiederci di fare l'esame di democrazia. La carta costituzionale, soprattutto nella prima parte, individua diritti umani e di libertà inalienabili che, se ci venissero tolti, noi ex giovani di destra saremmo pronti a scendere in piazza per difenderli con la vita. Da certe privazioni ci siamo passati negli anni '70".
Questa dichiarazione di La Russa dovrebbe convincere definitivamente quanti in buona fede ancora si illudono che questa Costituzione possa essere la stella polare e la leva del cambiamento e del riscatto sociale, dovrebbe convincerli che se un neofascista doc come il presidente del Senato la riconosce come propria ed è persino disposto a dare la vita per difenderla allora essa non può che confermare il giudizio che ne dette il documento dell'Ufficio politico del PMLI nel 1997: “La Costituzione italiana è una Costituzione antiproletaria contro la rivoluzione e il socialismo”.
Essa nacque nel 1948 da un compromesso fra la DC atlantista e anticomunista e il PCI revisionista, tutto a svantaggio del proletariato e della rivoluzione socialista, ha garantito in questi 77 anni il potere della borghesia e del capitalismo, è stata ripetutamente riformata da destra fino a portare al governo la Mussolini in gonnella a conclusione di quella marcia su Roma elettorale iniziata dal Movimento sociale italiano (MSI) fondato il 26 dicembre 1946 dal fucilatore dei partigiani Giorgio Almirante.
Se Costituzione sta bene ai neofascisti di governo, come può star bene anche agli antifascisti autentici?
D'altra parte il governo Meloni ha giurato sulla Costituzione e proprio in nome della Costituzione sta consolidando e rafforzando il vigente regime capitalista neofascista in tutti i campi, mentre si appresta a varare il decreto fascista “sicurezza” e il presidenzialismo sotto forma del premierato e a mettere la mordacchia governativa al potere giudiziario.
I combattenti per il socialismo, ma anche gli autentici antifascisti, non potranno mai riconoscersi in questa Costituzione.
4 giugno 2025