Comunicato del Coordinamento delle Sinistre di Opposizione del Molise (PCI-PCL-PMLI-PC)
Stellantis, a Termoli una crisi senza fine (annunciata)
Continua la perdita di posti di lavoro fra dismissioni e buonuscite, la Gigafactory si è rivelata un bluff
Un plauso all’USB che esorta i lavoratori alla lotta, unica strada percorribile

Ma si può andare avanti così? Si può accettare passivamente la perdita di centinaia e centinaia di posti lavoro in un paio di decadi appena? Fino a quando i lavoratori dovranno patire diktat e bugie dei dirigenti Stellantis? Le domande sorgono spontanee.
Stiamo facendo riferimento, ovviamente, al continuo e reiterato massacro dei posti di lavoro allo stabilimento di Rivolta del Re del gruppo del neo CEO Filosa. Mentre, difatti, stampa e mercati si congratulano con l’erede di Tavares, presentato come un “filantropo illuminato” capace di fare sintesi fra interessi di operai e padroni (come se potessero coesistere!), nel silenzio generale a Termoli continua lo smantellamento. Dopo le sforbiciate (pardon, “riposizionamento strategico”) su reparti e personale, oltre ai ben noti esodi “volontari” e delocalizzazioni, da questa settimana si registra anche la chiusura della produzione del motore 8/16 valvole. Un vero e proprio colpo mortale, dato che su questa linea lavoravano, fino al weekend appena chiuso, ben un terzo di tutti i dipendenti, circa 600 sui quasi 1.800 totali. Per non dire poi del continuo ricorso ai contratti di solidarietà e la già richiesta CIGO per questi giorni.
E la famosa Gigafactory? Quante e quante promesse, fra dirigenti Stellantis, sindacalisti e politici abbiamo udito negli ultimi due anni? Tutti si erano prodigati ad illudere la classe operaia che ci sarebbero stati, e pure presto, investimenti e nuove linee (ricordiamo i famosi motori GSE, ad esempio). Tutte chiacchiere, appunto, dato che a oggi non solo non si è visto nulla ma di ipotetiche nuove catene produttive neanche più si parla.
Insomma, il re è nudo, la realtà è chiarissima: Termoli viaggia spedita verso la chiusura, anche con colpe pesanti dei sindacati, sempre pronti a chiedere sacrifici a coloro che, in teoria, dovrebbero difendere, invitandoli ad aver fiducia e pazienza invece di lottare. Insomma, il solito mercimonio di vite e dignità sociale sacrificate sull’altare della massimizzazione del profitto; come se il massimo cui la forza-lavoro possa ambire fosse l’elemosina di cassa integrazione e contratti di solidarietà. Ecco dove ci ha condotto questo “portate pazienza”.
A tutto c’è un limite, bisogna reagire, per questo i nostri partiti plaudono alle iniziative dei lavoratori e dei sindacati più combattenti (in primis l’USB) che invitano i colleghi alla lotta: occorre conservare le attuali produzioni meccaniche e riportarne altre che sono state delocalizzate; bisogna ridurre l’orario lavorativo a parità di salario e chiudere la stagione degli incentivi all’esodo.
Come centrare questo non facile obiettivo? Inutile girarvi attorno: o lavoratori, cittadinanza, sindacati e istituzioni inizieranno una lotta dura o la più grande fabbrica della Regione verrà completamente smantellata in breve tempo. Vie di mezzo non vi sono, BISOGNA DARE UN FUTURO AI LAVORATORI E AL TERRITORIO.
I nostri partiti non faranno mancare il loro appoggio in questa battaglia.
 
Coordinamento delle Sinistre di Opposizione - Molise
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Campobasso, 2 giugno 2025