Mentre la giunta antipopolare del barone Manfredi latita ambiguamente
Centinaia di manifestanti, fuori e dentro il Maschio Angioino, costringono il Consiglio comunale di Napoli a riconoscere il genocidio nazisionista in Palestina
Presente anche la Cellula “Vesuvio Rosso” del PMLI, tutt’uno con le masse come al corteo contro il Summit della Nato sulla “sicurezza del Mediterraneo”
Respinte le cariche della polizia di Piantedosi
Redazione di Napoli
Si moltiplicano a Napoli le iniziative per la Palestina, con la Rete napoletana per la Palestina e la Comunità palestinese impegnate in presidi e manifestazioni di ogni genere per sottolineare le barbarie dei nazisionisti a Gaza.
Tra i diversi eventi, particolarmente significative sono state le manifestazioni di venerdì 23 e di martedì 27 maggio, cui si è inserito anche il corteo ischitano di Casamicciola Terme per domenica 25 maggio organizzato dal PMLI e da altre associazioni e che ha visto la partecipazione di centinaia di manifestanti, nonostante il diktat della giunta del neopodestà Ferrandino. Un vero e proprio forcing, pertanto, da parte dei manifestanti pro-Palestina che, pieni di risentimento e di rabbia per la posizione ancora ambigua e latitante della giunta antipopolare del barone Manfredi, lo hanno braccato fin sotto il Consiglio comunale.
Nella mattina del 23 maggio, infatti, in centinaia si presentavano fuori dal Maschio Angioino e cingevano l’entrata del Consiglio comunale che doveva decidere sul voto relativo alla situazione palestinese, con l’assenza quasi totale della destra e con l’esclusione di Forza Italia che si asterrà dal voto sulla mozione finale. Presenti tutte le realtà antagoniste vicino alla causa palestinese, con in prima fila anche i compagni marxisti-leninisti.
Nonostante il blocco costruito proditoriamente dalla Digos napoletana, i manifestanti riuscivano a far entrare diversi rappresentanti palestinesi con le bandiere che riuscivano a presidiare fuori e poi dentro la sala dei Baroni. Allora, il Consiglio comunale abdicava a posizioni ambigue e riconosceva, sotto lo sventolìo delle decine di bandiere palestinesi, il genocidio in atto da parte del governo israeliano, lasciando, a questo punto, nella solitudine colpevole la giunta Manfredi.
L’importante vittoria della Rete napoletana per la Palestina veniva poi replicata a Casamicciola, prima, e a Napoli, di nuovo martedì 27 maggio quando si scendeva in migliaia nuovamente in piazza contro il Summit della Nato e per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, denunciando la strage dei bambini palestinesi e l’incredibile inerzia dell’UE imperialista e dell’ONU, contro il riarmo.
Il corteo, che attraversava il centro della città, finiva per trovare un blocco invalicabile nella polizia di Piantedosi in assetto antisommossa all’altezza di piazza Trieste e Trento. Al vertice Nato per la “sicurezza del Mediterraneo”, preparatorio al vertice dell'Aja di giugno, partecipavano le delegazioni di 48 Paesi tra cui Libia e Israele.
I circa 2.000 manifestanti, dopo essere partiti da piazza del Gesù, attraversato la zona di via Medina e piazza Municipio, giungevano a ridosso della prefettura di Napoli trovandosi il blocco delle “forze dell’ordine”. I manifestanti entravano in contatto con la polizia che con scudi e manganelli cercavano di respingere il corteo nell’ottica di farlo disperdere. Pur utilizzando i lacrimogeni, i poliziotti, però, non riuscivano a far arretrare il corteo, che, invece, riusciva a ricompattarsi e finire la sua marcia presso i vicini giardini di Molosiglio. Erano presenti i compagni napoletani del PMLI che dall’inizio alla fine hanno seguito gli eventi, tutt’uno con le masse in lotta che non si sono fatte impaurire dal clima provocatorio e neofascista ordito dal governo Meloni e dai suoi lacchè.
4 giugno 2025