Rigettato il ricorso di Todde contro l'ordinanza che ne imponeva la decadenza da presidente della Sardegna
Verificate le illegittimità nella rendicontazione delle spese sostenute nella campagna elettorale 2024 per il rinnovo delle cariche del governo regionale

Dal corrispondente di Sassari de “Il Bolscevico”
Con sentenza del 22 maggio 2025, depositata in cancelleria il 26, il Tribunale civile di Cagliari ha rigettato il ricorso presentato dalla presidente della regione Sardegna Alessandra Todde (M5S) contro l'ordinanza-ingiunzione del Collegio di Garanzia Elettorale emessa il 20 dicembre 2024, per illegittimità nella rendicontazione delle spese sostenute nella campagna elettorale 2024 per il rinnovo delle cariche di presidente della Regione e di consigliere regionale.
Il giudice di primo grado ha pertanto confermato l'operato del Collegio di Garanzia Elettorale e sentenziato “l'accertamento della violazione delle norme in materia elettorale. Le violazioni, plurime, sostanziali, gravi, disattendono integralmente la disciplina in materia elettorale, rendendo impossibile verificare con sicurezza i fondi ricevuti dalla ricorrente, il soggetto finanziatore e l'impiego delle somme". Detto in altri termini, difetta la trasparenza dovuta per legge a causa: 1) della mancata apertura di un conto dedicato; 2) assenza di un mandatario elettorale e del rendiconto asseverato; 3) mancata presentazione dell'estratto conto ufficiale; 4) copia di documentazione sul conto corrente utilizzato. Inoltre la sentenza specifica, “Effettuato tale vaglio, che rimane insindacabile dal Consiglio Regionale, quest'ultimo assumerà le sue determinazioni sulla decadenza, tenendo fermo quanto accertato in questa sede".
Parimenti resta in vigore anche la notifica del Collegio di Garanzia Elettorale al presidente del Consiglio regionale, affinché l'assemblea proceda ai sensi dell'art. 15, comma 10, della Legge statale n. 515/1993 recepito dal comma 3, art. 5 (sanzioni) della Legge Regionale Sardegna n. 1/1994, che al secondo periodo dispone: "La comunicazione di cui al comma 10 dell'art. 15 della legge n. 515 del 1993 è indirizzata al presidente del Consiglio regionale, che pronuncia la decadenza ai sensi del proprio regolamento".
La presidente Todde ha dichiarato che continuerà nella legislatura e si difenderà nei tre gradi di giudizio, rivendicando il primato dell'investitura elettorale. Sulla stessa linea il boss del M5S, Giuseppe Conte "Alessandra è stata legittimata a furor di voti democratici". Per il presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini (PD), l'assemblea può proseguire il suo lavoro. Paolo Truzzu, capogruppo di FdI in Consiglio: "pensiamo che non si debbano aspettare le scelte dei giudici". Francesco Mura, deputato e Coordinatore regionale di FdI: "la Presidente dovrebbe prendere atto della fine della legislatura".
La giunta per le elezioni del Consiglio regionale attende, per entrare o meno nel merito della decadenza, l'esito del terzo grado di giudizio. L'opportunismo dei politici e dei partiti borghesi di ogni colore è pari solo al loro attaccamento al potere: a Roma si chiedono dimissioni di ministri e sottosegretari per comportamenti illegali o disonorevoli, a Cagliari ci si appella alla legittimazione (minoritaria) popolare; a Roma non ci si dimette appellandosi al terzo grado di giudizio, a Cagliari si chiedono dimissioni dopo il primo grado.
Questa vicenda dovrebbe essere istruttiva per gli elettori delle istituzioni borghesi, cosiddette democratiche, per capire che i loro voti sono utili soltanto per il mantenimento del potere borghese.

4 giugno 2025