Mentre a Istanbul Putin respinge l'offerta di Kiev di un "cessate il fuoco incondizionato" proponendo una mini-tregua di soli 2-3 giorni e in settori limitati e presentando un memorandum inaccettabile
L’Ucraina infligge importanti e duri colpi militari all’aggressore russo
41 bombardieri strategici russi andati in fiamme. Interrotte le comunicazioni ferroviarie nelle zone occupate. Smentito il putiniano di ferro Travaglio
Zelensky: “La Russia ha subito perdite davvero significative, del tutto giustificate e meritate. Non un solo giorno deve essere perso, perché ogni giorno in cui la Russia mina la diplomazia costa vite umane”

Il 30 maggio il presidente ucraino Zelensky ha affermato che a livello diplomatico “Non un solo giorno deve essere perso, perché ogni giorno in cui la Russia mina la diplomazia costa vite umane. È stata la Russia che ha iniziato questa guerra. È la Russia che deve fermare le uccisioni e la distruzione di vite. È molto importante che questo sia espresso nei media, che questo sia espresso al Congresso USA, e che questo sia espresso in tutti gli uffici influenti del mondo. Se la Russia continua a parlare nel linguaggio degli ultimatum, se cerca di ricattare il mondo con la continuazione della guerra, la Russia deve ricevere una risposta forte – una risposta da parte degli Stati Uniti, una risposta dall’Europa, una risposta da parte di tutti coloro che in tutto il mondo vogliono la pace e che, tra l’altro, hanno dichiarato il loro sostegno a un cessate il fuoco e per la diplomazia”. Con questo spirito la delegazione ucraina si è recata il 2 giugno a Istanbul per i colloqui con la controparte russa.

I colloqui di Istanbul
Il secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina a Istanbul si è concluso dopo appena un’ora. Kiev ha annunciato che è stato concordato un nuovo scambio di prigionieri (tutti i soldati in ostaggio con meno di 25 anni e quelli malati) e dei resti di 6mila soldati caduti da ambo le parti. Al tavolo dei colloqui con la Russia l’Ucraina ha chiesto un incontro tra Zelensky e Putin e il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni. Ma la Russia ha proposto una mini-tregua di soli 2-3 giorni e in settori limitati. Intanto, il presidente turco Erdogan ha fatto sapere che vorrebbe ospitare ad Ankara un incontro tra Putin, Zelensky e Trump.
Il primo vice ministro degli Esteri ucraino Sergei Kyslytsia ha dichiarato che la Russia ha respinto l'offerta di Kiev di un "cessate il fuoco incondizionato", mentre l’Ucraina valuterà "nel corso delle prossime settimane" documenti ricevuti dalla delegazione della Russia durante i colloqui a Istanbul. "Abbiamo dato alla Russia i nostri documenti nei giorni scorsi, i russi ci hanno dato i loro solo oggi, per alcune settimane li esamineremo", ha affermato il ministro della Difesa dell'Ucraina, Rustem Umerov, durante una conferenza stampa presso il palazzo Ciragan sede dei colloqui. "La palla è nel campo della Russia. La vera buona fede non sta nelle parole, ma nei fatti. E ora è il momento di dimostrarlo'', ha dichiarato il capo dell'ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak.
Da parte russa la Tass e altri media hanno pubblicato il cosiddetto memorandum presentato dalla delegazione di Mosca a Istanbul. Neutralità dell’Ucraina e riconoscimento del Donbass e della “Novorossija”, ritiro delle forze armate ucraine dai suoi territori occupati, divieto di qualsiasi attività militare di Stati terzi sul suo territorio, svolgimento di elezioni in Ucraina, e poi la firma di un trattato di pace, le principali disposizioni dell’inaccettabile documento.
Per la Russia è necessario garantire la pienezza dei diritti, delle libertà e degli interessi di lingua russa. Il documento prevede altresì un esercito ucraino limitato numericamente e la revoca di tutte le sanzioni in vigore contro Mosca.
Niente di nuovo rispetto a quanto trapelava alla vigilia dei colloqui in Turchia, con Putin pronto a porre fine alla guerra su vasta scala in Ucraina, ma solo se l’Occidente accetta ampie concessioni, tra cui fermare l’espansione verso est della NATO e la revoca delle sanzioni. “Putin è pronto a fare la pace, ma non a qualsiasi prezzo”, avevano ribadito alla Reuters fonti di Mosca prima dei colloqui di Istanbul. Le condizioni capestro dei nazizaristi includono: un impegno scritto da parte delle principali potenze occidentali a non espandere ulteriormente la NATO verso est - escludendo di fatto l’adesione a Ucraina, Georgia, Moldavia e altre ex repubbliche sovietiche; la neutralità ucraina; eliminazione delle principali sanzioni occidentali; una soluzione al destino dei beni sovrani russi congelati; protezione per i russofoni in Ucraina.
Sempre secondo Mosca, se Putin non riuscisse a ottenere un accordo di pace alle sue condizioni, cercherà di dimostrare – attraverso l’escalation militare – che respingere la sua offerta si tradurrebbe in un risultato “più doloroso” in seguito. Il Cremlino insomma non è disposto a ritirarsi da nessuna delle quattro regioni ucraine che rivendica come parte della Federazione Russa: Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson.
Un accordo di cessate il fuoco non basterà a mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina. A chiarirlo ancora una volta è stato l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, intervenendo il 28 maggio al Consiglio di sicurezza. "Per una soluzione sostenibile e duratura della crisi ucraina dobbiamo affrontarne le cause profonde" del conflitto, ha spiegato. A Istanbul lunedì "possiamo scambiare memorandum sugli approcci di entrambe le parti al processo negoziale", ha chiarito Nebenzia. Intanto, "continueremo a combattere per tutto il tempo necessario". Dura la reazione di Kiev. "Mentre il mondo intero insiste sul fatto che è giunto il momento di porre fine immediatamente alle uccisioni e di avviare una diplomazia significativa, la Russia si serve delle più alte sedi per vomitare una retorica così bellicosa", ha scritto su X il ministro degli Esteri, Andrii Sybiha. "Questo è lo schiaffo della Russia a tutti coloro che promuovono la pace. Non solo l'Ucraina, ma anche gli Stati Uniti, i paesi europei, la Cina, il Brasile e altri", ha sottolineato, "chiediamo una risposta alle dichiarazioni arroganti della Russia, che minano il processo di pace".
Il presidente ucraino Zelensky il 28 maggio aveva ribadito che l’Ucraina è pronta per qualsiasi formato di negoziati, sia a livello tecnico che a livello di leader statali, compresa la possibilità di un incontro trilaterale che coinvolga Donald Trump, Vladimir Putin e lui stesso. “Siamo pronti per il formato Trump-Putin-me, o per incontri separati – Trump-Putin, Trump-Zelensky, e poi tutti e tre insieme. Non è una questione di tempo o di luogo, la cosa principale è la sostanza”, ha detto Zelensky come riportato dal Kyiv Post, aggiungendo che le parti americane e russe ne sono consapevoli”.

Importanti colpi militari inflitti all’invasore russo
Dal campo due le notizie molto importanti che dimostrano la validità, efficienza e eroicità della Resistenza ucraina di fronte all’aggressione russa, che continua a risultare ben più difficile di quanto i nazizaristi si auspicavano quel 22 febbraio di tre anni fa. Nella notte del 31 maggio il gruppo partigiano russo Atesh ha sabotato una ferrovia nell'Oblast di Donetsk, nell'Ucraina occupata dai russi, interrompendo la logistica russa. Lo ha affermato il gruppo - come riportato dal The Kyiv Independent - in un post su Telegram. I partigiani filo-ucraini hanno distrutto una cabina di derivazione sulla nuova linea ferroviaria Volnovakha-Mariupol, recentemente costruita dalle forze di occupazione e di conseguenza il traffico ferroviario è stato interrotto. Secondo quanto riferito da Atesh, la ferrovia viene utilizzata dalle forze armate russe per trasportare carburante, equipaggiamento e munizioni direttamente in prima linea.
Il servizio d'intelligence militare ucraino (Gur) ha delineato meglio l’azione militare: "La notte del 31 maggio si è verificata un'esplosione su un tratto ferroviario nei pressi dell'insediamento temporaneamente occupato di Yakymivka, nel distretto di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia: un treno militare di invasori russi è saltato in aria", hanno affermato i funzionari ucraini, aggiungendo che il treno si stava dirigendo verso la Crimea occupata. "L'arteria logistica chiave dei moscoviti nei territori occupati della regione di Zaporizhzhia e della Crimea è stata interrotta", hanno sottolineato.
Nella stessa giornata sette le vittime dopo il crollo di un ponte nella regione di Bryansk, in Russia, alla frontiera con l’Ucraina. Poche ore dopo un altro ponte è crollato nella regione russa di Kursk mentre lo attraversava un treno merci. Per i russi "Questi incidenti sono qualificati come attacchi terroristici", in realtà colpi importanti della Resistenza ucraina.
Ben 41 bombardieri strategici russi, inclusi modelli come un A-50, un Tu-95 e un Tu-22 M3, sono andati in fiamme il 1° giugno, distrutti o danneggiati in attacchi di droni ucraini: un'operazione "su larga scala" condotta dall'SBU, il servizio di spionaggio militare ucraino. Attacchi di droni erano stati prontamente segnalati dai russi nella regione di Murmansk, nell’Artico, a circa 3.500 chilometri dall'Ucraina, e addirittura nella Siberia nord-orientale, su una base militare nella regione di Irkutsk, a ben 6.000 km di distanza.
L'Ucraina ha affermato di aver inflitto danni per oltre due miliardi di dollari all'aeronautica militare di Mosca con l’attacco condotto con droni in territorio russo, preparato per oltre un anno e mezzo, nome in codice “tela del ragno”. Secondo quanto riferito da fonti dei servizi, il presidente ucraino e comandante supremo delle forze armate ucraine, Volodymyr Zelensky ha supervisionato personalmente l'operazione. L'idea è stata messa in pratica dal capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, Vasyl Malyuk, e dal personale del servizio. In totale l'SBU ha attaccato contemporaneamente 4 aeroporti militari russi: Belaya, Diaghilev, Olenya e Ivanovo. L'SBU ha trasportato in un primo momento in Russia i droni Fpv e, in seguito, delle case mobili in legno. Successivamente, sul territorio della Federazione Russa, i droni sono stati nascosti sotto i tetti delle case, già montati su dei camion. Al momento del via libera, i tetti degli edifici sono stati aperti a distanza e i droni sono stati lanciati per colpire i bombardieri russi. Fonti dell'SBU sottolineano che le persone che hanno preso parte a questa storica operazione speciale sono tornate in Ucraina da molto tempo. Una grande operazione militare che ha inflitto un duro colpo materiale e d’immagine al nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin.
Il 1° giugno parlando alla nazione Zelensky rilevava che “Proprio ora, ho ricevuto un rapporto dal capo del servizio di sicurezza dell’Ucraina Vasyl Maliuk – è stata condotta una brillante operazione. Ha avuto luogo sul territorio nemico rivolta esclusivamente a obiettivi militari – in particolare, l’equipaggiamento utilizzato negli attacchi contro l’Ucraina. La Russia ha subito perdite davvero significative – del tutto giustificate e meritate. Ringrazio personalmente il Servizio di Sicurezza, il Generale Maliuk, così come tutti coloro che sono stati coinvolti nell’operazione. La preparazione ha richiesto più di un anno e mezzo. Pianificazione, organizzazione, ogni dettaglio è stato perfettamente eseguito. Posso dire con certezza che si tratta di un’operazione assolutamente unica. La cosa più interessante – e questo può ora essere dichiarato pubblicamente – è che l’”ufficio” della nostra operazione sul territorio russo si trovava direttamente accanto alla sede dell’FSB (i servizi segreti russi, ndr) in una delle loro regioni. In totale, 117 droni sono stati utilizzati nell’operazione – con un numero corrispondente di operatori di droni coinvolti. Il 34% dei vettori missilistici strategici di costruzione di navi d’aviazione sono stati colpiti. Il nostro personale ha operato in più regioni russe – in tre diversi fusi orari. E le persone che ci hanno assistito sono state ritirate dal territorio russo prima dell’operazione, ora sono al sicuro. È davvero soddisfacente quando qualcosa che ho autorizzato un anno e sei mesi fa si realizza e priva i russi di oltre quaranta unità di aviazione strategica. Continueremo questo lavoro”.
"Il regime di Kiev ha condotto un attacco terroristico con droni Fpv contro aeroporti nelle regioni di Murmansk, Irkutsk, Ivanovo, Ryazan e Amur. Gli attacchi nelle regioni di Ivanovo Ryazan e Amur sono stati respinti", ha reso noto il ministero della Difesa russo, secondo la Tass, confermando la notizia della maxi-operazione condotta dai servizi segreti ucraini.
Il 30 maggio aveva fatto sapere il presidente ucraino Zelensky “il comandante in capo Syrskyi ha consegnato un rapporto. La situazione nella parte anteriore rimane complicata – in alcune direzioni, stiamo rilevando una maggiore attività russa. Le battaglie più feroci si stanno svolgendo nelle direzioni di Pokrovsk, Lyman e Kupyansk. Stiamo anche continuando la nostra operazione nella regione russa di Kursk, che impedisce a un numero significativo di truppe russe di operare sul territorio ucraino. La guerra deve essere respinta sul territorio russo – di nuovo da dove viene”.
Mentre il 27 maggio aveva rilevato che “A Kostiantynivka, abbiamo respinto il nemico per 4 chilometri in soli due giorni. Lungo l’asse Pokrovsk, non sono riusciti a trasferire tutte le loro forze – per non parlare di catturare Pokrovsk”, ha detto Zelensky, osservando che la Russia sta attualmente tentando di creare una cosiddetta “zona cuscinetto” a circa 10 chilometri di profondità nella regione di Sumy, ammassando oltre 50.000 soldati.
Nel frattempo, le operazioni di sabotaggio russo continuano nella regione di Sumy, a cui le forze ucraine stanno rispondendo attivamente. “Proprio vicino a Tiotkino, otto soldati russi sono stati catturati in un solo giorno”, ha osservato Zelensky. “Siamo presenti lì. Stiamo resistendo. E fino a quando i russi non vorranno almeno un cessate il fuoco – non ci ritireremo”, ha aggiunto. Zelensky ha anche respinto le recenti affermazioni russe su una possibile offensiva nella regione di Kherson che coinvolge un attraversamento del fiume come completamente irrealistico. “Queste sono dichiarazioni di persone chiaramente non in uno stato sobrio – a loro non importa quante delle loro persone muoiono”, ha detto il presidente ucraino.

Smentito il putiniano di ferro Travaglio
Gli importanti e duri colpi militari inflitti dalla Resistenza ucraina all’invasore nazizarista russo smentiscono l’analisi dei putiniani nostrani, tra cui il saccente e insopportabile direttore de “Il Fatto” Marco Travaglio che solo poche ore prima nell’editoriale pubblicato in prima pagina il 30 maggio dedicato alla guerra in Ucraina riaffermava che occorreva prendere atto e arrendersi alla sconfitta dell'Ucraina e alla vittoria di Putin. “Quanti fiumi di parole inutili, anzi dannose, sulla pace in Ucraina pur di non arrivare mai al nocciolo della questione – ha sentenziato Travaglio -: e cioè che Nato, Ue e Kiev hanno perso la guerra, la Russia l’ha vinta, il tempo gioca a favore di Mosca e spetta agli sconfitti convincere i vincitori a smetterla con un’offerta che non possano rifiutare”.
Sennò, continuava il putiniano di ferro, “i vincitori continueranno ad avanzare e gli sconfitti a perdere territori e vite umane. Il 18.12.2024 Zelensky, che cambia idea a seconda dell’ultimo con cui parla, ammise di non poter recuperare le cinque regioni occupate e annesse dai russi: da allora non riesce più a spiegare ai suoi soldati per cosa combattono e muoiono. Ora invece garantisce che non rinuncerà neppure alla Crimea, che il negoziato gliele ridarà come per miracolo e che ‘avremo una pace giusta solo dopo Putin’… Ora Zelensky accusa Putin – prosegue Travaglio - di non voler negoziare perché non gli anticipa il suo “memorandum” prima del nuovo round del 2 giugno a Istanbul. Come se non conoscesse a memoria la posizione russa, sempre la stessa da oltre dieci anni: neutralità e smilitarizzazione di Kiev, stop all’allargamento della Nato a Est, “denazificazione” (che, al netto della propaganda, significa basta persecuzioni russofobe contro i russofoni), rinuncia ai territori occupati (che non sono tutti quelli annessi), fine delle sanzioni, assetti futuri di sicurezza per tutti. Su questo, cioè sulla sicurezza, l’Ucraina avrà ragione di pretendere garanzie serie contro futuri attacchi. Su tutto il resto c’è poco da trattare: solo da prendere atto della triste realtà. Non si può perdere ciò che si è già irrimediabilmente perduto: si può solo perdere ciò che si ha ancora”. Ossia quella dignità, forza, e volontà di resistere e sconfiggere il criminale aggressore russo incarnato dal popolo e dalla Resistenza ucraina guidata da Zelensky che a Travaglio non sono mai andate giù, lui che vedeva il suo ammirato nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin entrare in Kiev vittorioso dopo solo due o tre giorni dall’aggressione dell’Ucraina. La sua presunta realpolitik è nient'altro che la capitolazione ucraina all'aggressione nazizarista russa.

4 giugno 2025