Neofascismo aperto
Potere a popolo spiato e infiltrato dalla polizia
Solidarietà del PMLI e de “Il Bolscevico”
Il PMLI e il suo organo di stampa “Il Bolscevico” esprimono piena solidarietà militante alle compagne e ai compagni di Potere al Popolo (PaP) che per 10 mesi, come ha denunciato il 27 maggio sui social il portavoce nazionale Giuliano Granato, sono stati spiati e infiltrati dalla Polizia di Stato.
“Care e cari, vi scriviamo per segnalarvi quest'attacco che l'intera nostra comunità ha subìto
– ha denunciato Granato in un video pubblicato su Fanpage - Per mesi siamo stati infiltrati e spiati dalla polizia. Si tratta di una vicenda gravissima, per certi aspetti senza precedenti per un partito politico italiano. Tutte le nostre attività sociali avvengono alla luce del sole e coinvolgono migliaia di cittadini, tutte le rivendicazioni e le battaglie politiche a cui ci dedichiamo le portiamo avanti a testa alta. Questa storia non riguarda solo noi, ma l'idea di 'democrazia' che hanno in mente gli apparati di Stato e il Governo Meloni: un modello di società sempre più reazionario e autoritario. La democrazia non esiste se lo Stato ti entra in casa, ti spia, ti infiltra, produce i decreti sicurezza che proprio in questi giorni vengono approvati, criminalizza l'attivismo e le lotte.
Ecco perché facciamo appello a tutti voi, chiedendovi di dare voce a questa notizia, di prendere posizione, di non far passare sotto silenzio quello che è accaduto, e che può accadere ancora.
Non siamo noi a doverci nascondere, è chi difende i privilegi dei potenti, chi protegge gli sfruttatori, chi soffia sui venti di guerra e vorrebbe silenziare qualsiasi forma di dissenso e ribellione a doverlo fare. Uniti siamo tutto!
La comunità di Potere al Popolo!
”.
Mentre in un comunicato stampa pubblicato sul sito di PaP fra l'altro si precisa che: “Il tentativo di infiltrazione è avvenuto a Napoli. Questa persona è un ragazzo di 21 anni che si è presentato a noi come uno studente fuorisede. Ci ha detto che nell’anno precedente aveva studiato all’Università di Bari, ma quando abbiamo fatto delle verifiche abbiamo scoperto che sì stava studiando, ma alla scuola di Polizia. Facendo una ricerca approfondita abbiamo scoperto che questa persona aveva due vite: da una parte la storia che conoscevamo, dall’altra una persona con foto in divisa di Polizia, al giuramento, in diverse feste con i suoi colleghi.
Quando gli abbiamo fatto presente che non era gradito e che avevamo compreso quello che stava succedendo, anziché provare a dare spiegazioni, semplicemente ha risposto ‘buona giornata’, ed è andato via.
Ha partecipato a tutti i fronti di lotta che abbiamo, all’assemblea nazionale di PaP, alle battaglie contro gli sfratti, alle riunioni e manifestazioni. Un’operazione – conclude il comunicato - che, se ordinata dal Governo, si configurerebbe come un attentato alla democrazia e alla sicurezza di tutta la cittadinanza perpetrato dalle più alte sfere dello Stato.
”
Da ulteriori ricerche e approfondimenti effettuati dai giornalisti di Fanpage.it è venuto fuori che l’agente in questione appartiene all’antiterrorismo, ossia alla “polizia politica” come viene definita dallo stesso Ministero dell’Interno sul proprio sito istituzionale. E il quadro diventa ancora più inquietante se si pensa che il decreto fascista “sicurezza” già approvato in via definitiva dalla Camera e dal 3 giugno in discussione al Senato, contiene una norma che addirittura potenzia proprio le attività sotto copertura dei servizi segreti e consente agli spioni agli ordini del presidente del Consiglio non solo di infiltrarsi in organizzazioni considerate “eversive”, “criminali” o “terroristiche” ma anche di dirigerle, propagandarle arruolando nuovi membri e finanche di organizzare attentati senza esserne legalmente responsabili.
Alla luce di ciò condividiamo in pieno l'appello lanciato da PaP per “rompere il silenzio che il potere mediatico e politico stanno tenendo su questa vicenda. Facciamo appello a tutte e tutti per fare pressione affinché il Governo Meloni, il ministro della Giustizia Nordio e il Ministro degli Interni Piantedosi forniscano delle risposte immediate!
Già sono partite diverse interrogazioni dalle opposizioni parlamentari. È necessario però mobilitarsi affinché non cali il silenzio su questa vicenda
”.
In ogni caso, questa vicenda, insieme al clamoroso caso di spionaggio telefonico avvenuto nel febbraio scorso mediante lo spyware Graphite della israeliana Paragon in dotazione dal 2023 alla polizia penitenziaria e all'agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) con cui sono stati spiati i cellulari di giornalisti, attivisti e sacerdoti di organizzazioni non governative, militanti antifascisti e oppositori del governo neofascista Meloni, conferma che in Italia siamo già in pieno regime capitalista neofascista con l'Aisi al posto dell'Ovra e la Meloni al posto di Mussolini, ma con l'aggravante che i neofascisti e i neonazisti che vanno al potere oggi possono disporre non solo di leggi liberticide e fasciste come il decreto legge sicurezza, che è in via di approvazione definitiva, ma anche di strumenti tecnologici sofisticati per schedare, criminalizzare e reprimere gli oppositori, soggiogare l'opinione pubblica e inquinare la coscienza sociale che né Adolf Hitler né Benito Mussolini potevano immaginarsi.
Meloni e Piantedosi si presentino subito in parlamento e facciano chiarezza sulla vicenda.
4 giugno 2025