Il decreto fascisaa “Sicurezza” in sintesi

L'articolo 1 crea due nuovi reati che puniscono rispettivamente la detenzione e la divulgazione di “materiale contenente istruzioni sulla preparazione o sull'uso di congegni bellici micidiali” e altre sostanze utili a compiere atti di terrorismo, con pene che vanno da 2 a 6 anni di reclusione per la detenzione e da 6 mesi a 4 anni per la divulgazione. Sancisce un gravissimo paradosso giuridico perché equipara una del tutto ipotetica “intenzione di reato” ad un reato effettivamente commesso.
L'articolo 9 estende da 3 a 10 anni il periodo in cui può essere sempre revocata la cittadinanza italiana ad un ex straniero condannato in via definitiva per reati di terrorismo.
L'articolo 10 introduce il nuovo reato di “Occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” e sue pertinenze, punibile con la reclusione da 2 a 7 anni, ed estendibile anche ad associazioni e attivisti di movimenti contro gli sfratti incolpevoli. Non fa distinzioni infatti se gli immobili siano vuoti o addirittura abbandonati da anni e se gli occupanti sono mossi da stato di necessità.
L'articolo 11 aggrava le pene (da 2 a 6 anni di reclusione e da 700 euro a 3.000 di multa) per reati “non colposi” contro le persone e il patrimonio se commessi dentro o nelle vicinanze di stazioni ferroviarie e metropolitane. Stessa aggravante di pena anche per le truffe ad anziani o persone in condizione di vulnerabilità. Un articolo fatto su misura per essere sbandierato dal governo neofascista come la prova che il decreto è stato fatto per “difendere i più deboli”. Non a caso, insieme all'articolo 10, è il più citato da Meloni, Salvini, Tajani, Piantedosi e Nordio, per nascondere il carattere liberticida e fascista dell'intera legge.
L'articolo 12 introduce un'aggravante di pena al reato di “danneggiamento in occasione di manifestazioni in luogo pubblico”, che se commesso con “violenza alla persona o con minaccia”, può arrivare fino a 5 anni di carcere, invece di 3, e 15.000 euro di multa.
Con l'articolo 13 si rafforzano i poteri di polizia “in materia di divieto di accesso alle aree delle infrastrutture di trasporto e alle loro pertinenze”: il cosiddetto Daspo urbano, applicabile adesso anche a soggetti gravati da semplice denuncia o condanna non definitiva.
L'articolo 14 trasforma in reato, punibile con la reclusione fino ad 1 mese, e da 6 mesi a 2 anni se il fatto è commesso da più persone riunite, quello che fino ad ora era solo un illecito amministrativo punito con una multa. Si tratta del blocco stradale o ferroviario, anche se attuato solo in forma di resistenza passiva: un'arma micidiale che il governo neofascista Meloni ha creato per colpire e sciogliere ogni manifestazione studentesca, sciopero, picchetto operaio, senza neanche più la scusa di reagire alla presunta “violenza” dei manifestanti.
L'articolo 15 cancella l'obbligo di differimento per il giudice, rendendolo ora facoltativo, della carcerazione per le donne incinte o con figli minori di un anno. Una norma razzista pensata chiaramente per punire le donne rom. Una modifica chiesta da Mattarella specifica che la detenzione deve avvenire “esclusivamente presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri” (Icam), ma ce ne sono solo 4 in Italia, di cui uno solo al Sud. E in caso di recidiva la madre va in carcere e le vengono tolti i figli.
Anche l'articolo 16 che aumenta le pene per chi impiega minori nell'accattonaggio è pensato per i Rom, in particolare per quelle famiglie che usano anche i figli per chiedere l'elemosina, e non solo per “colpire il racket”, come dice Meloni. L'età massima per la punibilità sale infatti da 14 a 16 anni, e la pena massima sale da 3 a 5 anni.
Con l'articolo 18 si equipara penalmente la cannabis leggera alla cannabis stupefacente, perseguendone la produzione e commercializzazione finora consentite, con la distruzione di un'intera filiera che impiegava 3.000 addetti.
L'articolo 19 è particolarmente grave perché aumenta le pene della metà in caso di violenza, minaccia e resistenza ad un pubblico ufficiale, agente di polizia giudiziaria o pubblica sicurezza, con reclusione che può arrivare fino a 7 anni e mezzo. Si aggiunge poi una nuova aggravante, inventata apposta contro i manifestanti No Tav, No Ponte, ecc, se la violenza o minaccia è commessa “al fine di impedire la realizzazione di infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici”.
L'articolo 20 segue la stessa logica del precedente, modificando in peggio un articolo del codice fascista Rocco, con l'introduzione di un'aggravante di pena per lesioni personali “cagionate a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni”. Si va da un minimo di 2 a un massimo di16 anni di carcere a seconda della gravità delle lesioni.
L'articolo 21 introduce l'uso di videocamere indossabili (bodycam), con registrazione solo facoltativa, in dotazione agli agenti di polizia, guardie di finanza, carabinieri, guardie penitenziarie, in servizio di ordine pubblico, controllo del territorio, sorveglianza sui treni, nelle carceri ecc. Bocciata invece l'annosa richiesta delle associazioni per i diritti civili del codice identificativo per gli agenti in servizio di ordine pubblico.
Gli articoli 22 e 23 prevedono l'istituzione di fondi fino a 10 mila euro per pagare un legale di propria fiducia, in ciascuna fase del procedimento, rispettivamente di poliziotti e altri agenti civili e militari, o personale delle forze armate, qualora siano indagati per reati commessi nell'esercizio delle proprie funzioni. Beneficio esteso anche al coniuge, al convivente e ai figli superstiti di ufficiali o agenti deceduti. Non è ancora lo “scudo penale” per i poliziotti preconizzato dal governo neofascista, ma la direzione è quella.
L'articolo 24 è chiaramente ispirato alla recenti proteste degli ambientalisti. É stata aggiunta infatti una specifica aggravante all'articolo 639 cp che punisce chi deturpa o imbratta beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati: se il fatto è commesso “su beni mobili o immobili adibiti all'esercizio di funzioni pubbliche, con la finalità di ledere l'onore, il prestigio o il decoro dell'istituzione cui il bene appartiene”, si applica la reclusione da 6 mesi a 1 anno e 6 mesi e la multa da 1.000 a 3.000 euro. In caso di recidiva la pena va da 6 mesi a 3 anni, e la multa sale a 12.000 euro.
Gli articoli 26 e 27 modificano il codice penale per introdurre i nuovi reati rispettivamente di rivolta nelle carceri e rivolta nei Cpr per migranti, punibili finanche per la sola partecipazione passiva a proteste non violente. Le pene vanno da 2 a 8 anni per i promotori delle rivolte, e da 1 a 5 anni per chi vi partecipa.
Con l'articolo 28 il governo Meloni concede un'ulteriore privilegio agli agenti di polizia e di altri corpi civili e militari, compresi perfino i vigili del fuoco, permettendo loro di portare un'arma privata senza licenza, fuori servizio e su tutto il territorio nazionale. Una misura pericolosissima, destinata a incoraggiare poliziotti-sceriffi dalla pistola facile e moltiplicare gli incidenti, ma che piace molto ai sindacati di polizia più reazionari.
Gli articoli 30 e 31 estendono le immunità di cui già godono rispettivamente il personale militare nelle missioni internazionali e gli agenti dei servizi segreti. Nel primo caso, oltre all'impunibilità per l'impiego “delle armi e della forza o di altro mezzo di coazione fisica per le necessità delle operazioni militari”, sono aggiunte anche “apparecchiature, dispositivi, programmi, apparati, strumenti informatici o altri mezzi” finalizzati allo spionaggio. Nel secondo caso, ancora più grave, gli agenti segreti infiltrati in organizzazioni criminali o terroristiche potranno arrivare anche a dirigerle e organizzare attentati senza essere perseguibili. Quello che i cosiddetti “servizi deviati” hanno fatto nell'ombra negli anni dello stragismo golpista e della “strategia della tensione”, diventa ora perfettamente legale.
L'articolo 32 è una norma razzista e persecutoria rivolta espressamente contro gli immigrati irregolari, per privarli sadicamente finanche del diritto di comunicare coi loro familiari. Inizialmente infatti condizionava l'acquisto di sim telefoniche all'esibizione del permesso di soggiorno, con multe salatissime per gli esercenti. Per intervento di Mattarella il permesso di soggiorno è stato poi sostituito da passaporto o documento di identità valido. Ciò che comunque escluderà molti di essi, solitamente sprovvisti di tali documenti.

11 giugno 2025