Commemorati a Biella i 22 partigiani assassinati dai nazifascisti il 4 giugno 1944
Forte contestazione al sindaco di FdI Olivero, che viene sommerso dal canto di “Fischia il vento” e grida di Vergogna! per la mancata revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Biella del PMLI
Anche quest’anno, come da tradizione antifascista militante, le forze comuniste e democratiche della provincia di Biella hanno commemorato il sacrificio dei 22 partigiani caduti sotto i colpi della barbarie nazifascista il 4 giugno 1944. La cerimonia ufficiale ha avuto inizio davanti al municipio di Biella ma, fin dalle prime battute, ha assunto un carattere di forte denuncia politica. Quando ha preso la parola il sindaco Marzio Olivero, esponente di Fratelli d’Italia - partito erede diretto del neofascismo italiano - le militanti e i militanti del PCI, del PRC, del PMLI assieme alle compagne e compagni di Sinistra Italiana dell’Alleanza Verdi e Sinistra e di molte iscritte e iscritti della CGIL, hanno intonato collettivamente il canto partigiano Fischia il vento , simbolo immortale della Resistenza antifascista, per manifestare la propria indignazione verso l'amministrazione comunale, la cui linea politica reazionaria ha recentemente rifiutato di revocare la cittadinanza onoraria al criminale fascista Benito Mussolini e di conferirla invece al martire socialista Giacomo Matteotti e alla coraggiosa partigiana comunista biellese Iside Viana.
Dopo il canto le voci antifasciste si sono alzate all’unisono per gridare al sindaco l’unica verità possibile: vergogna! Vergogna per aver protetto la memoria del boia Mussolini, colpevole della morte dei nostri 22 martiri, e per aver infangato la lotta di Liberazione nazionale che costoro condussero contro il fascismo e il nazismo.
Il discorso del sindaco Olivero, infarcito di frasi retoriche e prive di qualsiasi reale contenuto storico e politico, si è ben guardato dal nominare le autentiche cause che portarono all’eccidio: la lotta implacabile delle partigiane e dei partigiani per abbattere il regime fascista e per costruire un’Italia nuova, libera, democratica, laica e fondata sul lavoro. Ma cosa aspettarsi, del resto, da un rappresentante di un partito che porta ancora sul suo simbolo la fiamma tricolore del MSI, che arde sulla tomba di Mussolini?
Grave e politicamente ambigua l’assenza delle bandiere del Partito Democratico durante la commemorazione, nonostante il PD abbia presentato in Consiglio comunale le mozioni per la revoca della cittadinanza a Mussolini e per l’attribuzione a Matteotti e Viana.
Sotto una pioggia battente i manifestanti hanno ascoltato con attenzione l’intervento di Gianni Chiorino, presidente provinciale dell’ANPI, e il discorso storico e accurato di Enrico Pagano, direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Biella e Vercelli, che ha ricordato con rigore scientifico e passione civile le tappe della repressione fascista culminata nel massacro dei 22 partigiani.
La commemorazione si è poi spostata per le vie del centro con un corteo che ha raggiunto il monumento ai caduti partigiani dov’è stata deposta una corona di alloro. Si sono levati i canti Bella ciao e nuovamente Fischia il vento , assieme a slogan sulla Resistenza e per la Palestina libera!, per esprimere la solidarietà internazionalista con il popolo palestinese, vittima del genocidio operato dal regime sionista israeliano, alleato strategico dell’imperialismo occidentale.
Anche su questo fronte la destra biellese ha mostrato il suo vero volto votando contro la mozione presentata dalla consigliera del PD, Greta Cogotti, per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

11 giugno 2025