Ancora morti e distruzioni civili in Ucraina
Il memorandum presentato dalla Russia è un ultimatum
Trump sta con l’aggressore contro l’aggredito. “Il Fatto” di Travaglio continua la criminale e martellante campagna putiniana contro l’Ucraina
Zelensky: “Non siamo bambini al parco giochi. Putin è un assassino venuto in questo parco per uccidere bambini”
Un’altra settimana di morti e distruzioni in Ucraina. Almeno 12 civili sono stati uccisi e altri 65 sono rimasti feriti negli attacchi russi avvenuti in Ucraina solo il 7 giugno. Altri morti e feriti nei giorni precedenti, in risposta al grande attacco ucraino con droni che ha distrutto oltre 40 cacciabombardieri russi. Per il presidente ucraino Zelensky “bombe aeree sono state sganciate sui civili a Kharkiv - c'è persino un trenino per bambini nelle vicinanze. Questo non ha alcun senso militare. Questo è puro terrorismo. E questo va avanti da oltre tre anni di guerra su vasta scala. Questo non può essere ignorato. Non si può chiudere un occhio. E questo non è un gioco. Ogni giorno perdiamo la nostra gente solo perché la Russia ritiene di poter agire impunemente. La Russia deve essere costretta fermamente alla pace”, ha aggiunto. “Non siamo bambini al parco giochi. Putin è un assassino venuto in questo parco per uccidere i bambini”. Con queste parole lo stesso Zelensky ha replicato in un'intervista a “Abc News” al presidente USA Donald Trump che aveva paragonato la Russia e l'Ucraina a due “bambini che litigano al parco” e aveva aggiunto che “a volte è meglio lasciarli litigare per un po'”.
Il fascioimperialista presidente USA Trump ha criticato l'attacco ucraino con droni dentro i confini russi, dimostrando ancora una volta di stare con l’aggressore e non con l’aggredito. “Hanno dato a Putin una ragione per entrare e bombardarli a tappeto - ha risposto ai giornalisti - Quella è la cosa che non mi è piaciuta. Quando l'ho visto - ha aggiunto - ho pensato: ora ci sarà la rappresaglia”.
Non esiste iniziativa di pace al mondo che la Russia non rifiuterebbe. Eppure il mondo permette alla Russia di continuare a farlo, ha denunciato Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale alla nazione il 5 giugno. "La Russia è orgogliosa di questo, orgogliosa di saper uccidere", ha aggiunto, ricordando gli ultimi criminali attacchi dei nazizaristi russi condotti a Cernihiv, Kharkiv, Sumy, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. "E questa è la quotidianità di ciò che i russi, purtroppo, possono permettersi. Il mondo, purtroppo, glielo permette", ha detto Zelensky. Il leader ucraino ha aggiunto che una delegazione ucraina sta attualmente tenendo riunioni a Washington. "Vediamo quante persone nel mondo sono ancora con noi. Grazie per il supporto a tutti coloro che hanno partecipato ai briefing della delegazione ucraina. In particolare, ci sono stati incontri al Congresso, con rappresentanti dell'amministrazione statunitense, scambi con giornalisti e rappresentanti di organizzazioni pubbliche. C'è comprensione e supporto. Contiamo molto su misure concrete. Questo è ciò che attualmente manca", ha osservato. Nella notte commentando gli attacchi russi alle regioni di Donetsk, Kharkiv, Odessa, Sumy, Chernihiv, Dnipro e Kherson” il presidente ucraino ha aggiunto che “quando (la Russia) non sente abbastanza pressione o condanne dal mondo uccide di nuovo. Questo è un altro motivo per imporre massime sanzioni e fare pressione insieme. Ci aspettiamo azioni dagli Stati Uniti, l’Europa e tutti coloro che nel mondo possono aiutare”.
Dal punto di vista diplomatico a tenere banco sono i memorandum che le delegazioni russe e ucraine si sono scambiati il 2 giugno scorso a Istanbul in Turchia. Per Kiev quello presentato dalla Russia non è un memorandum, ma un ultimatum. È quanto ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky il 4 giugno, nei suoi primi commenti pubblici sul testo, in cui Mosca ha illustrato le sue condizioni per tregua e pace. "Si tratta di un ultimatum e né la parte ucraina lo accetterà, né nessuno lo prenderà sul serio, perché è un ultimatum. Questo memorandum è un malinteso", ha detto Zelensky. Nel testo la posizione di Mosca appare invariata, con condizioni che già in passato sono state respinte da Kiev e dall'Occidente. Mosca chiede, come condizione per un cessate il fuoco, che l'Ucraina ritiri le sue forze dalle 4 regioni annesse dalla Russia a settembre del 2022 ma mai completamente conquistate, Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. In alternativa, esorta l'Ucraina a interrompere i suoi sforzi di mobilitazione e a congelare le consegne di armi occidentali, condizioni suggerite in precedenza anche dal presidente russo Putin. Il documento prevede inoltre, come condizioni per la cessazione delle ostilità, che Kiev interrompa qualsiasi ridispiegamento di forze e vieti qualsiasi presenza militare di Paesi terzi sul suo territorio. E che l'Ucraina ponga fine alla legge marziale e indica nuove elezioni: solo dopo il voto i due Paesi potrebbero firmare un trattato di pace, che secondo Mosca dovrebbe comunque vedere l'Ucraina dichiarare il proprio status di neutralità, abbandonare la sua richiesta di adesione alla Nato, fissare limiti alle dimensioni delle sue forze armate e riconoscere il russo come lingua ufficiale del Paese alla pari dell'ucraino.
La "posizione della Russia" nei negoziati con l'Ucraina "resta non costruttiva", ha scritto su Telegram il capo dello staff della presidenza ucraina, Andriy Yermak, che il 3 giugno ha incontrato a Washington l'inviato speciale della Casa Bianca per il Medio Oriente, Steve Witkoff. "Abbiamo discusso il percorso dei negoziati tra le delegazioni russe e ucraine a Istanbul", ha spiegato Yermak, rilevando di aver aggiornato il diplomatico americano "sulla reale situazione sul campo di battaglia" e di averlo "invitato a visitare l'Ucraina perché tocchi con mano la situazione". "Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco. Abbiamo sostenuto pienamente la proposta statunitense sin da marzo", ha concluso Yermak, "siamo anche pronti a un incontro dei leader, che la Russia continua a evitare". "Invece di rispondere alle nostre proposte costruttive a Istanbul, la parte russa ha presentato una serie di ultimatum già noti che non favoriscono il progresso della situazione verso una vera pace", ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiga su X.
Dalla parte ucraina è stata la “Reuter” a rivelare i contenuti del suo memorandum presentato ai russi a Istanbul, tra i principali vi troviamo: “Un cessate il fuoco completo e incondizionato nel cielo, sulla terra e in mare come sfondo necessario e un prerequisito per i negoziati di pace; Misure di rafforzamento della fiducia – affrontare le questioni umanitarie: il ritorno incondizionato di tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente. Scambio di tutti i prigionieri. Non ripetizione dell’aggressione: lo scopo dei negoziati è quello di ripristinare una base permanente per una pace e una sicurezza durature e per garantire che l’aggressione non si ripresenta. Garanzie di sicurezza e partecipazione della comunità internazionale: l’Ucraina dovrebbe ricevere garanzie di sicurezza affidabili. Le parti inviteranno i rappresentanti della comunità internazionale a partecipare ai negoziati e a fornire garanzie al fine di garantire l’attuazione degli accordi. Sovranità: l’Ucraina non deve essere neutrale. Può scegliere di essere membro della comunità euro-atlantica e di muoversi verso l’adesione all’UE. L’adesione dell’Ucraina alla NATO dipende dal consenso dell’Alleanza. Non possono essere imposte restrizioni sul numero, sul dispiegamento o su altri parametri delle forze armate dell’Ucraina, nonché sul dispiegamento di truppe di stati stranieri amici sul territorio dell’Ucraina. Questioni territoriali: le acquisizioni territoriali raggiunte dalla Russia da febbraio 2014 non sono riconosciute dalla comunità internazionale. La linea di contatto è il punto di partenza per i negoziati. Le questioni territoriali sono discusse solo dopo un cessate il fuoco completo e incondizionato. Sanzioni: alcune sanzioni possono essere revocate dalla Russia, ma gradualmente e solo gradualmente, con il meccanismo per riprendere le sanzioni se necessario. I beni sovrani congelati della Russia sono utilizzati per ricostruire l’Ucraina o rimanere congelati prima che le riparazioni vengano pagate. Attuazione: conciliare una tabella di marcia chiara, equilibrata e realizzabile per l’attuazione e l’applicazione degli accordi”.
Intanto nel nostro Paese non si placano le ignobili, criminali e sconcertanti prese di posizione de “Il Fatto” di Marco Travaglio contro l’Ucraina aggredita. Il 5 e 6 giugno altri due articoli, rispettivamente a firma di Basile e Mini. Oramai questi putiniani incalliti non perdono occasione per sostenere Putin e attaccare Zelensky, in questo validamente supportati dai sovranisti anticomunisti come Rizzo, che in commenti video che impestano oramai la rete social, sostiene che è l'Ucraina che ci porterà alla guerra perché ha osato sfidare la superpotenza nucleare russa. La loro propaganda, in buona compagnia, è martellante. Nel suo pezzo “È il partito della guerra che dà coraggio alla UE”, Elena Basile, afferma che “L’Ucraina è un Paese fallito che sopravvive grazie a fondi statunitensi ed europei. Non è una democrazia inconciliabile con l’abolizione dei partiti e della libertà di culto, con la legge marziale e col posporre le elezioni presidenziali sine die. In tre anni di guerra ha perso territori, una generazione di ucraini e sei milioni di abitanti. I ragazzi si rompono le ossa pur di non andare al fronte. La resistenza ucraina è un mito del passato, sponsorizzato da una classe nazionalista e neonazista al potere di cui Zelensky è ostaggio”, senza minimamente porsi la domanda perché quel paese è in quella situazione. Forse perché qualcuno lo ha proditoriamente aggredito e messo sul lastrico? Nel suo “Attacco alla triade nucleare. Kiev irresponsabile. Ci mette a rischio sfida atomica” l’altro putiniano di ferro Fabio Mini afferma invece che Zelensky e l’Ucraina “scherzano col fuoco”. Con l’operazione “Ragnatela” per Mini “In effetti l’attacco alle basi con i droni è stato un attacco di guerra diretto dai servizi segreti (Sbu) e condotto non dalle forze armate ma da operativi sostenuti da una rete di connivenza interna alla Russia, baldanzosamente ringraziata dallo stesso Zelensky. Un attacco non isolato che segue la catena di attacchi terroristici, assassinii mirati, sabotaggi, attacchi a strutture civili subiti dalla Russia sul proprio territorio a opera dello Sbu ucraino. Il parametro che lo differenzia dagli altri non è la distanza o l’efficacia, ma la natura degli obiettivi, elementi della triade nucleare, e la metodologia relativamente artigianale che permette a chiunque di portare attacchi di prossimità su obiettivi di alto valore strategico e simbolico. Negli Stati Uniti e in Russia di tali obiettivi c’è ampia scelta ed è certamente stato uno choc per i primi più che per la seconda vedere che basi strategiche sono vulnerabili alla mancanza di scrupoli e alla disperazione di chiunque produca e venda droni”.
11 giugno 2025