I nuovi padroni del Mediterraneo orientale
Pirati sionisti abbordano la nave umanitaria al largo di Gaza e sequestrano l'equipaggio
All'Onu Trump protegge ancora una volta il criminale Netanyahu
La Marina sionista alle prime ore del 9 giugno abbordava e sequestrava il veliero Madleen carico di aiuti umanitari diretto a Gaza quando era ancora in acque internazionali e lo dirottava al porto di Asdod. Dopo che un gruppo di navi militari aveva circondato il solitario veliero, i droni lanciavano sul ponte una sostanza urticante per colpire i “percicolosi” passeggeri e una volta garantitosi la sicurezza dell'abbordaggio i pirati sionisti arrestavano i dodici attivisti e l'equipaggio; saranno presto rispediti nei loro Paesi d'origine, comunicava una nota emessa a tambur battente la mattina del 9 giugno dal ministero degli Esteri sionista che piena di boria e arroganza annunciava "Lo 'yacht per i selfie' delle 'celebrità' sta raggiungendo in sicurezza le coste di Israele. I passeggeri dovrebbero tornare nei loro Paesi d'origine" e concludeva con “lo spettacolo è finito". In verità, come denuncia un comunicato del Movimento Studenti Palestinesi in Italia (che pubblichiamo a parte): “Rima Hassan, europalrlamentare francese di origine palestinese, ha detto no. Ha rifiutato di firmare. Ha rifiutato di piegarsi. Per questo, ora, rischia di essere trasferita in un carcere militare israeliano.”
Una azione umanitaria beffeggiata e definita uno spettacolo dai criminali nazisionisti, dagli stessi che hanno organizzato l'abbordaggio ma ancora di più la farsa dei quattro punti di distribuzione degli aiuti a Gaza, rispetto ai 400 precedenti, divenuti trappole mortali per i palestinesi ridotti alla fame: Uno spettacolo-farsa questo sì, organizzata dai nazisionisti assieme al principale complice, l'imperialismo americano, per continuare la pulizia etnica e il genocidio palestinese che gli attivisti sulla Madleen, varata dalla Freedom Flotilla Coalition, volevano denunciare.
In ogni caso ricordiamo che bloccare una nave umanitaria è un crimine di guerra, l'ennesimo compiuto dai finora impuniti nazisionisti. E che secondo il comunicato del ministero della Salute di Hamas nella Striscia del 9 giugno ci sono stati 47 morti e 388 feriti dai nazisionsiti a Gaza solo nelle 24 ore precedenti; il totale del genocidio sale a 54.927 palestinesi morti e 126.615 feriti, in gran parte bambini e donne
Il veliero era salpato l'1 giugno da Catania diretta a Gaza con l'obiettivo di rompere il blocco dal mare imposto da sempre, e non dal 7 ottobre 2023, dai nazisionisti alla Striscia e divenuto con quello dei confini e l'invasione via terra strumento dei criminali nazisionisti per il genocidio palestinese. “Non importa quanto la missione sia pericolosa, non sarai mai pericolosa come il silenzio del mondo di fronte a un genocidio”, sosteneva una degli attivisti a bordo, l'ambientalista svedese Greta Thunberg subito definita “Greta l'antisemita” dal ministro della Difesa Israel Katz, alla partenza della missione. Una missione riportata in diretta su tutti i social a scopi certamente di propaganda a favore della causa palestinese ma anche per mantenere l'attenzione sul veliero dopo che la missione precedente della Flottilla era stata interrotta dai missili lanciati da droni sionisti al largo di Malta.
La missione umanitaria per trasportare “aiuti e attivisti per i diritti umani in aperta sfida all’embargo illegale e genocidario israeliano”, come si leggeva nel comunicato ufficiale pubblicato il primo giugno, era appoggiata da dieci relatori speciali dell’Onu, fra i quali Francesca Albanese, che il 2 giugni chiedevano venisse garantito alla Madleen un “passaggio sicuro”. “Israele deve rispettare il diritto internazionale e obbedire agli ordini della Corte internazionale di giustizia per assicurare il libero accesso agli aiuti umanitari”, scrivevano i relatori Onu. I nazisionisti facevano sapere che avrebbero bloccato la missione su Gaza della nave battente bandiera inglese, ma da Londra nessun commento che somigliava a un via libera, e l'assalto piratesco scattava alle prime ore del 9 giugno.
La notizia dell'abbordaggio dei banditi sionisti era diffusa da Al Jazeera
che riportava la denuncia dell'organizzatrice della Freedom Flotilla, Huwaida Arraf, “La Madleen stava navigando pacificamente e legalmente in acque internazionali. Tutte le persone a bordo sono state rapite. Sono state prese contro la loro volontà mentre navigavano pacificamente e legalmente in acque internazionali, verso le acque territoriali palestinesi, senza avvicinarsi alle acque israeliane”. "È necessario chiarire che Israele non ha assolutamente alcuna giurisdizione, alcuna autorità legittima, per impossessarsi di questa nave”, denunciava Arraf.
Hamas definiva il sequestro della Madleen "terrorismo di stato". "Rendiamo omaggio ai coraggiosi attivisti di diverse nazionalità che hanno resistito di fronte alle minacce e hanno ribadito che Gaza non è sola", scriveva l'organizzazione della resistenza palestinese in un comunicato che definiva la missione della Madleen e di altri convogli umanitari diretti a Gaza provenienti da Algeria, Tunisia e Giordania, che dovrebbero arrivare al Cairo il 12 giugno per poi dirigersi verso il valico di Rafah, "una testimonianza vivente del fallimento della macchina propagandistica israeliana”. "Il sequestro della Madleen non metterà a tacere la voce dei liberi, né fermerà la crescente solidarietà globale con Gaza", dichiarava Hamas che sollecitava il rilascio degli attivisti e la condanna del sequestro da parte delle Nazioni Unite.
Fra le prime condanne riportate da Al Jazeera ricordiamo quella del Consiglio Ebraico d'Australia che esprimeva "grave preoccupazione per gli attivisti a bordo della Gaza Freedom Flotilla" dopo che era stata intercettata e abbordata dalle forze israeliane e chiedeva “al governo australiano di intervenire con urgenza per garantire l'immediato rilascio della nave e la sicurezza dell'equipaggio", poiché "Israele ha una storia di uccisioni di attivisti che cercavano di consegnare aiuti umanitari a Gaza e non ci si può fidare di lui per garantire la sicurezza dell'equipaggio della Freedom Flotilla". Denunciava anche la "continua inazione dei governi occidentali" in merito alle violazioni israeliane del diritto internazionale.
Inazione o peggio, come quello della neofascista Meloni palesemente complice dei nazisionisti e col ministro degli Esteri Tajani che su Radio 1 definiva l'iniziativa della Madleen una "provocazione che non serve a niente" e "un'operazione politica" in quanto si tratta di "una nave piccola che non poteva portare grandi aiuti". Invece l'Italia ha messo in campo azioni concrete per i civili “siamo l’unico Paese che è riuscito a fare entrare un convoglio delle Nazioni Unite (uno solo?, ndr). L’11 giugno arriverà in Italia il piccolo Adam con la mamma, la zia e quattro cuginetti (i sopravvissuti di un'intera famiglia sterminata dalle bombe nazisioniste, ndr). Ieri sera il governo d’Israele ha autorizzato la partenza e quindi dall’11 saranno in Italia e saranno curati in Lombardia. (…) L’Italia è il Paese che ha accolto il 10% di tutti i palestinesi che hanno lasciato Gaza, è il Paese che ha fatto di più insieme all’Egitto e altri due Paesi arabi", non stiamo certo a guardare sosteneva l'accalorato Tajani. Non commentabile.
Restava a guardare il genocido palestinese anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a causa del veto dell'imperialismo americano che il 4 giungo bloccava una risoluzione che sollecitava un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente nella guerra di Israele contro Gaza. Gli altri 14 paesi votavano a favore. “Gli Stati Uniti hanno assunto una posizione molto chiara sin dall’inizio di questo conflitto: Israele ha il diritto di difendersi, il che include sconfiggere Hamas e garantire che non sia mai più in grado di minacciare Israele” altro che cessate il fuoco, dichiarava al Consiglio l'ambasciatrice statunitense ad interim Dorothy Shea.
L’Ambasciatore cinese Fu Cong dichiarava che le azioni di Israele hanno “oltrepassato ogni linea rossa” della legge umanitaria internazionale e hanno violato gravemente le risoluzioni delle Nazioni Unite, “eppure, a causa della protezione da parte di un solo paese, queste violazioni non sono state fermate e non se ne è cercata la responsabilità”; belle parole ma fatti zero.
Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i Territori palestinesi occupati, rilanciava su X: “Mentre #Madleen deve essere rilasciata immediatamente, ogni porto del Mediterraneo dovrebbe inviare imbarcazioni con aiuti, solidarietà e umanità a Gaza. Salperanno insieme: uniti, saranno inarrestabili. BreakingTheSiege (Rompere l'assedio, ndr) è un dovere legale per gli stati e un imperativo morale per tutti noi”.
Durante la prima settimana di giugno intanto i nazisionisti bombardavano varie località della Siria infischiandosene delle proteste del governo di Damasco; il 5 giugno colpivano coin una decina di raid aerei il quartiere di Dahieh, alla periferia sud di Beirut, quella ripetutamente colpita durante l'oinvasione del Libano iniziata l’8 ottobre 2023 e solo formalmente finita il 27 novembre 2025, con la farsa della firma del cessate il fuoco patrocinato dagli Usa e mai rispettato.
L’attacco arrivava alla vigilia dell’Eid el Adha, la festa del sacrificio (di Isacco da parte di Abramo), la seconda più importante celebrazione islamica: Il precedente bombardamento sionista sulla stessa area era avvenuto due mesi fa, alla vigilia dell’Eid el Fitr, la fine del mese di Ramadan, un altra scadenza religiosa importante per la comunità sciita. Che sia un caso o una scelta deliberata dei nazisionisti, resta assente o del tutto inefficace la risposta del presidente Joseph Aoun e del primo ministro Nawaf Salam, entrambi eletti a inizio anno col plauso dei paesi imperialisti.
I nazisionisti hanno infine ammesso di aver armato gruppi di banditi palestinesi a Gaza per attaccare i convogli degli aiuti e creare altri pericoli e caos tra la popolazione e rendere “inevitabile” l'occupazione diretta. Il 6 giugno l'attacco di un gruppo di coloni al villaggio di Deir Dibwan in Cisgiordania con la distruzione di fattorie, greggi e campi coltivati e il tentativo di irruzione nel vicino villaggio di Beitin, sventato dalla reazione della popolazione, con un bilancio di almeno 35 palestinesi feriti avvenuti sotto la copertura dei reparti dell'esercito occupante, e senza che le forze della collaborazionista ANP di Abu Mazen abbia mosso un dito in loro difesa, ricordano infine che i nazisionisti assieme al genocidio a Gaza portano avanti la pulizia etnica e l'occupazione definitiva della Cisgiordania, già da tempo sparita dalla cartina della Grande Israele, questa si illegale, dal fiume al mare.
11 giugno 2025