Firenze sfiora il quorum
I Sì per maggiori diritti sul lavoro al 90%. Più indietro i favorevoli alla riduzione dei tempi per la cittadinanza
Redazione di Firenze
Nella città del Giglio, oltre 125mila elettori si sono recati alle urne per i referendum dell'8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza. In percentuale i votanti si attestano mediamente al 46,96% degli aventi diritto, che porta Firenze ad essere una delle poche città italiane ad aver sfiorato il raggiungimento del quorum. In realtà l'obiettivo di superare il 50% in un territorio nel quale da sempre a livello elettorale è radicata la sinistra istituzionale e le associazioni a lei vicine, era il minimo che la CGIL assieme a PD e compagnia poteva aspettarsi, e invece stavolta il bis del plebiscito ottenuto al referendum su acqua e nucleare non c'è stato. Probabilmente anche l'esito di quella poderosa vittoria sul riconoscimento pubblico dei beni comuni, sostanzialmente disatteso dai governi che si sono succeduti sia a livello nazionale che locale, ha contribuito alla sfiducia per la quale una buona parte dell'elettorato ha disertato le urne anche in questo importante appuntamento.
Se sul lavoro il Sì ha ottenuto il 90% circa dei voti, il quesito sulla riduzione dei tempi per poter chiedere la cittadinanza italiana si è fermato al 74,62%, anche a conferma che decenni di guida prima PCI, poi PDS, DS e infine PD sul territorio, non hanno saputo né voluto sradicare fino in fondo pregiudizi razzisti e favorire davvero l'accoglienza e il rispetto delle diversità etniche, se non a parole.
Basti pensare al decreto Minniti-Orlando, che reintrodusse di fatto i tribunali speciali di mussoliniana memoria per espellere i migranti richiedenti asilo politico. Una guerra tra poveri insomma, che avvantaggia solo i padroni e gli sfruttatori, come la storia ci insegna.
Le cause di questo esito sono da ricercare nello scarso impegno di PD, AVS, M5S e UIL e pure nel silenzio totale dei sindacati di base, più preoccupati di non far da traino alla CGIL, che ad andare nel concreto e gettare anima e corpo oltre l'ostacolo per i 5 Sì. Anche qui, sebbene con proporzioni diverse data la minore appartenenza delle masse fiorentine a quell'area, un deterrente è stata la chiamata all'astensione referendaria della destra di governo.
L'indicazione di votare Sì è arrivata anche da organismi storici nel panorama cittadino - come il CPA Firenze Sud ad esempio - ma ciò non è bastato per andare oltre il quorum.
Il PMLI, che durante la campagna referendaria non si è risparmiato e ha messo in campo tutte le energie disponibili, ha dato il proprio contributo come ha sempre fatto in passato e come farà sempre in futuro quando in ballo ci sono i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e dei migranti.
18 giugno 2025