Perché non siamo d'accordo sulla piattaforma della Staffetta partigiana dell'ANPI

 
Dal 12 al 28 giugno l' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) ha lanciato una mobilitazione definita “di pressione e informazione diffusa” sotto forma di “Staffetta Partigiana”, in pratica con iniziative in dieci luoghi simbolo dell’antifascismo, della lotta Partigiana e della barbarie nazifascista sul territorio nazionale .
Non a caso, vista la piattaforma che approfondiremo in seguito, la prima tappa è stata scelta a Ventotene, poi Predappio paese natale di Mussolini, e ancora Marzabotto dove si è tenuta la marcia “Save Gaza” fino a a Monte Sole, Milano, Fermo, Venezia Mestre, Pontremoli, fino al “Narodni Dom” di Trieste, la Casa degli Sloveni incendiata nel 1920 dai fascisti.
Se l'iniziativa rappresentasse il rilancio di ciò che ci ha insegnato la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo del nostro Paese, quegli ideali antimperialisti, di libertà, indipendenza nazionale e di giustizia sociale che incarnarono la lotta partigiana, allora questa staffetta sarebbe utile e lodevole; tuttavia nella sua piattaforma L'ANPI inserisce quattro temi importanti come pace, democrazia, lavoro e diritti, ma la lettura che ne dà è distante anni luce dall'eredità sulla quale l'associazione dovrebbe fondare la sua linea politica nazionale e estera.

Pace
L'ANPI prende atto che oggi stiamo assistendo al passaggio dal mondo unipolare a trazione USA, a quello multipolare, riconoscendo nei fatti un ruolo sempre più aggressivo sullo scacchiere internazionale di Russia e Cina, seppur senza citarlo e criticarlo a sua volta come polo imperialista.
Riconosce anche la presenza di una Internazionale di estrema destra, come abbiamo scritto anche noi sulle pagine del nostro giornale più volte, che metterebbe in discussione “l'ONU, le sue Agenzie e la Corte Penale Internazionale”. Ecco quindi che per l'ANPI l'ONU non è un organismo internazionale dominato e ipotecato dalle potenze imperialiste più forti, bensì una colonna portante da difendere.
Giusta l'opposizione al piano di riarmo dei Paesi UE per 800 miliardi di euro, ma assolutamente sbagliata è la posizione sulla guerra in Ucraina, propria dell'associazione di via degli Scipioni fin dall'inizio del conflitto, che anche oggi viene rilanciata in tutta la sua sostanza filoputiniana.
“La politica dell’UE nei confronti del conflitto in Ucraina – si legge sul manifesto - si è dimostrata sbagliata e controproducente: non si è mai fatto un bilancio realistico di più di tre anni di sanzioni e di invio di armamenti, né si è mai parlato di negoziato, mentre da un lato si continua a inneggiare a una vittoria militare dell’Ucraina che è quanto mai lontana dalla realtà, e dall’altro si avvia un processo di militarizzazione delle società nella prospettiva dichiarata di una prossima guerra con la Russia.”.
Nessuna condanna dunque della Russia neozarista, né alcuna traccia di solidarietà al popolo ucraino martoriato sotto le bombe di Mosca, ma addirittura un capovolgimento fra aggredito e aggressore, dal momento che denuncia la “prospettiva dichiarata di una prossima guerra contro la Russia” da parte dell'imperialismo dell'Ovest.
Sebbene a oggi appaia lampante che è l'Ucraina a difendersi dall'aggressione russa, per l'ANPI la vittoria dell'Ucraina è “lontana dalla realtà”, quindi l'unica soluzione per risolvere la questione sarebbe l'immediato cessate il fuoco con l'accettazione e il riconoscimento delle annessioni territoriali conquistate militarmente dalle truppe di Putin. Non richiedere il ritiro dell'esercito neozarista appare paradossale per chi si propone quale l'erede dei partigiani che sconfissero il nazifascismo assieme all'URSS di Stalin, che è l'esatto opposto della Russia di Putin; senza considerare che la “pace” che scaturirebbe dalla posizione dell'ANPI sarebbe nient'altro che la resa incondizionata dell'Ucraina, nient'altro che l'accettazione di fatto dell'espansionismo imperialista russo in particolare verso quei paesi che ritiene determinanti per salvaguardare la sua sfera di influenza.
Si tratta di un'analisi opportunistica dell'imperialismo odierno che da una parte copre l'aggressività e le responsabilità dell'imperialismo dell'Est e dall'altra attribuisce un ruolo centrale e positivo alla superpotenza europea. Secondo cui spetterebbe all'UE “il superamento delle attuali violente contrapposizioni nel nostro continente”, così come maggiore dovrebbe essere il contributo europeo in Medio-Oriente. E tuttavia sulla Palestina si limita a chiedere la condanna Israele sionista “sul piano dei rapporti diplomatici e commerciali” e un urgente piano di aiuti per la ricostruzione di Gaza rilanciando la fallimentare proposta dei due popoli, due stati e non piuttosto la libertà del popolo palestinese “dal fiume al mare”.
Si tratta di un'analisi dell'imperialismo odierno che opportunisticamente assolve la superpotenza europea che si è confermata in tutti questi come un'alleanza imperialista nata in funzione degli interessi dei rispettivi monopoli che stanno dietro ai governi nazionali e ne dettano la linea per potersi espandere e conquistare nuovi mercati. Com'è possibile accreditare l'Ue che è fonte di dominio, oppressione, rapina e sfruttamento dei popoli degli Stati che la compongono, ma anche di quelli dell'Africa e del Terzo mondo? Com'è possibile prenderla a modello quantunque tutto il suo operato sia stato a beneficio del grande capitale a cui ha regalato un mercato unico prima e una moneta unica, l'euro, e una Banca centrale poi, che hanno obbligato i paesi aderenti a perseguire politiche ferocemente liberiste e antipopolari?
La missione Aspides nel Mediterraneo promossa e guidata dall'Unione Europea, con il coinvolgimento attivo e il comando operativo dell'Italia, né è un evidente esempio. L'UE infatti va sciolta, ma per l'ANPI invece, nel solco tracciato dalle forze politiche parlamentari liberiste di “centro-sinistra” alla quali tira la volata, va riformata e fortificata.

Democrazia, lavoro e diritti
La “democrazia” sulla quale si fonda e che ricerca l'ANPI è quella del “Manifesto di Ventotene” scritto dal trotzkista Altiero Spinelli espulso nel 1937 dal PCI revisionista con l'accusa di voler "colpire dall'interno le basi della dottrina marxista e minare l'ideologia bolscevica", e Ernesto Rossi, tra i fondatori di "Giustizia e Libertà", del quale nell'omonimo paragrafo, sulla scia dello scontro parlamentare dello scorso marzo, se ne tessono le lodi più sfrenate. Alla fine, tutto ciò serve all'ANPI per chiedere di rafforzare il Parlamento Europeo affinché possa proporre leggi essendo “l'unico organismo eletto da tutti i cittadini europei”.
Ovviamente, data la sua posizione prettamente istituzionalista, l'ANPI lamenta i risultati delle elezioni europee che “registrano sempre di più una bassa affluenza, segno di un senso di distanza e sfiducia tra cittadini e istituzioni europee”, e con lo stesso piglio elettoralista che ostenta alle tornate elettorali nazionali, sostanzialmente intende rafforzare un organismo in mano ai lobbisti di mezzo mondo, alla finanza internazionale e alle grandi multinazionali, inviso alle masse popolari che giustamente lo delegittimano alle urne, anziché prenderne le distanze.
Insomma, come sua stella polare – oltre alla Costituzione borghese del 1948 – c'è proprio il “Manifesto di Ventotene”. Ma se la Costituzione borghese è ormai carta straccia anche nelle sue parti più avanzate controriformate da destra e dalla sinistra di regime, Ventotene rappresenta una prospettiva complessivamente liberal-democratica, federalista e interclassista tale da giudicare non antagonistici gli interessi di borghesia e proletariato che invece si fanno sempre più aspri e sono l'origine delle ingiustizie sociali che l'associazione guidata da Pagliarulo dice di voler combattere.
Una posizione anch'essa distante anni luce dagli auspici di coloro che versarono il sangue nella guerra di Liberazione e che a nostro avviso non può rappresentare l'alfa e l'omega di chi sostiene di essere l'erede della Resistenza.
Anche sul lavoro, l'ANPI dice di schierarsi “in Italia, come in Europa e nel resto del mondo, al fianco di chi si batte per ridare dignità e tutele alle persone che lavorano, perché i salari non siano compressi a vantaggio della competitività” e di chi “si batte contro il lavoro povero e contro una precarietà che sembra non avere più limiti, e perché venga garantita la sicurezza sul lavoro di chi si alza ogni mattina per andare a lavorare e abbia la certezza di potere tornare a casa”, ma poi la ricetta riformista che propone è di fatto un sostegno al “mercato del lavoro interno alla UE” dati i dazi trumpiani, la fine dell'austerità imposta da Maastricht e il giusto aumento dei salari.
Secondo l'ANPI dunque l'UE è ancora una volta il principale organo che dovrebbe regolare il lavoro; un lavoro che può continuare a rimanere schiavitù salariata. Una posizione non solo interclassista, ma anche liberista a tutto tondo; un po' poco per chi vuole rappresentare coloro che salirono in montagna non solo per liberarsi dalle catene nazifasciste, ma anche per ridisegnare una società giusta senza sfruttatori né sfruttati.
Nulla cambia nemmeno nel paragrafo che riguarda i diritti, nel quale l'ANPI passa in rassegna una serie di auspici in larga parte condivisibili sul “fenomeno migratorio”, sull'accoglienza e sul “Blocco Visegrad”, ma ancora una volta rimette la soluzione di questi problemi al ruolo dell'UE, vero pilastro della linea politica dell'associazione guidata da Pagliarulo.

Nessun attacco al governo neofascista Meloni
Sebbene la staffetta abbia nel suo titolo “per un'altra Europa”, la totale assenza di critica al governo neofascista Meloni ci pare una mancanza inaccettabile e fuorviante per gli antifascisti e le antifasciste del nostro Paese.
In un momento in cui l'arroganza del governo e dei suoi ministri fascisti diviene ogni giorno più evidente e dove le leggi antidemocratiche e antipopolari si moltiplicano assieme a un revisionismo storico che sta inondando ogni aspetto della vita quotidiana del nostro Paese, non denunciare Meloni e camerati equivale a offrire una sorta di copertura, e certamente consegnare loro altro tempo per portare avanti il loro nero disegno reazionario di completa fascistizzazione dello Stato borghese nel quale viviamo. Possibile non denunciare neppure il decreto fascista “sicurezza” diventato legge?

Una piattaforma insufficiente e fuorviante
A nostro avviso per risolvere tutte le contraddizioni che l'ANPI tratta nel suo Manifesto, occorre innanzitutto abbandonare immediatamente le illusioni europeiste di qualsiasi genere, e lottare per l’uscita dell’Italia dall’Ue che è un organismo capitalista e imperialista. Chiamamo l'ANPI e i suoi militanti e simpatizzanti a una riflessione su questo punto focale: capire che solo il socialismo è in grado di realizzare l'Europa dei popoli, di abbattere tutte le barriere siano esse fisiche o economiche, per costruire un'Europa senza più sfruttati e sfruttatori.
Un passaggio impossibile da realizzare pacificamente ed elettoralmente se non si realizzerà prima il socialismo nei singoli Paesi dell'UE, a cominciare dall'Italia.
Nell'immediato, chiamare l'Italia a uscire dalla UE vorrebbe dire anche svincolanrsi da ogni vincolo associativo, incluso quello militare che rischia di coinvolgerci in nuove guerre imperialistiche, e più in generale farebbe riacquistare all'Italia la sovranità e l'indipendenza nazionali, almeno in riferimento alla UE creando migliori condizioni per lo sviluppo della lotta di classe contro il capitalismo, per il socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato.
D'altro canto secondo noi in un contesto come quello di oggi, con un governo neofascista in carica, le forze di tutti gli antifascisti e di tutte le antifasciste devono essere concentrate unicamente ad abbatterlo, e l'esperienza emersa dai recenti risultati referendari indica la piazza come unico strumento ancora efficace per farlo.
L'ANPI dunque dovrebbe comprendere che prima di ogni altra riflessione internazionale, il suo compito storico dovrebbe essere proprio quello di indicare ai suoi militanti a gran voce questo inderogabile impegno unitario antifascista.
Ecco perché pensiamo che l'assenza di questa denuncia nel manifesto europeista, liberale e borghese della staffetta, sia un enorme errore da parte dell'ANPI, probabilmente il più grave, data la necessità di elevare le coscienze antifasciste e di mobilitarle con urgenza contro il governo neofascista Meloni per abbatterlo prima che sia troppo tardi.
 
18 giugno 2025