L'Umbria tra le regioni con più alta affluenza
Quorum raggiunto a Paciano, provincia di Perugia
La lotta di classe è la vera rivolta sociale
Dalla corrispondente del PMLI per l'Umbria
In un clima generale non facile che ha caratterizzato a livello nazionale la propaganda referendaria, fatto di censure e minacce da parte della destra del regime borghese tutta schierata per l'astensione o il boicottaggio del voto, l'Umbria si attesta leggermente sopra la media nazionale come affluenza alle urne.
Il 31,07% dei 659.165 elettori, ovvero 205.561 (nulle 1.512, bianche 3.512) si è recato a votare in occasione del referendum dell'8 e 9 giugno su temi come i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e quelli di cittadinanza. Su i primi 4 quesiti il SI in Umbria oscilla intorno al 90% mentre il 5° quesito registra una percentuale più bassa.
Nella provincia di Perugia, è stato centrato il quorum nel comune di Paciano con il 51,3%, mentre a Perugia città ha sfiorato il 34,5%.
Nella provincia di Terni svettano per affluenza Allerona 43,6% e Parrano 43,5%, mentre Terni città è intorno al 31,3%.
Entrando nello specifico dei quesiti si registra: “Reintegro licenziamento illegittimo” 90,06% SI 9,94% NO, “Limite massimo all'indennità per licenziamento senza giusta causa” 88,5% SI 11,50 NO, “Tutela dei contratti a termine” 89,8% SI 10,20% NO, “Responsabilità penale infortuni sul lavoro” 88,11% SI 11,89% NO, “Riduzione periodo per richiesta cittadinanza” 64,61 SI 35,39 NO.
Il quorum non raggiunto non può essere un deterrente per non insistere nella lotta contro il Jobs Act e più in generale per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché per affermare i diritti di chi ha origini straniere.
Come ha ben evidenziato il Documento del Comitato centrale del PMLI sul referendum “la rivolta sociale la si fa con la lotta di classe e non certo con il voto elettorale, e per cambiare radicalmente l'Italia ci vuole ben altro, bisogna abbattere per via rivoluzionaria il capitalismo e il potere politico della borghesia e instaurare il socialismo e il potere politico del proletariato”.
Cosa aspetta la CGIL guidata da Landini a organizzare le operaie e gli operai, le lavoratrici e i lavoratori, a scendere in piazza in maniera continuativa e unita per abbattere il governo di Mussolini in gonnella Meloni e per riappropriarsi dei diritti persi e dei diritti negati anche dai precedenti governi borghesi?
18 giugno 2025