Chiesti gli arresti domiciliari
La sindaca di Prato Bugetti (PD) indagata per corruzione
“Ha asservito la sua funzione in cambio di voti e contributi elettorali”
Favori all'imprenditore tessile Matteini Bresci maestro venerabile della Gran Loggia d’Italia e fondatore del “Gruppo Colle” già condannato per una vicenda simile
Matteini si vantava: “È un mio arnese”
Dal corrispondente della Cellula “G. Stalin” di Prato
Con l'accusa di corruzione, il 13 giugno la Procura di Firenze ha chiesto gli arresti domiciliari per la sindaca di Prato Ilaria Bugetti (PD) eletta appena un fa al primo turno con il 52% dei voti validi.
La notifica del provvedimento giudiziario è stata accompagnata da una serie di perquisizioni e sequestro di documenti effettuate presso l'abitazione e l'ufficio di Bugetti al termine delle quali gli inquirenti hanno notificato alla sindaca anche un avviso a comparire il 19 giugno davanti al giudice per le indagini preliminari il quale, dopo l'interrogatorio, deciderà sulla richiesta di arresto avanzata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli: “perché Bugetti è ricattabile” e gli deve essere impedito di comunicare con chiunque.
L’inchiesta è scaturita da una precedente indagine della Direzione distrettuale antimafia sul criminale intreccio fra politica e imprenditori che attanaglia gran parte del distretto industriale di Prato e provincia.
Nelle 113 pagine che compongono l'ordinanza di arresto, gli investigatori ipotizzano uno scambio di favori tra Bugetti e l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, fondatore e a lungo amministratore del “Gruppo Colle” nonché maestro venerabile della Gran Loggia d’Italia “Loggia Sagittario” di Via Lazzerini, per il quale la Procura fiorentina chiede invece l’arresto in carcere.
Secondo l'accusa “in cambio di voti e contributi elettorali Bugetti ha asservito la sua funzione”, prima di consigliere regionale della Toscana e poi di sindaca di Prato, agli interessi di Matteini Bresci che già un anno fa era stato arrestato insieme al comandante della Compagnia dei carabinieri di Prato, Sergio Turini, sempre con l'accusa di corruzione per i favori che il carabiniere ha fatto all’imprenditore in cambio di utilità personali e per cui a febbraio 2025 entrambi gli imputati hanno patteggiato la pena e sono stati condannati a 1500 ore di servizi di pubblica utilità.
Per gli inquirenti, Matteini è il “corruttore” che ha “investito politicamente sulla figura di Bugetti per ottenere protezione per sé e per soggetti a lui vicini, in cambio di sostegno elettorale e finanziamenti”. Mentre Bugetti si è messa “a disposizione delle esigenze dell’imprenditore” con un “completo asservimento della sua funzione”.
Al vaglio dei magistrati c'è soprattutto il periodo in cui la boss del Pd pratese era ancora consigliera regionale (2015-2024) e, in virtù del “legame corruttivo che si sarebbe protratto fino alla sua elezione a sindaca nel giugno scorso”, ha favorito Matteini con atti amministrativi inerenti concessioni regionali, interventi in controversie di lavoro e mediazioni per passaggi di quote di società dell’imprenditore.
Dalle intercettazioni e dalla contestuale richiesta di arresto emerge un mercimonio corruttivo a dir poco vergognoso con Matteini che al telefono rassicura i suoi amici imprenditori affermando che: “Ilaria Bugetti è un attrezzo mio, una mia creatura…” e si vanta pubblicamente anche con la stessa Bugetti del potere politico ed economico che gli deriva dalle sue frequentazioni massoniche.
Infatti il sodalizio fra Bugetti e Matteini risale a quasi 26 anni fa. La scalata politica di Bugetti va di pari passo con la scalata imprenditoriale di Matteini. A partire dal 1999 Bugetti viene eletta prima consigliera comunale e poi nel 2004 sindaca di Cantagallo (il comune di Prato dove ha sede il Gruppo Colle di Matteini). Nel 2011, contro ogni previsione, Bugetti vince la disputa contro il candidato “forte” Stefano Ciuoffo, oggi assessore in Regione, e viene eletta segretaria provinciale del Pd che nel frattempo ha perso le elezioni comunali e per la prima volta si ritrova all’opposizione della giunta di centrodestra capeggiata dal berlusconiano Roberto Cenni.
Nel giugno 2016, prima di essere eletta in Regione, Bugetti viene assunta dalla società Brokertechno srl, controllata dalla Vettore Sistema Italia srl, partecipata dal Gruppo Colle di Matteini.
Dal 2016 al 2024 mentre era consigliera regionale, Bugetti ha percepito in otto anni da Matteini redditi per oltre 80.000 euro mai dichiarati agli uffici della Regione e si è sempre rifiutata di rivelare anche il nome del suo datore di lavoro. Un obbligo che Bugetti assolverà solo nel giugno del 2024 alla vigilia delle elezioni comunali di Prato quando presenta contestualmente la richiesta di aspettativa dal lavoro e la sua candidatura a sindaca della città.
I magistrati sono convinti che Bugetti è stata rieletta in consiglio regionale nel 2020 e poi sindaca di Prato nel 2024 coi “voti decisivi raccolti da Matteini Bresci” derivanti anche dalle sue “frequentazioni massoniche” e grazie ai finanziamenti sollecitati dall’imprenditore da marzo a giugno 2024: in totale 27 mila euro sui 133 raccolti dal Pd.
Secondo gli inquirenti: “Le somme versate da Matteini Bresci in favore dell’indagata non costituiscono finanziamento illecito, ma dimostrano plasticamente il vantaggio patrimoniale ottenuto da Bugetti quale contropartita della sua messa a disposizione. Invero — precisano i magistrati — lei non avrebbe ottenuto l’impiego presso la Broker Techno e poi anche i finanziamenti, se non avesse piegato la propria funzione agli scopi e alle finalità richieste dal corruttore”.
Gli stessi commenti di Matteini intercettato dagli inquirenti mentre chiede agli amici imprenditori e massoni di finanziare e appoggiare la scalata politica di Bugetti, sono per i Pm “dimostrativi di questa finalità, poiché egli esplicitamente, nel medesimo contesto spazio temporale in cui richiede i contributi, afferma che la stessa è un suo 'arnese', appellativo che non richiede altri commenti”.
Matteini al telefono si vanta di aver “portato 4mila voti a Bugetti nella campagna elettorale del 2020 per le regionali” e di aver contribuito alla sua elezione a sindaca di Prato lasciando chiaramente intendere che Bugetti fa parte della sua loggia massonica. Riferisce anche al comandante provinciale dei carabinieri Turini che: “Ilaria è stata già benedetta: abbiamo per 5 anni qualcuno che ci ascolta” e parla di “cappucci neri” e “spade” con cui impartisce “l’ordinino” di votare la sua sodale; e con cui nomina “nuovi fratelli”.
Insomma, concludono gli inquirenti, si tratta di un “rapporto patologico” e di totale “asservimento” della sindaca ai desiderata dell'imprenditore a cui Bugetti non sarebbe mai venuta meno.
Da consigliera regionale avrebbe patrocinato, impegnandosi direttamente con gli uffici, decreti regionali favorevoli alle attività delle aziende del Gruppo Colle agevolando una rettifica del quantitativo d’acqua prelevabile ai fini della produzione di energia idroelettrica “gradita” agli interessi di una partecipata del gruppo Matteini Bresci, la Hydro Green Energy srl. Inoltre Matteini avrebbe chiesto a Bugetti di intervenire direttamente sull’assessora regionale all’ambiente Monia Monni (Pd) per mitigare gli effetti dei controlli dell’Arpat, che insieme alle verifiche del Noe dei carabinieri, avrebbero potuto far sospendere l’attività produttiva delle sue imprese.
Bugetti avrebbe fatto anche da garante a un “patto“ relativo alla cessione da parte di Confindustria Toscana Nord e del Comune di Prato delle quote della Gida spa alla multiutility Alia nell’ottica di abbattere i costi di depurazione industriale e, per evitare al Gruppo Colle la costruzione di un depuratore proprio, la Bugetti si sarebbe adoperata, anche in veste di sindaco, per la realizzazione della “fognatura separata“, anch’essa utile al contenimento dei costi delle industrie di Matteini Bresci. Proprio per questa opera, la sindaca avrebbe cercato di accontentare i consorziati per eliminare o ridurre il canone di affitto annuo da 22mila euro per l’area dell’ex Memorino individuata per lo stoccaggio dei materiali, ritenuto troppo “esoso”.
18 giugno 2025