Nuove stragi di civili provocate dai bombardamenti russi e stallo diplomatico dopo il memorandum capestro di Mosca
Putin: “I russi e gli ucraini sono un unico popolo, e in questo senso tutta l'Ucraina è nostra”
Zelensky: “Vuole tutta l’Ucraina... Oggi, gli ucraini combattono contro i russi con lo stesso coraggio con cui i nostri antenati sconfissero il nazismo”
Sventati due attentati per uccidere Zelensky
Con la stessa strategia criminale dei nazisionisti israeliani a Gaza e in Iran i nazizaristi russi continuano a provocare morti e distruzioni civili in Ucraina. Il 23 giugno gli aggressori russi hanno lanciato missili balistici contro la città di Bilhorod Dnistrovskyi, nella regione di Odessa. Due persone sono state uccise e più di una decina sono rimaste ferite, si teme che diverse altre persone siano sotto le macerie. Sui suoi social il presidente ucraino Zelensky ha parlato di un attacco “assolutamente folle” che ha colpito una scuola “quasi completamente distrutta”. Zelensky ha invitato a un “aumento della pressione e delle sanzioni contro la Russia”. “Se la Russia non sarà costretta alla pace, gli altri Paesi europei dovranno pensare a proteggere le loro scuole, ospedali ed edifici, ovunque questi assassini russi possano colpire”. È salito invece a 9 il numero delle vittime civili del massiccio attacco lanciato la notte precedente dalle forze russe su Kiev e la regione della capitale. Mentre il 16 giugno la Russia aveva effettuato uno dei più grandi attacchi combinati contro l’Ucraina dall’inizio di questa guerra. Gli obiettivi, ha affermato il presidente ucraino Zelensky al G7 il giorno dopo, “erano le nostre città, cioè la gente comune, le famiglie ordinarie nelle loro case. C’erano 440 droni, la maggior parte dei quali Shaheds, e 32 missili di vario tipo, compresi quelli balistici e quelli con testate a grappolo. Un missile balistico ha colpito un edificio residenziale – è passato dall’ultimo piano verso il seminterrato. Solo a Kiev, c’erano circa 30 luoghi in cui i missili hanno colpito o sono caduti detriti. Quasi 150 edifici residenziali sono stati danneggiati solo a Kiev. Al momento, sappiamo che 131 persone sono rimaste ferite. 15 persone sono state uccise (diventate poi ben 23, ndr)”.
Il presidente Volodymyr Zelensky rimane il nemico numero uno di Putin e degli aggressori nazizaristi, al punto da essere diventato bersaglio di due attentati per assassinarlo. Sventati dai servizi di sicurezza dell’Ucraina (Sbu), secondo l’agenzia di stampa ucraina Interfax Ukraine, il premier ucraino sarebbe stato preso di mira prima al quartier generale della presidenza a Kiev e poi all’aeroporto di Rzeszów in Polonia, scalo che viene usato come terminal per i viaggi da e per l’Ucraina. “L’obiettivo era quello di rimuovere fisicamente il presidente Zelensky all’aeroporto di Rzeszow. Erano stati presi in considerazione diversi metodi. Uno di questi era un drone Fpv, un altro un cecchino“.
Sul piano diplomatico niente di nuovo, se non una pesante pressione russa sugli Stati che continuano a sostenere l’Ucraina e sugli USA di Trump. La Russia vuole porre fine alla guerra in Ucraina “il più presto possibile”, preferibilmente con mezzi pacifici, ed è pronta a continuare i negoziati, a condizione che Kiev e i suoi alleati occidentali siano disposti a impegnarsi, ha affermato Putin il 18 giugno durante una tavola rotonda con i redattori delle principali agenzie di stampa internazionali, aggiungendo di essere pronto a incontrare il presidente Volodymyr Zelensky.
“Sono passati esattamente 100 giorni da quando l'Ucraina ha accettato incondizionatamente la proposta di pace degli Stati Uniti per un completo cessate il fuoco, per porre fine alle violenze e per avviare un vero processo di pace. Sono esattamente 100 giorni da quando la Russia ha respinto questo primo passo verso la pace" ha scritto su X il 19 giugno il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, replicando alla disponibilità espressa dal presidente russo Vladimir Putin di incontrare quello ucraino Volodymyr Zelensky, per porre fine al conflitto. E ha aggiunto: "Cento giorni di manipolazioni russe e di opportunità perse per concludere la guerra. Cento giorni di un'escalation del terrore russo contro l'Ucraina anziché stopparlo. L'Ucraina resta impegnata per la pace. Purtroppo la Russia continua a scegliere la guerra, ignorando gli sforzi americani di fermare le uccisioni. E' tempo di agire ora e costringere la Russia alla pace".
In contemporanea analizzando la situazione attuale tra Russia e Ucraina, in vista di una prossima fase negoziale, il portavoce di Putin ha affermato che "l'Ucraina dovrà comprendere e accettare le nuove realtà, mentre Kiev non le comprende ancora appieno". In dichiarazioni alla stampa, rilanciate dall'agenzia Tass, Dmitry Peskov ha detto che "l'Ucraina dovrà certamente capire che la situazione è cambiata rispetto a tre anni fa. L'Ucraina dovrà comprendere la realtà e accettarla". Secondo costui, il testo del memorandum presentato a Istanbul contiene tutti questi dettagli, esprimendo la speranza che il lavoro dei negoziatori prosegua e che le parti raggiungano il terzo round. "A quanto pare, non fino in fondo, l'Ucraina non comprende la realtà, ma almeno probabilmente hanno letto attentamente il testo del memorandum che abbiamo consegnato. In effetti, contiene tutte queste nuove realtà", ha sottolineato il portavoce del Cremlino. Ossia Kiev dovrebbe accettare senza colpo ferire l’inaccettabile ultimatum russo.
Ma il pezzo forte della strategia nazizarista russa si è manifestato il 20 giugno nell’incontro con la stampa internazionale addomesticata presente alla Sessione plenaria del 28° Forum economico internazionale di San Pietroburgo, dove Putin ha spiattellato la linea neozarista dell’imperialismo russo. Partendo dal campo e di "non escludere" la possibilità che le sue truppe conquistino la città di Sumy in Ucraina, nella loro avanzata per creare una fascia di sicurezza per impedire i bombardamenti ucraini sul territorio russo, la Russia "non mette in discussione il diritto dell'Ucraina all'indipendenza e alla sovranità", ma "I russi e gli ucraini sono un unico popolo, e in questo senso tutta l'Ucraina è nostra". “La Russia – ha continuato Putin - non sta cercando la capitolazione dall'Ucraina, insiste sul riconoscimento della realtà sul campo”, ed è "a favore della creazione di un ordine multipolare nel mondo dove tutti raggiungano accordi e trovino soluzioni". Riproponendo l’ormai stucchevole teoria dell’espansione della NATO a Est, del “colpo di stato anticostituzionale” in Ucraina, delle “nostre azioni volte a proteggere una parte della popolazione che si considerava sangue, spiritualmente connessa con la Russia, con la cultura russa e la sua gente” riferendosi alla Crimea e al Donetsk-Lugansk. Fino alla guerra per procura voluta da inglesi e americani per “distruggere” la Russia, con gli accordi quasi già firmati a Istanbul stracciati.
Incredibile come Putin abbia dato una lezione di diritto internazionale dopo averlo impunemente calpestato. “Potete discutere quanto volete”, ha affermato il nuovo zar del Cremlino, potete accusare la Russia quanto volete di aver iniziato l’aggressione. Ma ascoltatemi: non c’è bisogno di essere un grande esperto di diritto internazionale pubblico per capire la logica di cui sto per parlare. Una parte del territorio di un paese ha deciso di separarsi dalla parte principale. Questo è il sud-est dell’Ucraina - Donetsk e Lugansk - e hanno deciso di separarsi. Avevano il diritto di farlo o no? A rigor di termini, nel quadro del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, avevano il diritto di farlo. L’articolo in questione parla del diritto delle nazioni all’autodeterminazione. A mio parere, anche il primo. Capite, questo è il diritto dei popoli all’autodeterminazione. Il primo. Secondo. Durante questo processo, questa parte del Paese era obbligata a chiedere il permesso alle autorità centrali, a Kiev, oppure no? No. C’è una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, secondo cui questo è un precedente creato dal Kosovo. La Corte Internazionale di Giustizia ha scritto direttamente: se una parte del Paese decide di separarsi, non è obbligata a rivolgersi alle autorità centrali. Tutto qui. Bene, il Donbass si è separato. Ora: avevamo il diritto di riconoscere la loro indipendenza? Non li abbiamo riconosciuti per otto anni, capisci? Abbiamo resistito per otto anni e abbiamo cercato di raggiungere un accordo. Alla fine, hanno dichiarato l’indipendenza. Avevamo il diritto di riconoscerli? Perché no? Li abbiamo riconosciuti. Ma dopo averli riconosciuti, abbiamo concluso con loro un accordo di mutua assistenza. Potevamo farlo? Certo che potevamo. Lo abbiamo fatto. Nell’ambito di questo accordo, che abbiamo ratificato dal parlamento, eravamo obbligati a fornire loro assistenza, anche militare. Si sono rivolti ufficialmente a noi per ottenere tale assistenza, e noi la forniamo. Dimmi dove ho sbagliato, in quale fase ho commesso un errore? Non lo troverai semplicemente: non esiste. Tutto ciò è una conseguenza dell’altro”.
In un'intervista a Sky News Arabia
, riportata dalla Tass,
Putin ha poi rincarato la dose: “
L'Ucraina deve riconoscere i risultati dei referendum tenutisi nel Donbass e nella Novorossiya per arrivare a una soluzione del conflitto”, augurandosi che le autorità di Kiev agiscano in base agli interessi nazionali dell'Ucraina, piuttosto che servire gli interessi di terze parti che agiscono contro la Russia e chiesto "l'eliminazione degli elementi nazisti" nella leadership ucraina.
Il giorno dopo nel consueto discorso alla nazione il presidente ucraino Zelensky ha replicato lucidamente, evidenziando il nocciolo della questione: “Ieri tutti hanno sentito i segnali del leader russo. Che si tratti di spavalderia o follia da parte sua, può essere interpretato in qualche modo. Ma quando un assassino dice che vuole uccidere, lo prendiamo di conseguenza, e risponderemo insieme ai nostri partner. Spero, con tutti i nostri partner. Ieri Putin ha messo su una performance, in particolare anche per gli Stati Uniti, e ha parlato apertamente. Sì, vuole tutta l’Ucraina, e l’aveva voluta non solo per quattro anni, non solo dal 2014, ma molto prima, perché lui stesso è stato modellato in questo modo dall’imperialismo russo. E quando parla dell’Ucraina e di qualcos’altro sugli stivali dei soldati russi sul terreno, parla anche della Bielorussia, degli stati baltici, della Moldavia, del Caucaso, di paesi come il Kazakistan e di ogni luogo sulla Terra che gli assassini russi possono raggiungere. Il potere di Putin finisce dove finiscono le capacità degli assassini russi. Naturalmente, - ha proseguito il presidente ucraino - troveremo droni ucraini per ogni stivale di un occupante russo. L’Ucraina si difenderà. Tutti comprendiamo chiaramente che la questione dell’indipendenza dell’Ucraina è una questione di sopravvivenza per gli ucraini. In questi anni sotto Putin, i russi si sono spinti oltre... Bruciano le città, bruciano villaggi al suolo, lasciando solo rovine e nessuna vita umana. Chiunque nel mondo può vedere ciò che Putin ha fatto deliberatamente al Donbass. Il Donbas è stato sostanzialmente distrutto. E sono stati loro a Mosca che una volta hanno affermato che avrebbero portato protezione al Donbass. Quello che hanno portato è stata la morte”.
Il 22 giugno su Telegram Zelensky ha ricordato che "Ottant'anni fa, il mondo sconfisse il nazismo e giurò: 'Mai più’. Ma oggi la Russia sta ripetendo i crimini dei nazisti: fosse comuni di civili, prigionieri torturati, bambini rapiti, città distrutte… Oggi, gli ucraini combattono contro i russi con lo stesso coraggio con cui i nostri antenati sconfissero il nazismo. Perché questa è una lotta per l'essenza stessa dell'umanità: per la libertà, la dignità e la giustizia".
25 giugno 2025