La direzione Ausl Romagna assesta l'ennesimo colpo alla sanità pubblica
Personale e mezzi privati al posto di ambulanze e infermieri

Dal corrispondente del PMLI per l'Emilia-Romagna
Si prefigura come l’ennesimo taglio alla sanità pubblica, in favore di quella privata, la sostituzione di 4 ambulanze con personale infermieristico con altrettanti mezzi gestiti da soccorritori, presumibilmente volontari con una formazione di primo soccorso, appartenenti ad associazioni ed enti del privato, annunciata dall’Ausl Romagna e che riguarda quindi i territori di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna a partire dal 1° giugno.
I sindacati confederali hanno denunciato come "La direzione aziendale dell'Ausl Romagna compie un passo chiaro e netto che può essere interpretato nella direzione di una privatizzazione di pezzi della sanità pubblica", non ritenendo convincente nemmeno la rassicurazione della “temporaneità” del provvedimento, perché sin troppo volte riorganizzazioni peggiorative sono state presentate come “temporanee” per poi essere tramutate in definitive, e anche secondo il sindacato Nursind questo “rischia di compromettere la qualità del servizio di emergenza” perciò chiede di “sospendere immediatamente questa riorganizzazione”.
La Cgil ha denunciato: "Quella che viene presentata come una riorganizzazione non è altro che l’ennesimo taglio alla sanità pubblica, con conseguenze dirette sulla qualità e tempestività del servizio di emergenza-urgenza a danno della cittadinanza e degli operatori tecnici coinvolti. Nei giorni scorsi avevamo formalmente richiesto un incontro all’Azienda Ausl Romagna per aprire un dialogo costruttivo e responsabile. La risposta ricevuta - la decisione unilaterale di procedere senza alcun confronto - è inaccettabile e rappresenta una grave mancanza di rispetto verso i lavoratori e le loro rappresentanze… La sostituzione degli infermieri con operatori tecnici autisti solleva ulteriori e gravi criticità. In questo nuovo assetto, infatti, gli autisti si troverebbero ad affrontare responsabilità che esulano dal loro attuale inquadramento contrattuale e professionale, esponendoli a rischi operativi, legali e organizzativi che non possono essere ignorati né sottovalutati. Pertanto, chiediamo l’immediata sospensione dell’avvio della riorganizzazione annunciata, affinché si apra un tavolo di confronto con tutte le parti sociali interessate, volto a tutelare sia i livelli occupazionali sia la qualità del servizio offerto alla cittadinanza. Ribadiamo la nostra ferma contrarietà a ogni operazione che riduca le risorse umane e strumentali nel sistema dell’emergenza-urgenza, in una fase storica in cui, al contrario, sarebbe necessario rafforzarlo".
Non giustificano certamente tale peggioramento del servizio, le parole del direttore della Centrale operativa 118 Romagna, Maurizio Menarini: “Il sistema di soccorso preospedaliero Ausl Romagna, in particolare, presenta da sempre una percentuale di proprio personale dipendente di gran lunga superiore a quello delle altre realtà regionali ed un numero di mezzi di soccorso a leadership infermieristica che fino ad oggi ha rappresentato la totalità delle ambulanze sul territorio".
Sta di fatto che, dopo la riorganizzazione che ha portato alla riduzione delle auto mediche, dopo la nascita dei Cau che dovevano rappresentare un potenziamento dei Pronto soccorso e invece si sta dimostrando proprio il contrario cioè un loro indebolimento, dopo la controriforma che prevede il pagamento del ticket anche per l’acquisto dei farmaci “essenziali”, rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e per cui serve presentare la ricetta rossa, con una tassa da 2,20 euro a confezione e fino a 4 euro a ricetta, nel caso di acquisto di più confezioni, voluta dalla neogiunta regionale guidata dal presidente De Pascale, ex sindaco PD di Ravenna, questo non può che rappresentare l’ennesimo colpo alla sanità pubblica, che da “fiore all’occhiello” della regione sta diventando sempre di più un colabrodo, sotto i colpi del governo regionale PD e di quello nazionale neofascista.

25 giugno 2025