Occhiuto, governatore della Calabria, indagato per corruzione
Roberto Occhiuto, governatore della Calabria e vicesegretario di FI è indagato per corruzione da parte della magistratura di Catanzaro, gli inquirenti vogliono vederci chiaro su alcune società riconducibili a Occhiuto e soci e tutta una serie di nomine effettuate da Occhiuto stesso.
Sono 12 le pagine del decreto di perquisizione che la guardia di finanza ha notificato a Paolo Posteraro, suo ex socio e attuale caposegreteria del sottosegretario Matilde Siracusano, compagna di Occhiuto. I pm indagano anche sulla truffa e sulle nomine che a Posteraro sono fruttate mezzo milione di euro. Per l’esattezza “554 mila 217 euro”: incarichi che gli sono stati “conferiti – si legge – da parte di pubblici ufficiali con i quali Occhiuto può vantare relazioni”.
Paolo Posteraro è legato a Roberto Occhiuto per esserne stato socio in diverse aziende. Sono almeno cinque le Srl nel mirino del procuratore Salvatore Curcio: “Dalle intercettazioni sembra emergere che Posteraro avrebbe conferito denaro nelle comuni società, laddove Occhiuto si sarebbe limitato a trarne benefici quali denaro; utilizzo esclusivo, per sé e per i propri familiari, di tre autovetture; pagamento di sanzioni per violazioni stradali commesse da Marco Occhiuto (suo figlio, ndr); ricariche di una multicard utilizzata per il rifornimento di carburante”. Ancora: “Dalle ultime società nelle quali era socio con Posteraro”, all’inizio del 2025 “Occhiuto ha esercitato il diritto di recesso ottenendo la promessa di un rimborso di circa 135 mila euro”. Nel pacchetto anche una Smart: Occhiuto l’ha acquistata a gennaio, per la figlia Angelica, alla modica cifra di 50 euro dalla Parametro Holding che nove mesi prima l’aveva pagata 13.500 euro. Ma le auto sarebbero due. “Se le vuole tenere”: il 6 novembre 2024 Posteraro si lamenta con la moglie che ribatte: “Tu lo sai che comunque almeno la metà, anzi più della metà, erano effettivamente dovuti”.
Questioni societarie e attività istituzionale sembrano la stessa cosa: nelle carte si parla di un incontro conviviale tra Posteraro e il governatore per definire la liquidazione di quest’ultimo. L’incontro non è stato intercettato, però gli investigatori l’hanno ricostruito dal resoconto fatto al telefono da Posteraro: “Occhiuto sembra aver promesso un incarico in un ente riconducibile alla Regione Calabria, allo stato non ancora conferitogli”.
Una parte dell’inchiesta ruota attorno alla “Tenuta del Castello Società Agricola”: nell’aprile 2022 Occhiuto ha venduto le sue quote (il 48%) a Posteraro che, così, è diventato proprietario al 99% mentre il restante 1% era di un altro fedelissimo, l’ex collaboratore parlamentare Vincenzo Massimo Pezzuto (non indagato). Due soci di un’azienda privata di Occhiuto e due incarichi pubblici: Posteraro alle Ferrovie della Calabria (e nella segreteria della compagna) e Pezzuto alla Regione, come responsabile amministrativo della sua struttura speciale. Pure a Valentina Cavaliere, consulente della “Tenuta”, l’ufficio collocamento di Occhiuto avrebbe garantito un posto pubblico. Anzi due. La commercialista si sarebbe “adoperata nella ricerca di un potenziale acquirente della società ricevendone in cambio la designazione a componente del collegio sindacale del Gom (l’ospedale, ndr) di Reggio Calabria nonché l’assunzione presso la Regione”. Fondi pubblici finiti su conti correnti privati. Anche in quello di Occhiuto la cui azienda agricola aveva “ricevuto un finanziamento di 58 mila euro relativo alla partecipazione ad un progetto comunitario Tracewindu”, finanziato dall’Ue. Per i magistrati “somme incamerate dalla società, ma né giacenti nelle casse sociali né destinate all’uso per il quale erano state erogate”. L’importo sarebbe stato “totalmente distratto” con cinque bonifici uno dei quali, da “12 mila euro”, per Occhiuto. I pm non hanno dubbi: “Ne emerge, allo stato, il fumus di una malversazione nonché, qualora fosse accertata la carenza dei presupposti per l’ammissione al finanziamento, di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”.
Vi è poi il caso di Ernesto Ferraro, ex consulente delle ferrovie della Calabria legato a Posteraro e Occhiuto. I legami tra i tre sono facilmente ricostruibili: vinte le elezioni nell’ottobre 2021, in qualità di socio unico di Ferrovia della Calabria, la Regione di Occhiuto il 5 febbraio 2022 propone Ferraro come amministratore. Due giorni più tardi, Ferraro, delibera l’incarico di consulenza per Paolo Posteraro: “affidamento diretto” e “120 mila euro” per un anno al fedelissimo di Occhiuto che, dopo poche settimane, il 27 aprile 2022, compra le quote della “Tenuta del Castello” dal presidente della Regione. Insomma il “cerchio magico” inguaia Occhiuto che si sfoga sui social per le indagini: “Sono stupito e amareggiato. Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia per corruzione”. Così il presidente della Regione Calabria. È lui stesso, in un video postato sui social, a dare la notizia. “Io sono un uomo e un politico pulito - afferma - Solitamente si dice 'sono sereno, confido nella magistratura'. Sono sereno un piffero... non sono sereno, perché essere iscritto nel registro degli indagati anche a mia tutela - come mi dicono - per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio. È una cosa inverosimile che io possa essere avvicinato a una ipotesi anche lontanamente vicina alla corruzione”.
Il presidente della Regione Calabria ha chiesto ai magistrati, attraverso i suoi legali, di essere interrogato al più presto “pure al buio, perché non so nemmeno quale circostanza mi viene contestata. Io - dice Occhiuto - non faccio come quelli che quando passano dall’altra parte cambiano opinione. In questi anni ho detto ai magistrati e agli inquirenti che in una Regione come la Calabria bisogna indagare, indagare, sempre indagare fino in fondo. Fate la stessa cosa con me: indagate, indagate, indagate col massimo rigore, a 360 gradi, controllatemi tutto, perché io non ho nulla da nascondere”.
FI fa quadrato intorno al governatore il quale farebbe bene invece a dimettersi, non si può governare con un'accusa così grave che pende sulla propria testa.
25 giugno 2025