Sciopero generale per il rinnovo del CCNL
Combattivo presidio dei metalmeccanici sardi davanti al Petrolchimico Saras
La manifestazione si è conclusa con un lungo corteo che si è recato sotto il comune di Sarroch (Cagliari)
Dal corrispondente di Sassari de “Il Bolscevico”
Un consistente presidio di operai metalmeccanici, loro rappresentanze locali e regionali, provenienti da varie aree industriali dell'isola, Sulcis, Oristano, Nuoro, Porto Torres e convenuti all'ingresso del Petrolchimico SARAS (Cagliari), ha partecipato allo sciopero nazionale di categoria del 20 giugno indetto da FIOM, UILM, FIM contro l'ulteriore ritardo nel rinnovo del Ccnl causato dal rifiuto dei rappresentanti padronali, Finmeccanica e Assitalia, a riprendere le trattative. Oltre gli obiettivi nazionali, salari adeguati al costo della vita, riduzione dell'orario di lavoro, degli straordinari, della flessibilità, misure di sicurezza efficaci per scongiurare infortuni e morti sul lavoro, nel mirino della protesta degli operai sardi è rilevante la questione della chiusura di aziende nell'isola per spostare la produzione in Paesi dove i padroni, causa il minor costo di materie prime, di energia, di trasporti, di mano d'opera, fanno profitti maggiori di quelli estorti alla classe operaia in Sardegna.
Nell'isola il comparto metalmeccanico occupa circa 10.000 addetti con un salario complessivo che, considerate le varie voci che lo compongono, risulta essere uno dei più bassi d'Italia. Nel solo Petrolchimico di Sarroch, le ore di sciopero effettuate finora dalla categoria, il blocco degli straordinari e delle flessibilità aziendali hanno causato sensibili rallentamenti nel ciclo produttivo, a monte nelle forniture e a valle nelle consegne dei semilavorati.
A conclusione del presidio, durante il quale vari operai hanno espresso rabbia e determinazione a continuare la lotta, un lungo corteo si è recato davanti al comune di Sarroch. Nel pomeriggio l'assessore all'industria Emanuele Cani (esponente PD nella maggioranza di campo largo in Regione) ricevendo le segreterie regionali di FIOM, UILM, FIM ha auspicato la rapida soluzione della vertenza sindacale per il ruolo strategico dell'industria metalmeccanica in Sardegna (sic!).
I vertici sindacali cercano ancora una volta, per l'accoglimento delle rivendicazioni proletarie, il sostegno politico della "sinistra" borghese, che nulla fa di sostanziale per cambiare l'attuale sistema del lasciar fare ai padroni nella pienezza della libertà di sfruttamento, senza bastoni di controllo pubblico fra le ruote. Si continua così: 1) ad alimentare nella classe operaia e nelle masse popolari l'illusione revisionista che le istituzioni pubbliche borghesi possono soddisfare gli interessi del proletariato; 2) a distrarre le lotte operaie e popolari dal loro obiettivo di fondo, la conquista del potere politico. Al contrario è necessaria una linea sindacale che non cerca alleanze di vertice nel campo avverso e di compromesso al ribasso coi padroni, ma è partecipe del Fronte Unito dal basso delle masse popolari, soprattutto nella presente epoca storica internazionale e nazionale, per abbattere con la dura lotta di piazza il regime capitalista neoliberista e neofascista del governo Meloni.
25 giugno 2025