Promessa da Meloni a Rutte, segretario della Nato
5% del Pil in 10 anni per le spese militari
L'alleanza atlantica e l'Italia si preparano alla guerra mondiale imperialista
“Aumenteremo le spese militari dall’attuale 1,5% al 5% all’anno del prodotto interno lordo (Pil) entro il 2035”. Questo è il solenne impegno assicurato il 12 giugno scorso dalla Mussolini in gonnella Giorgia Meloni al segretario della Nato Mark Rutte in un incontro durato più di un’ora a Palazzo Chigi a margine del vertice ministeriale svoltosi a Villa Madama del cosiddetto gruppo “Weimar Plus”, che da febbraio riunisce Italia, Francia, Germania, Polonia, Spagna e Regno Unito in un'ottica di sfrenato riarmo militare in preparazione della guerra mondiale imperialista.
La percentuale di spesa in armamenti pretesa dall'alleanza atlantica e imposta da Donald Trump che il governo neofascista Meloni si è impegnato a sostenere sarà composta da un 3,5% del Pil destinato a spese dirette per le forze armate e per l’1,5% del Pil per “sicurezza” e “cybersicurezza”.
Secondo le stime dell’Osservatorio MIL€X ciò significa passare dai 45 miliardi annui di oggi (35 in difesa e quasi 10 in sicurezza) a 145 miliardi annui nel 2035: oltre 100 in difesa e quasi 44 in “sicurezza”. Un salto di 100 miliardi in più rispetto ai circa 40 già investiti quest’anno e l'avvio di una vera e propria economia di guerra che inevitabilmente produrrà nuovi e pesanti tagli alla spesa pubblica a danno delle masse popolari.
“Non ho comunicato nulla a riguardo della scadenza” ha precisato Rutte il quale ha aggiunto che l’Italia dovrà sentirsi “orgogliosa di Leonardo ma anche di altre aziende grandi e piccole. Abbiamo bisogno di tutti, anche degli Stati Uniti, per produrre ancora di più”.
Dunque al vertice Nato svoltosi dal 23 al 24 giugno all’Aja, in Olanda, la discussione non è stata se accettare o meno l'impennata delle spese militari, ma più semplicemente entro quando triplicare la spesa pubblica in armamenti dei vari Stati membri.
La proposta avanzata da Meloni, dal vicepremier e ministro degli esteri Antonio Tajani e dal ministro della Difesa Guido Crosetto, è di fissare il termine a dieci anni, cioè al 2035 e non “entro sette anni” come preteso da Trump. La stessa ipotesi è stata avanzata dalla Gran Bretagna.
“La questione che noi abbiamo posto è quella del timing. Noi abbiamo detto almeno 10 anni” ha dichiarato Tajani al termine del vertice ministeriale. Mentre Crosetto a margine dell'incontro a Palazzo Chigi ha aggiunto: “Abbiamo indicato un aumento dello 0,2% annuo con uno spostamento della tempistica al 2035”.
In ogni caso è evidente che, rispetto a qualche anno fa quando si discuteva se e come arrivare al 2% del Pil di spesa pubblica per gli armamenti, con il governo neofascista Meloni l'alleanza atlantica e l'Italia si preparano alla guerra mondiale imperialista e ogni aspetto della vita e della politica interna è condizionato dall'economia di guerra che farà a pezzi quel poco che resta del cosiddetto stato sociale ipotecando tutto, sanità, scuola, pensioni, servizi e aiuti alle famiglie più in difficoltà alla politica militare e di riarmo imperialista.
25 giugno 2025