La Puglia di Emiliano sommersa dalle inchieste giudiziarie
L'assessore Delli Noci accusato di associazione a delinquere e corruzione

Il 5 giugno la Procura di Lecce ha chiesto gli arresti domiciliari per l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, Alessandro Delli Noci, indagato nell'ambito di un'inchiesta condotta dai Pubblici ministeri (Pm) Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa e frode di finanziamenti pubblici inerente ai finanziamenti Pia, i Programmi integrati di agevolazione alle piccole e medie imprese.
La Procura leccese ha inoltre chiesto la custodia cautelare in carcere per l'imprenditore Alfredo Barone insieme ad altri cinque arresti domiciliari e quattro misure interdittive.
Per evitare il carcere Delli Noci ha giocato d'anticipo e il 10 giugno si è dimesso da consigliere e da assessore allo Sviluppo Economico ed è stato interrogato per oltre un'ora dai giudici i quali alla fine dell'interrogatorio preventivo hanno revocato la richiesta di arresto.
Delli Noci viene definito dagli inquirenti “partecipe, punto di riferimento politico e stabilmente a disposizione del centro di potere politico-imprenditoriale” presidiato dagli imprenditori Alfredo Barone e Marino Congedo, e da Maurizio Laforgia. Di quest’ultimo le carte ricordano spesso che è il figlio di Domenico Laforgia (non indagato), ex rettore dell’università del Salento, ex direttore generale in Regione Puglia delle materie economiche di cui Delli Noci era assessore, nonché presidente dell’acquedotto pugliese. “Spendeva il nome del padre, dal quale derivava l’eredità di potere e carisma”, si legge nell’avviso di interrogatorio.
Il gruppo si adoperava per realizzare i progetti degli imprenditori salentini, e in particolare la riconversione di vecchi immobili e conventi in strutture turistiche di lusso, attraverso procedure urbanisticamente fantasiose, tra cambi di destinazione d’uso e pareri che da negativi diventavano positivi dopo un intervento esterno disegnato sugli interessi del sodalizio.
Secondo la ricostruzione investigativa, l’ex assessore Delli Noci, sin da quando era vicesindaco di Lecce e quindi già prima delle elezioni regionali 2020, era in contatto con Barone e Congedo attraverso Laforgia jr. La strategia sarebbe stata quella di muoversi attraverso piaceri pilotati e bidirezionali per rafforzare reciprocamente le loro influenze sul territorio.
Nell'ambito di questo sodalizio corruttivo Delli Noci ha fatto anche assumere due persone in un supermercato, perché questa operazione gli avrebbe consentito di ampliare il bacino di voti. Il sodalizio sarebbe andato avanti anche quando Delli Noci è entrato in Regione e fino alle dimissioni.
Considerato uno dei pupilli del boss del Pd Michele Emiliano, ex magistrato e presidente della Regione Puglia, Delli Noci è stato anche ringraziato a nome di tutta la giunta regionale: “per il magnifico lavoro che ha fatto” e gli ha augurato “di trovare un giudice che riconosca quello che tutti noi che abbiamo lavorato al suo fianco sappiamo benissimo: che non ha commesso alcun reato”.
Ringraziamenti che alla luce del verminaio di tangenti e corruzione che da mesi appesta la Regione Puglia appaiono a dir poco provocatorie. Infatti l'inchiesta giudiziaria su Delli Noci è solo l'ultima sferzata di una bufera giudiziaria che ormai da mesi colpisce la giunta Emiliano a cominciare dall’ex assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia (indagata per corruzione elettorale nell'ambito dell'inchiesta che il 4 aprile 2024 ha portato all'arresto di dieci persone fra cui il marito dell'ex assessora Maurodinoia, Sandro Cataldo, e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli accusati di far parte di un'associazione finalizzata alla corruzione elettorale specializzata nella compravendita di voti, anche al prezzo di 50 euro l'uno, in occasione delle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, in provincia di Bari.
Per non parlare dell'ex consigliera del comune di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata il 26 febbraio 2024 insieme a suo padre Vito, nell'ambito dell'inchiesta “Codice Interno” che ha portato all'esecuzione di 130 misure cautelari con l'accusa di voto di scambio in occasione delle elezioni comunali del 2019.
E che dire dell’ex assessore regionale ed ex commissario Arti Alfonsino Pisicchio arrestato il 10 aprile 2024 per corruzione e turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sull'assegnazione della gara d'appalto da 5,5 milioni per la gestione della riscossione dei tributi del Comune di Bari nel 2020?
si tratta delle punta di un iceberg sotto il quale prospera un vero e proprio sistema corruttivo targato Pd che usa il potere politico come merce di scambio per pacchetti di voti e clientele e testimonia il malgoverno della Regione Puglia di Emiliano.
Altro che terzo mandato, né la destra né la “sinistra” del regime neofascista e tanto meno i loro candidati corrotti meritano la fiducia degli elettori e delle masse popolari e vanno perciò delegittimati con l'astensione, disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco.

25 giugno 2025