Come emerge dall'intervento della Meloni, Mussolini in gonnella, alla Camera
L'Italia imperialista si prepara alla guerra mondiale
Meloni al Senato cita un motto dell'imperialismo romano: “Se vuoi la pace prepara la guerra”
 
Con piglio ducesco la premier del governo neofascista italiano ha ribadito senza se e senza ma che l’Italia imperialista si deve preparare alla guerra mondiale. Lo ha ribadito il 23 giugno nelle consuete comunicazioni alla Camera e il giorno dopo nelle risposte al Senato in vista dei Consigli europei o manifestazioni internazionali di particolare interesse. Dobbiamo essere pronti, ha scandito la Mussolini in gonnella, “a fare di più per la sicurezza e la difesa dell’Italia e del Continente. È una necessità strategica che non possiamo più disattendere, perché come ho già detto in quest’Aula, nessuna Nazione e nessuna organizzazione di Stati può essere pienamente indipendente e sovrana se affida ad altri la propria difesa e la propria sicurezza. E questo ha ricadute che vanno molto oltre la questione della difesa in sé, perché coinvolge le dinamiche economiche e commerciali, ovvero, in poche parole, la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali”. Per cui “Se non sai difenderti non decidi, se non decidi non puoi considerarti pienamente libero”.
Da qui per Meloni perorare il pilastro europeo della NATO e arrivare al 3,5% del PIL in spese di difesa e al 1,5% in spese di sicurezza nei prossimi dieci anni, il passo è automatico. “Sono impegni importanti, - ha affermato - certo, sono impegni necessari, che finché questo Governo sarà in carica, l’Italia rispetterà restando un membro di prim’ordine della NATO. Per il semplice motivo che l’alternativa sarebbe più costosa e decisamente peggiore. Intorno a noi vediamo moltiplicarsi caos e insicurezza, e non lasceremo l’Italia esposta, debole, incapace di difendersi o impossibilitata a tutelare i suoi interessi come merita che i suoi interessi vengano tutelati”.
L’Italia imperialista opererà ancor di più in Libia e nel Sahel perché “l’Est e il Sud della Libia sono già le principali teste di ponte della proiezione militare russa in Africa. C’è il rischio concreto che la Russia possa sfruttare l’instabilità attuale per rafforzarsi ulteriormente in Libia e quindi nel Mediterraneo” e, “unico tra gli Stati occidentali mantiene con la MISIN in Niger una collaborazione militare bilaterale nell’area, anche nell’ottica di assicurare una maggiore profondità strategica del Fianco meridionale della NATO”. Perché per Meloni “la rotta, per questo Governo, è chiara: un’Italia protagonista in tutti i tavoli, costruttrice di ponti e capace di dialogo con tutti i partner, chiara nel suo posizionamento euroatlantico e mediterraneo, salda nella guida grazie a un governo che ha messo finalmente al centro l’interesse nazionale, e lo persegue ogni giorno, su ogni tema”.
Spostandosi al Senato Meloni ha difeso il fascioimperialista Trump e la NATO. Il "caos" mondiale è "crescente", ha scandito nell'aula di Palazzo Madama, ma "non inizia oggi" e "non è stato generato" dal presidente USA. E ancora: "Una difesa europea parallela alla Nato sarebbe un errore", serve piuttosto "una colonna europea" dell'Alleanza atlantica. E per spiegare l'approccio improntato alla deterrenza la premier ha rispolverato un motto dell’imperialismo romano: "Si vis pacem, para bellum" (Se vuoi la pace prepara la guerra), perché "se si hanno sistemi di sicurezza e di difesa solidi si possono più facilmente evitare conflitti".
Ormai non passa giorno senza che i guerrafondai al governo e ai massimi vertici delle Forze armate e dell'industria bellica italiana non invochino un massiccio piano straordinario di riarmo e di riorganizzazione interventista dell'esercito italiano in vista di una terza guerra mondiale imperialista. L’aumento delle spese militari al 5% del Pil casca proprio a pennello. Quello che è grave, gravissimo, che il primo ministro lo invochi e prospetti in parlamento, di fatto nel silenzio dell’imbelle opposizione della “sinistra” borghese, che non mette minimamente in guardia il proletariato e le masse popolari sulla guerra mondiale, e non dà loro nessuna indicazione su cosa fare per evitare di diventare carne da cannone nello scontro mortale per il dominio assoluto del mondo tra l’imperialismo dell’Ovest e quello dell’Est. Quando bisogna essere chiari fin da ora, come ha fatto da tempo il PMLI, che chiamerà il proletariato e l'intero popolo italiano alla guerra civile se l'Italia imperialista parteciperà alla nuova guerra mondiale imperialista. Questo deve essere oggi il primo compito di tutti gli antimperialisti conseguenti insieme a quello di buttare giù il governo neofascista Meloni.
 
2 luglio 2025