Il virus-spia Paragon nel cellulare di Pellegrino, caporedattore di Fanpage, e di D'Agostino

Da quando, nello scorso febbraio, è scoppiato lo scandalo del virus-spia Graphite prodotto da Paragon, azienda creata nel territorio dell'entità sionista e attualmente – almeno formalmente – acquisita dalla società statunitense Paragon Solutions US Inc., si sa per certo che sono stati colpiti dal virus-spia i telefoni di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e di varie persone legate all'associazione di soccorso Mediterranea, tra le quali Luca Casarini, Beppe Caccia, David Yambio e don Mattia Ferrari.
Il Copasir, l'organo parlamentare che esercita il controllo sull'operato dei servizi segreti, aveva convocato i rappresentanti dell'azienda Paragon il 9 aprile scorso per chiedere spiegazioni sull'accaduto, e tali rappresentanti si erano presentati per rispondere alle domande del comitato, ma il verbale è rimasto segreto.
Nel frattempo l’ultimo report di Citizen Lab, l’istituto di ricerca dell’università di Toronto che ha seguito il caso, ha scoperto che anche i cellulari di Ciro Pellegrino, capodirettore di Fanpage, di Roberto D'Agostino, fondatore e direttore di Dagospia, di una blogger olandese e di un importante giornalista europeo che vuole restare anonimo sono stati attinti dallo stesso virus.
Il rapporto di Citizen Lab ha spiegato che gli ultimi quattro spyware denominati “zeroclick” – chiamati così perché non hanno bisogno di essere attivati per entrare in funzione – sono stati inviati, come tutti gli altri inviati precedentemente ad altri destinatari, da uno stesso account denominato “Attacker1”, un nome dietro al quale la società canadese ritiene ci sia un singolo cliente o un singolo operatore di Graphite: pertanto la mano di chi ha spiato le quattro persone legate al mondo dell'informazione sarebbe la stessa.
Il problema principale è di comprendere chi ha spiato attivisti, giornalisti e persone legate al mondo dell'informazione, perché nessun ministro del governo Meloni ha rilasciato dichiarazioni in proposito e il Copasir non ha mai divulgato il contenuto del verbale dell'audizione dei rappresentanti di Paragon, ma ha recentemente trasmesso a quest'ultima azienda, nella sua sede legale che si trova in Virginia, la trascrizione integrale dell'audizione tenutasi il 9 aprile scorso.
Quest'ultima mossa potrebbe preludere alla divulgazione del verbale, che contiene le risposte fornite dai rappresentanti di Paragon alle domande poste dai componenti del comitato, tra cui quelle relative alla possibilità di identificare l'uso improprio del software contro giornalisti e attivisti e alle modalità considerate valide dalla stessa azienda informatica per effettuare le verifiche.
Il Copasir si era limitato, il 4 giugno scorso, ad approvare la relazione finale che contiene esclusivamente le deduzioni del comitato sulla vicenda: bi si legge che i servizi segreti italiani hanno effettivamente svolto alcune intercettazioni con Graphite, autorizzate dalla magistratura, nei confronti di Casarini, Caccia e Yambio tra il 2019 e il 2021, mentre escludono che i servizi segreti italiani abbiano svolto intercettazioni con lo stesso mezzo nei confronti di altri soggetti, affermando infine che il governo italiano avrebbe già rescisso il contratto con Paragon. Quest'ultima azienda, peraltro, smentiva pochi giorni dopo tale versione dei fatti, affermando in una nota che sarebbe stata la società stessa a rescindere i contratti con il governo italiano e non il contrario, dopo aver offerto inutilmente la propria collaborazione per individuare i responsabili dello spionaggio ai danni del direttore Cancellato, spionaggio che lo stesso Copasir ha escluso, almeno da parte dei servizi segreti italiani.
Si tratta di due versioni dei fatti inconciliabili, per cui o mente Paragon o mente il Copasir.
Paragon, inoltre, ha fatto inoltre sapere di essere in grado di stabilire con quale licenza fosse stato usato il software Graphite, e quindi anche di identificare chi abbia spiato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, che il Copasir nega sia stato mai oggetto di attenzione da parte dei servizi segreti italiani. In questo caso l'unica possibilità di conciliare le due versioni è ipotizzare che Cancellato sia stato intercettato da servizi segreti non italiani.
Ma c'è di più: se, come affermano i tecnici della società canadese Citizen Lab l'utenza dalla quale sono partiti i virus-spia è identica per tutti i soggetti che, essa certifica, sono stati colpiti dallo stesso virus-spia (Casarini, Caccia, Yambio, don Ferrari, Cancellato, Pellegrino, D'Agostino, la blogger olandese e il giornalista europeo anonimo) dovrebbero essere i servizi segreti italiani ad avere intercettato tutte le utenze e non soltanto tre, come afferma il Copasir, in quanto l'utenza (denominata “Attacker1”) dalla quale sono partite tutte le comunicazioni che hanno infettato i telefoni delle nove persone è unica, attribuita dal Copasir ai servizi segreti italiani.
Nel frattempo si è mossa anche la magistratura: le Procure di Roma e Napoli, coordinate dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, stanno infatti indagando per l'ipotesi di intercettazioni abusive e hanno inoltrato una rogatoria internazionale in Virginia alla sede di Paragon che però non ha finora fornito alcuna risposta. In questo scenario poi, tutt'altro che rassicurante, si inserisce una notizia alla quale la stampa italiana non ha dato la dovuta enfasi: l’8 marzo 2023, in occasione della visita di Netanyahu a Roma, il governo Meloni ha firmato un accordo per l’appalto della sicurezza informatica pubblica italiana all'entità sionista, e questo potrebbe spiegare – anche alla luce dell'origine della società Paragon, controllata comunque anche ora, per quanto formalmente statunitense, da individui di stretta osservanza sionista – la mancata volontà delle istituzioni italiane a far luce su episodi gravissimi quali lo spionaggio nei confronti di attivisti e persone del mondo dell'informazione.
 
2 luglio 2025