Il Consiglio europeo non sospende l'accordo di cooperazione tra l'UE e Israele
La Germania del democristiano Merz si aggrega all'Italia di Meloni contro i migranti
Ricerca di un accordo con gli Usa sui dazi. Sostegno all'Ucraina
Quello che sarebbe successo al vertice europeo del 26 giugno sulle principali questioni internazionali era inevitabilmente già scritto almeno nei due summit che lo avevano preceduto di poco, il G7 canadese e quello Nato, dove i principali paesi imperialisti si sono allineati in perfetto ordine alle direttive del capofila Trump soprattutto in favore del criminale Netanyahu e sul riarmo; sono rimasti alla posizione minima possibile sul sostegno all'aggredita Ucraina, sempre per non scontentare Trump, che aveva imposto per la seconda volta la censura all'amico Putin sul documento finale del G7, e in attesa delle sue concessioni per chiudere un accordo sulla guerra dei dazi scatenata dagli Usa.
Nelle conclusioni pubblicate il 26 giugno l'Ucraina figura al primo posto. “Il Consiglio europeo ha proceduto a uno scambio di opinioni con Volodymyr Zelenskyy, presidente dell'Ucraina”, e ha approvato un apposito documento, “sostenuto con fermezza da 26 capi di Stato o di governo”.
Nel documento si afferma che l'Ue “ribadisce il suo sostegno a una pace globale, giusta e duratura in Ucraina”, “accoglie con favore tutti gli sforzi tesi a raggiungere
tale pace, compresi quelli sotto la guida degli Stati Uniti”, chiede “un cessate il fuoco completo, immediato e incondizionato e si compiace della disponibilità dell'Ucraina a tale riguardo. Esorta la Russia a dare prova di una reale volontà politica di porre fine alla sua guerra di aggressione (qui non c'era Trump a censurare, ndr), a dare l'accordo a tale cessate il fuoco e a entrare in negoziati significativi. L'Unione europea è pronta ad aumentare la pressione nella misura necessaria a tal fine, anche con un nuovo solido pacchetto di sanzioni comprendente modalità che permettano di colpire ulteriormente i proventi energetici della Russia”. Annunciando così “il 17º pacchetto di sanzioni, diretto in particolare contro i settori energetico e finanziario russi, compresa la 'flotta ombra' di petroliere e i loro armatori”. Se dopo 3 anni di guerra è rimasto qualcosa di significativo da sottoporre a embargo vuol dire che i precedenti pacchetti sono stati ridicoli. Nessun commento, ovviamente sulle giravolte del capofila imperialista Trump a favore dell'aggressore Putin.
Resta comunque riaffermato dalla Ue “fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale. In linea con l'approccio di 'pace attraverso la forza', secondo il quale l'Ucraina deve trovarsi nella posizione più forte possibile, di cui solide capacità militari e di difesa proprie del paese siano una componente essenziale, l'Unione europea continuerà a fornire all'Ucraina e alla sua popolazione, in coordinamento con i partner che condividono le stesse idee e con gli alleati, un sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico globale”, e soprattutto a “continuare a intensificare gli sforzi per affrontare le pressanti esigenze militari e di difesa dell'Ucraina, in particolare la fornitura di sistemi di difesa aerea e di sistemi antidrone, nonché di munizioni di artiglieria di grosso calibro”. Intanto vista l'opposizione di Trump a far entrare l'Ucraina nella Nato, il vertice rilancia sull'adesione del paese alla Ue e annuncia “la conferenza sulla ripresa dell'Ucraina”, che si terrà a Roma il 10 e l'11 luglio prossimi.
Al secondo punto il Medio Oriente: “il Consiglio europeo ha discusso della situazione e degli ultimi sviluppi in Medio Oriente, in particolare della catastrofica situazione umanitaria a Gaza e degli ultimi sviluppi per quanto riguarda l'Iran”. Come nel discorso della neofascista Meloni in Parlamento, non vengono mai citati i responsabili di catastrofi e guerre, il criminale Netanyahu e l'alleato Trump, in una capolavoro di ipocrisia che esprime anzitutto la complcità e la sudditanza dei governi imperialisti europei.
Col copia-incolla dei precedenti documenti si ripete che “il Consiglio europeo chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza e la liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi, nell'ottica della cessazione permanente delle ostilità. Deplora la drammatica situazione umanitaria a Gaza, il numero inaccettabile di vittime civili e i livelli di inedia. Il Consiglio europeo invita Israele a revocare integralmente il blocco su Gaza, a consentire un accesso immediato e senza ostacoli e una distribuzione continua dell'assistenza umanitaria su vasta scala a e in tutta Gaza, nonché a consentire alle Nazioni Unite e alle relative agenzie, come pure alle organizzazioni umanitarie, di operare in modo indipendente e imparziale per salvare vite e ridurre le sofferenze. Israele deve rispettare pienamente gli obblighi che gli incombono in virtù del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario. Il Consiglio europeo ricorda l'imperativo di garantire, in ogni momento, la protezione di tutti i civili, compresi gli operatori umanitari, nonché delle infrastrutture civili, comprese le strutture mediche, le scuole e le sedi delle Nazioni Unite”. Con “Deplora il rifiuto di Hamas di consegnare i rimanenti ostaggi”, tanto per non dimenticare che la colpa della situazione è della Resistenza palestinese, il capitolo si conclude con quella posizione vergognosa che va nel senso opposto della “vigorosa denuncia” sopra esposta e la rende inconsistente: “Il Consiglio europeo prende atto della relazione concernente il rispetto da parte di Israele dell'articolo 2 dell'accordo di associazione UE-Israele e invita il Consiglio a portare avanti le discussioni in merito al seguito da darvi, se del caso, nel luglio 2025, tenendo conto dell'evoluzione della situazione sul campo”. Non si sospende l'accordo di cooperazione tra l'UE e Israele, tutto rimandato al prossimo mese, anzi non è detto, dipende dalla situazione sul campo.
Il 23 giugno i ministri degli Esteri europei avevano esaminato la possibile revisione dell’Accordo di Associazione con Israele sulla base della “presunta” violazione dell’articolo 2 sul rispetto dei diritti umani. A dire il vero un audit condotto dalla Commissione Europea su richiesta dei paesi membri e reso pubblico tre giorni prima dichiarava che “ci sono indicazioni che Israele non ha rispettato i suoi obblighi in materia di diritti umani“, la constatazione dell'ovvio, ma una decisione che doveva essere presa all'unanimità era bloccata dal veto di Italia, Germania e Austria al servizio, sempre e comunque del criminale Netanyahu. E il vertice di Bruxelles ratificava l'atto complice dei nazisionisti. Anzi, nel punto successivo dopo l'innocua tiritera della “ferma condanna dell'escalation in Cisgiordania”, “il Consiglio europeo chiede inoltre di proseguire i lavori sulle misure restrittive nei confronti di Hamas”. Insomma, da una parte dopo un anno e mezzo di massacri sionisti l'Ue riesce a definire “drammatica la situazione umanitaria a Gaza” ma a fronte dei bollettini quotidiani delle decine di palestinesi uccisi in fila in attesa degli aiuti, non muove nemmeno un dito né verso il riconoscimento dello Stato palestinese negli ultimi tempi ripreso persino da Macron né per almeno una sacrosanta rottura dei rapporti coi criminali sionisti di Tel Aviv.
Completa il capitolo altra fuffa, come la dichiarazione che “l'Unione europea continuerà a sostenere l'Autorità palestinese e il suo programma di riforme. Il Consiglio europeo attende con interesse la conferenza internazionale di alto livello per la soluzione pacifica della questione palestinese (un interesse tale che quando la conferenza all'Onu promossa da Francia e Arabia Saudita è stata rimandata per l'aggressione sionista all'Iran, l'Ue non ha spiccicato parola, ndr)”. Intanto un impegno concreto, finalmente ma in senso opposto alle pompose dichiarazioni precedenti, col quale il Consiglio Ue decideva di rinnovare fino al 30 giugno 2026 i mandati della missione di assistenza alle frontiere dell'Ue al valico di Rafah (Eubam Rafah), dove con grande determinazione stava a guardare le milizie egiziane imporre dazi sugli aiuti, quando passavano, e obbedisce agli occupanti sionisti, e della missione di polizia dell'Ue nei territori palestinesi (Eupol Copps), quella che addestra la polizia dell'Autorità palestinese di Abu Mazen, compresi i corpi speciali che assieme ai nazisionisti uccidono i militanti della Resistenza palestinese in Cisgiordania.
Sulle questioni del riarmo il vertice consolida le posizioni belliciste già espresse in sede Nato. E a fronte delle pressioni del capofila imperialista Trump ricorda comunque che “la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina e le sue ripercussioni sulla sicurezza europea e globale in un contesto in evoluzione costituiscono una sfida esistenziale per l'Unione europea”, che deve potenziare intanto la propria industria bellica e continuare sulla strada dei “partenariati in materia di sicurezza e difesa conclusi di recente con il Regno Unito e il Canada”.
“La difesa di tutte le frontiere terrestri, aeree e marittime dell'UE contribuisce alla sicurezza dell'Europa nel suo complesso, in particolare per quanto riguarda la frontiera orientale dell'UE, tenuto conto delle minacce poste dalla Russia e dalla Bielorussia”, ma il principio della difesa delle frontiere esterne Ue, riprende il documento nel capitolo ad hoc, vale anche contro i flussi migratori, uno dei fiori all'occhiello della neofascista Meloni per dimostrare che l'imperialismo italiano sotto la sua guida sarebbe diventato un punto di riferimento per la politica antimigranti della Ue. Che va dai “partenariati globali”, alla “prevenzione e il contrasto della migrazione irregolare, anche attraverso nuovi modi in linea con il diritto dell'UE e internazionale”, alla “lotta contro la strumentalizzazione e il traffico e la tratta di esseri umani”. La vicenda del noto trafficante libico Elmasry arrestato ma velocemente liberato e riaccompagnato con tante scuse a casa dal governo della Mussolini in gonnella la dice lunga su come questa intenda condurre la guerra contro i migranti e non le organizzazioni criminali. Ma intanto fa proseliti e nel tradizionale summit ristretto sull’immigrazione convocato nel prevertice con la danese Frederiksen, del gruppo Pse ma altrettanto decisa a respingere le “orde di immigrati”, registra la partecipazione della von der Leyen e di 14 Stati membri, compresa per la prima volta la Germania di Merz. Il cancelliere tedesco già nella sua visita a Roma lo scorso 18 maggio aveva appoggiato la politica italiana contro i migranti e definito il centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) costruito dall’Italia a Gjader, in Albania, “un’iniziativa di successo” da replicare.
Un asse quello Merz-Meloni stretto sul sostegno ai nazisionisti, consolidato sul riarmo imperialista come chiesto da Trump e allargato adesso alla guerra ai migranti e sulle soluzioni alla guerra dei dazi che il cancelliere vorrebbe chiudere alla svelta. La pontiera neofascista Meloni ha sponsorizzato la soluzione ventilata da Washington e che ha certamente discusso nei suoi testa a testa con Trump delle tariffe al 10%, l'ha rilanciata sui tavoli europei dove ha trovato appoggio ancora nel cancelliere Merz. La discussione continuerà per impedire che scattino i dazi Usa il 9 luglio, all'ultima data annunciata da Trump, se non la modifica un'altra volta.
Il documento del vertice chiude celebrando un anniversario: “In occasione dell'80º anniversario della firma della Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio europeo ribadisce il fermo impegno dell'Unione europea a favore di un multilateralismo efficace e dell'ordine internazionale basato su regole imperniato sulle Nazioni Unite nonché il suo sostegno alle istituzioni che difendono il diritto internazionale, anche proteggendo efficacemente i tribunali internazionali e i loro funzionari”. Una ferma presa di posizione sottoscritta dai governati imperialisti europei che li certifica come ipocriti, perché hanno seguito senza muover ciglio le violazioni del diritto internazionale di Trump o del criminale Netanyahu in qualsiasi organismo internazionale fossero stati presenti e hanno ritenuto carta straccia i mandati di arresto della CPI sui vertici nazisionisti.
2 luglio 2025