Khamenei: “L'Iran non si arrenderà mai”
Solenni funerali a Teheran per le vittime dell'aggressione sionista
"La Repubblica Islamica ha vinto e ha dato uno schiaffo in faccia all'America"
 
Dopo l'annuncio via social del presidente americano Trump sulla fine della sua guerra con l'Iran, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian dichiarava che il governo di Teheran lo avrebbe rispettato a una condizione, “se il regime sionista non violerà il cessate il fuoco, l'Iran non lo farà". La posizione del governo di Teheran era appoggiata da una grande manifestazione che si svolgeva il 24 giugno nella capitale iraniana, dove una folla invadeva piazza Enghelab esprimendo il sostegno popolare alle forze armate che avevanoi affrontato l'aggressione del regime sionista e difeso la sovranità nazionale.
I manifestanti condannavano gli atti criminali del regime sionista e definivano gli Stati Uniti complici dello spargimento di sangue, scandendo gli slogan "Morte all'America", "Morte a Israele che uccide i bambini" e "Nessun compromesso, nessuna resa: lotta contro gli Usa" e issando cartelli con le scritte "Resisteremo fino alla fine", "L'America è complice di tutti i crimini di Israele", "No alla pace imposta, sì a una pace duratura" e di sostegno alla Guida suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei. Un altra imponente manifestazione si ripeteva a Teheran il 28 giugno in occasione dei funerali ufficiali per le vittime dell'aggressione sionista.
Tra le due manifestazioni, il 26 giugno, nel suo messaggio trasmesso dalla televisione di Stato la Guida della Rivoluzione Islamica, Khamenei dichiarava che "la Repubblica Islamica non si arrenderà mai” e si congratulava con “la grande nazione iraniana” per la vittoria sul regime sionista e sugli Stati Uniti.
“Ritengo necessario porgere le mie più sentite congratulazioni alla grande nazione iraniana. Innanzitutto, congratulazioni per la vittoria sul falso regime sionista. Nonostante tutto il rumore e le promesse, il regime sionista è stato quasi messo in ginocchio e schiacciato sotto i colpi della Repubblica Islamica”, dichiarava anzitutto Khamenei, come riportato nel resoconto dell'agenzia iraniana Tasnim, e rendeva omaggio ai martiri dei recenti eventi, tra cui alti comandanti militari e scienziati, che ha descritto come "veramente e giustamente preziosi" per la Repubblica Islamica e fedeli al loro servizio fino al martirio.
L'Ayatollah Khamenei affermava che l'idea che la Repubblica Islamica fosse in grado di sferrare attacchi così devastanti non aveva mai nemmeno sfiorato la mente del nemico, ma è successo, “ringraziamo Dio per aver aiutato le nostre forze armate che sono riuscite a violare i loro avanzati sistemi di difesa multistrato e a radere al suolo ampie parti dei loro centri militari e urbani con potenti attacchi missilistici e militari”, ciò dimostra al regime sionista che l'aggressione contro la Repubblica Islamica ha un costo elevato che dovrà pagare.
Il merito di questa gloriosa vittoria sull'aggressore sionista è sia delle forze armate che del popolo della Repubblica Islamica, sottolineava. Così come della vittoria contro gli Stati Uniti, che hanno condotto un'aggressione immotivata contro i siti nucleari iraniani e hanno ricevuto una massiccia rappresaglia sotto forma di attacchi missilistici contro la loro più grande base militare nella regione dell'Asia occidentale, in Qatar. Così l'Iran “ha dato uno schiaffo in faccia all'America".
"Gli Stati Uniti sono entrati in guerra direttamente perché temevano che, se non l'avessero fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto", ha affermato la Guida. "Sono intervenuti per salvarli, ma non hanno ottenuto nulla dalla guerra". Il presidente Usa ha insolitamente esagerato gli eventi, dimostrando chiaramente quanto fosse necessario creare una narrazione e “chiunque abbia ascoltato le sue osservazioni ha potuto percepire che dietro quelle parole si cela una verità ben diversa", ha affermato Khamenei. "Non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi e hanno gonfiato le loro affermazioni per nascondere la realtà (sui presunti danni ai siti di ricerca nucleare iraniani, ndr). Anche in questo caso, la Repubblica Islamica è uscita vittoriosa, infliggendo un duro colpo agli Stati Uniti, prendendo di mira specificamente la base di Al Udeid, una delle sue principali basi regionali, e infliggendo danni".
Nella parte finale del messaggio, l'Ayatollah Khamenei ha di nuovo elogiato la "straordinaria unità e solidarietà dimostrate dalla nazione iraniana durante l'aggressione israelo-americana". "Per grazia di Dio, una nazione di quasi 90 milioni di persone si è mostrata unita, unita nella voce e negli obiettivi, spalla a spalla, senza alcuna divisione nelle richieste o nelle intenzioni", ha affermato. "Si sono mobilitati, hanno parlato, hanno sostenuto le azioni delle forze armate e continueranno a farlo. La nazione iraniana ha dimostrato la sua nobiltà e il suo carattere straordinario".
In una delle sue dichiarazioni, il Presidente degli Stati Uniti ha affermato: "L'Iran deve arrendersi", ricordava Khamenei, i governi americani sono in conflitto con la Repubblica Islamica dell'Iran dalla sua vittoria del 1979, “si sono scontrati con noi più e più volte, ogni volta con una scusa diversa ma in fondo, la questione è sempre stata una sola: vogliono che l'Iran si arrenda". "Questo presidente ha svelato questa verità: ha chiarito che gli americani saranno soddisfatti solo della resa totale dell'Iran, e niente di meno", ha affermato il Leader.
"Il popolo iraniano deve sapere: questo è il motivo per cui ci opponiamo all'America. Questa è la radice dell'ostilità, e questo è il grande insulto che gli americani rivolgono alla nostra nazione", ha aggiunto, osservando che una cosa del genere "non accadrà mai". "Aspettarsi che un paese come l'Iran si arrenda a un altro è pura assurdità, e sarà sicuramente deriso da ogni persona saggia e sensata", concludeva l'Ayatollah Khamenei.

2 luglio 2025