Sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori delle farmacie private per il contratto
Manifestazioni a Roma e in altre città
È stato il primo sciopero della loro storia. I lavoratori delle farmacie private, ossia chi sta dietro al bancone ma non è il proprietario, per la prima volta si sono astenuti dal lavoro e sono scesi in piazza. Le ragioni di chi protesta, quasi 80mila addetti, sono semplici e chiare: vogliono un riconoscimento della loro professionalità in termini di inquadramento e di salari.
Una protesta che ha radici lontane. La situazione economica dei farmacisti è cominciata a degradare dal 2011, quando, scaduto il contratto, sono trascorsi ben 10 anni prima di ottenere il rinnovo. Quello del 2021, però, si è rivelato per gli stipendi esiguo: 80 euro lordi erogati in due tranche nell’arco di tre anni. Tutto questo, tra l’altro, nel pieno della pandemia da covid, un periodo in cui le farmacie sono state sempre con le serrande alzate e i lavoratori, oltre a vendere i farmaci facevano incessantemente tamponi, dispensavano consigli e prestavano verso i pazienti, specie i più deboli e anziani, ascolto e conforto. Ma, come è successo a tutti coloro che ruotano attorno alla sanità, in quel momento a parole erano considerati indispensabili, ma poi quando si è arrivati ai rinnovi contrattuali sono diventati numeri e persone su cui risparmiare.
Oltretutto dobbiamo considerare che le farmacie non sono più soltanto un negozio dove si vendono farmaci. Come sottolinea Marianna Flauto, segretaria nazionale Uiltucs che segue il tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale scaduto a dicembre 2024, in parallelo “si lancia la Farmacia dei Servizi, di fatto la farmacia si digitalizza, offre screening, Ecg, holter, prenotazioni Cup, consulenze, tessere sanitarie, assistenza. Indubbiamente, un grande servizio per l’utenza, ma chi fa funzionare questa farmacia moderna, siamo noi farmacisti che mettiamo a disposizione i nostri studi e le nostre competenze”.
Insomma, un vero e proprio presidio sanitario, anche dove chiudono gli ambulatori, dove manca il pediatra. “Ma i titolari di farmacia pensano che la trasformazione in Farmacie dei Servizi si debba realizzare a costo zero, sulla pelle dei farmacisti”, continua Marianna Flauto: “Maggiori carichi di lavoro, più rischi, più responsabilità (anche civili e penali) e una professionalità crescente devono essere riconosciuti anche sul piano economico. La proposta salariale di Federfarma, - conclude la sindacalista - è una elemosina che offende e mortifica la dignità e la competenza di questi lavoratori”.
Ricordiamo che l'offerta padronale è un aumento di 120 euro lordi mensili, mentre le organizzazioni sindacali ne chiedono 360, indispensabili per recuperare il potere d'acquisto perso nel triennio 2021-2024 e fronteggiare l'inflazione prevista per i tre anni futuri. Stiamo parlando di stipendi mensili che al netto oscillano da 1500 a un massimo di 1800 euro. Senza dimenticare che per stare dietro un bancone della farmacia occorre conseguire una laurea specifica. Ci cono poi dei paradossi legati all'inquadramento: ad esempio chi lavora in una parafarmacia di un centro commerciale (che non può eseguire nemmeno i tamponi), guadagna 300 euro in più di chi opera nelle farmacie private perché inquadrato, con una specifica posizione, nel contratto della grande distribuzione.
Dopo una serie di assemblee la mobilitazione delle lavoratrici (quasi l'80% sono donne) e dei lavoratori, è sfociata nello sciopero nazionale di 4 ore del primo luglio. Una manifestazione si è svolta a Roma. “È la prima volta nella storia che a Roma e nel Lazio le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private scioperano”, commenta il segretario generale Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola, presente al presidio davanti alla sede nazionale di Federfarma, a San Giovanni: “L’adesione è straordinaria, sicuramente darà forza alla mobilitazione nel resto del Paese”. Nei giorni successivi si sono svolti un presidio a Cesena il 2, un flash mob a Vicenza alle 20:30 in piazza dei Signori il 3, un altro presidio il 4 a Modena davanti alla sede di Federfarma e nella stessa giornata a Belluno davanti alla Prefettura.
9 luglio 2025