Pericolosa decisione degli Usa che fa esultare la Russia
Trump taglia le armi all'Ucraina. Poi ci ripensa
Zelensky: “Dobbiamo garantire la protezione del nostro popolo”

Il 2 luglio la Casa Bianca ha confermato che sospenderà la fornitura di armi all'Ucraina. “Questa decisione è stata presa per mettere al primo posto gli interessi degli Stati Uniti” ha dichiarato la vice addetta stampa Anna Kelly. Dalle prime interpretazioni la svolta sarebbe arrivata all'indomani di una revisione condotta dal Dipartimento per la difesa sulle scorte di armamenti a disposizione degli Usa. Tra le armi che non saranno più fornite a Kiev, risultano anche gli intercettori antiaerei per neutralizzare droni e proiettili russi. Il Pentagono in una nota ha affermato comunque di aver offerto al presidente Donald Trump opzioni per continuare a fornire aiuti militari all'Ucraina, in linea con l'obiettivo di porre fine alla guerra: “Il dipartimento sta esaminando e adattando rigorosamente il suo approccio per raggiungere questo obiettivo, preservando al contempo la prontezza delle forze statunitensi per le priorità di difesa dell'amministrazione”, ha dichiarato Elbridge Colby, sottosegretario alla Difesa.
Nei giorni seguenti sui principali organi di stampa statunitensi è venuto fuori che il taglio delle armi all’Ucraina è stata sollecitata proprio dal responsabile delle politiche del Pentagono Colby, fautore di una strategia che sposti l'attenzione verso il Pacifico e il contenimento della Cina, e da una ristretta cerchia di consiglieri di Trump. Per la NBC News invece il blocco agli aiuti militari a Kiev è una decisione del segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth e ha riguardato munizioni vitali per Kiev, tra cui intercettori Patriot, missili Hellfire e sistemi Gmlrs. Secondo fonti del Pentagono, anche Hegseth avrebbe giustificato la decisione citando preoccupazioni sulle scorte, sebbene un'analisi militare interna abbia escluso rischi concreti per la prontezza degli Stati Uniti.
A fugare ogni dubbio ci ha pensato il portavoce del Pentagono Sean Parnell in un briefing con la stampa: “Vogliamo essere molto chiari su quest’ultimo punto e far sapere che il nostro esercito ha tutto ciò di cui ha bisogno per condurre qualsiasi missione ovunque, in qualsiasi momento, in tutto il mondo. Abbiamo la forza di combattimento più letale del mondo. Se avete bisogno di ulteriori prove di ciò, potete guardare l’Operazione Midnight Hammer e la totale cancellazione delle ambizioni nucleari dell’Iran… Non possiamo dare armi a tutti in tutto il mondo. Dobbiamo guardare fuori per l’America e difendere la nostra patria”.
La mossa americana ha causato sconcerto e reazioni negative in Ucraina e ha sollevato interrogativi oltreoceano sul fatto che l'America si stesse ritirando definitivamente dal supporto militare a Kiev. Intanto in aprile per la prima volta – come riporta la Cnn - l’Europa ha superato gli Usa nel totale degli aiuti militari all’Ucraina, contribuendo per 72 miliardi di euro contro i 65 miliardi forniti da Washington. Per il presidente ucraino Zelensky “Attualmente, a livello di lavoro, l’Ucraina e gli Stati Uniti stanno chiarendo tutti i dettagli del supporto alla difesa, compresa la componente di difesa aerea. In un modo o nell’altro, dobbiamo garantire la protezione per il nostro popolo”.
Esulta invece la Russia nazizarista. Il Cremlino ha accolto con favore l'annuncio, sostenendo che avvicina Russia e Ucraina alla fine del conflitto. “Meno armi vengono consegnate all’Ucraina, più vicina è la fine dell’operazione militare speciale”, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Per Mosca "non è possibile" in questa fase "raggiungere" gli obiettivi in Ucraina attraverso i canali diplomatici e quindi prosegue la sua offensiva su larga scala, ha aggiunto Peskov. “Qualsiasi accordo di pace deve prevedere l'abbandono dell'Ucraina dell’intenzione di aderire alla Nato”, ha ribadito il 3 luglio il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, Lo stesso nuovo zar del Cremlino e criminale di guerra Putin durante la telefonata nella stessa giornata con il presidente statunitense Donald Trump ha più volte ribadito di avere inviato le truppe russe in Ucraina a febbraio del 2022 per respingere una minaccia alla Russia rappresentata dalla spinta dell'Ucraina ad aderire alla Nato e per proteggere i russofoni in Ucraina. Il capo del Cremlino ha insistito sul fatto che qualsiasi accordo di pace futuro debba prevedere l’abbandono da parte dell’Ucraina della sua intenzione di adesione alla Nato e il riconoscimento delle conquiste territoriali della Russia.
Prima di partire per l'Iowa il presidente Usa ha raccontato alcuni dettagli della telefonata intercorsa tra lui e Putin: “Non sono stati fatti progressi”. Su questa base ha smentito di aver bloccato definitivamente l’invio di armi all’Ucraina: “Continuiamo a mandarle, dovevamo solo verificare che ne avessimo abbastanza per noi”. Il presidente russo vuole solo "continuare a uccidere" in Ucraina, ha dichiarato Trump ai cronisti sull'Air Force One. "È una situazione molto difficile. Vi ho detto che ero molto scontento della mia telefonata con il presidente Putin", che “vuole andare fino in fondo, solo continuare a uccidere gente, non va bene". Tant’è che a seguito della telefonata tra Trump e Zelensky del 4 luglio, il presidente ucraino ha dichiarato che “Abbiamo fatto molto insieme all’America e sosteniamo tutti i nostri sforzi per fermare le uccisioni e ripristinare la normale pace sostenibile e dignitosa. È necessario un degno accordo per la pace e l’Ucraina sostiene le proposte americane. Oggi abbiamo parlato della situazione: degli attacchi aerei russi e più in generale della situazione al fronte. Abbiamo discusso le possibilità della difesa aerea e abbiamo concordato che avremmo lavorato per aumentare la protezione del cielo. Abbiamo concordato una riunione corrispondente delle nostre squadre”.
 
9 luglio 2025