Come il Minculpop mussoliniano
Il governo Meloni censura e mette al bando i testi scolastici non allineati col regime capitalista neofascista
Guai a dire la verità definendo fascista FdI
Dire la verità sulla genesi politica e organizzativa di Fratelli d'Italia e la natura neofascista del governo Meloni può costare molto caro.
È quanto sta succedendo in questi giorni allo storico Carlo Greppi coautore insieme ai ricercatori Caterina Ciccopiedi, Valentina Colombi e Marco Meotto del manuale di storia “Trame del tempo” adottato in diversi licei e suddiviso in tre volumi che raccontano la storia dall’anno Mille fino ai giorni d’oggi.
Nel terzo volume, dedicato alla storia contemporanea, “edizione rossa" (Editori Laterza), andata in stampa a gennaio 2025, nel capitolo relativo alla situazione politica che si è venuta a creare in Italia dopo le elezioni politiche del 2022, l'autore parla del governo in carica, delle sue radici, delle dinamiche politico-elettorali che gli hanno permesso di insediarsi a Palazzo Chigi e della linea politica liberticida e fascista che ha cominciato a perseguire fin dal primo giorno del suo mandato.
In diversi passaggi, l'autore sottolinea giustamente che FdI “ha raccolto l’eredità del fascismo e continua ad avere una stretta relazione con la sua base dichiaratamente fascista” e, non a caso “si distingue nell’attuazione di misure liberticide”, tipo “i piani di deportazione dei migranti”.
“All'inizio degli anni Venti – si legge fra l'altro a pagina 666 del testo - cresce improvvisamente anche il partito erede del Msi e di An, Fratelli d'Italia (FdI), guidato da Giorgia Meloni, che diventa presidente del Consigliio nel 2022. I risultati sono impietosi: l'affluenza al voto del 63,91% è la più bassa della storia delle elezioni politiche della Repubblica, e premia FdI che, nonostante ottenga poco più di 7 milioni di voti (circa un quarto dei votanti sia alla Camera che al Senato) su oltre 50 milioni di aventi diritto, riesce a far convergere su di se una quantità sorprendente di voti dell'estrema destra (la Lega cala parecchio), si impone come primo partito e inaugura una nuova stagione della storia d'Italia. In coalizione con la Lega, con Forza Italia che rimane presto orfana del suo leader, Silvio Berlusconi (morto nel giugno 2023), e altre formazioni minori, il governo Meloni fa sue gran parte delle parole d'ordine di questa fase di rinascita dell'ultradestra europea. Arrivato al potere per la prima volta un secolo dopo la marcia su Roma e settantasette anni dopo la Liberazione dal fascismo, il partito che ne ha raccolto l'eredità e che continua ad avere una stretta relazione con la sua ‘base' dichiaratamente fascista - come dimostra anche l'inchiesta di 'Fanpage' di giungo 2024 Gioventù meloniana - si distingue nell'attuazione di misure dichiaratamente liberticide, come il cosiddetto ddl 'Sicurezza' del settembre 2024, che contrae significativamente il diritto di manifestare. Il governo Meloni prosegue inoltre la guerra ai migranti con rinnovato fervore, con piani di deportazione e una loro costante criminalizzazione sui mezzi di comunicazione”.
Una verità storica incontrovertibile che smascherando il regime capitalista, neofascista, imperialista, presidenzialista, piduista, guerrafondaio e xenofobo imposto dal governo Meloni ha finito per scatenare le ire della maggioranza a cominciare dalla capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Augusta Montaruli, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare urgente, della collega Grazia Di Maggio, componente della VII Commissione (Culgturam Scienza e Istruzione), che addirittura ha chiesto il ritiro e la messa al bando del testo, per finire al ministro dell’Istruzione e del “Merito” il fascioleghista Giuseppe Valditara che ha scritto all’Associazione Italiana Editori chiedendo “una verifica circa la correttezza delle informazioni e dei fatti storici riportati nel libro di testo” e un riscontro “riguardo agli eventuali provvedimenti che si intendono adottare”.
Proclami e minacce che richiamano alla memoria la famigerata circolare ministeriale dell’8 maggio 1930 che imponeva in tutti gli istituti medi d’istruzione: “L’aderenza del libro di testo allo spirito e all’azione del Regime fascista non deve risultare semplicemente da poche frasi di celebrazione, ma da una interpretazione di tutta la materia rispondente alla nostra nuova cultura intimamente e appassionatamente italiana”.
Insomma come il Minculpop di Mussolini, anche il governo Meloni mette all'indice gli autori che osano raccontare la verità storica sui legami conclamati fra il fascismo di ieri e il fascismo “istituzionale” e “democratico” di oggi ma sempre pronto oggi come allora a ordinare la censura, la messa al bando e possibilmente anche il rogo in pubblica piazza dei testi scolastici non graditi e allineati col regime.
Alle minacce del governo ha risposto con grande coraggio l’editore Alessandro Laterza il quale in una lettera pubblicata su “La Stampa” del 29 giugno fra l'altro denuncia: “Senza ricamarci troppo: siamo nell’anticamera della censura e della violazione di non so quanti articoli della Costituzione. In fondo i manuali di storia, specie se di alcuni editori o autori, sarebbe meglio 'verificarli' prima. Riscrivere la storia e i manuali di storia è un vecchio sogno della destra: ricordo ancora, nel 2000, la mozione del Consiglio regionale del Lazio che impegnava l’allora presidente Storace 'a istituire una commissione di esperti che svolga un’analisi attenta dei testi scolastici evidenziandone carenze e ricostruzioni arbitrarie'.
Non se ne fece nulla: rispondemmo energicamente in molti. Però, come si dice, a volte ritornano. Forse è il caso di evitarlo perché si sta passando, se non lo si è già passato, il segno. È una questione di democrazia, non della singola pagina di un manuale scolastico
”.
Laterza e Greppi, che invece ha risposto via social rispedendo al mittente le minacce di FdI e sul suo profilo Facebook ha pubblicato un fotomontaggio con la copertina del libro e la pagina incriminata vergate con un didascalico “Sottoscrivo tutto di nuovo”, hanno ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà da parte di centinaia di colleghi, autori e intellettuali antifascisti. Messaggi che però, si limitano a denunciare la violazione di vari articoli della Costituzione, che esortano a difendere la “democrazia contro i rigurgiti del fascismo” ma senza denunciare le cause che ieri come oggi rischiano di precipitare il Paese in una nuova dittatura di stampo Mussoliniano e che risiedono nel sistema economico capitalista e nell'ideologia liberale borghese.
Bisogna al più presto prendere coscienza del fatto che l'avvento del governo neofascista Meloni certifica che di fronte alla spaventosa crisi economica capitalistica e alla catastrofe di una sempre più temibile terza guerra mondiale imperialista la democrazia liberale borghese non è più sufficiente a mantenere il controllo sul proletariato e sulle masse popolari. La storia che Meloni e Valditara vogliono censurare ci insegna che specialmente in presenza di grandi crisi economiche e preparativi di guerra, la borghesia getta la maschera liberale e ricorre alla dittatura terroristica e poliziesca aperta per difendere il sistema capitalista e mantenere i suoi privilegi e il suo dominio di classe. E se non ci si pone l'obbiettivo di abbattere il capitalismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato attraverso la rivoluzione socialista, il fascismo non sarà mai definitivamente sconfitto, perché esso è figlio legittimo e strumento di oppressione del capitalismo e della classe dominante borghese.
È urgente prendere atto che il fascismo è già tornato al potere con la Mussolini in gonnella e utilizza forme e metodi di repressione del dissenso più “moderni”, più consoni al XXI secolo e perciò più difficili da riconoscere rispetto al fascismo storico.
Chi ancora si aggrappa alla Costituzione invocando la sua “piena attuazione” come unica alternativa possibile al regime capitalista neofascista, ignora tra l'altro il fatto che essa non è più quella del 1948 a causa delle modifiche piduiste e neofasciste apportate nel corso degli ultimi decenni dai vari governi sia di centrodestra che di “centro-sinistra”. E che comunque si tratta di una Costituzione liberale borghese, antiproletaria e anticomunista, che nella sostanza sancisce il potere di classe della borghesia e in tutti questi anni non è riuscita neppure a mettere al bando i partiti e organizzazioni fascisti come prescrive ma solo a parole.
9 luglio 2025