Due giornate di lotta per il quarto anniversario del presidio permanente contro i licenziamenti
Giù le mani dall'ex-Gkn
Combattivo corteo e Assemblea popolare dell'azionariato popolare
“Sostenere la reindustrializzazione, riaprire la fabbrica, proteggerla dalla repressione e dalla speculazione”

In occasione del quarto anniversario di presidio permanente contro i licenziamenti, l'11 e il 12 luglio i lavoratori e il Collettivo di fabbrica della ex Gkn hanno organizzato due giornate di lotta per accelerare la costituzione del consorzio industriale pubblico, rivendicare l'esproprio dell'intera area dove sorge lo stabilimento per sottrarlo a una nuova speculazione industriale e immobiliare e metterlo a disposizione dei lavoratori per l'attuazione del piano di reindustrializzazione elaborato dagli stessi lavoratori per una fabbrica pubblica e socialmente integrata in grado fin da subito di produrre pannelli fotovoltaici e cargo bike.
Nella notte dell'11 luglio, al termine del concertone, da Piazza Poggi a Firenze, sotto la Torre di San Niccolò, è partito un combattivo corteo di protesta a cui hanno preso parte circa un migliaio di manifestanti in gran parte giovani e studenti solidali che al grido di “siamo tutti Gkn” e al canto di “Occupiamola” ha attraversato il centro storico e si è concluso sulle scalinate della basilica di Piazza Santa Croce. Un corteo notturno convocato “di botto e all'improvviso” al quale molti lavoratori e militanti solidali purtroppo non hanno potuto partecipare a causa del mancato preavviso e dell'insolito orario in cui si è svolto, dall'una alle due e trenta del mattino, e che sicuramente poteva essere molto più partecipato.
Tra i tanti, che per impegni lavorativi e familiari sono stati costretti a rinunciare al corteo, anche i compagni del PMLI Firenze che pure avevano aspettato l'inizio del corteo fino a mezzanotte e mezzo.
La prima giornata di lotta si è chiusa con una “acampada” notturna in Piazza San Niccolò dove nella mattinata del 12 luglio si è svolta la terza assemblea internazionale dell'azionariato popolare dei lavoratori ex Gkn e degli azionisti della coop GFF per fare il punto sulla situazione e decidere le prossime iniziative di lotta.
Dario Salvetti, portavoce del Collettivo di Fabbrica, ha aperto l'assemblea ringraziando i circa 500 presenti e ribadendo che a tutt'oggi la fabbrica è della Qf di Francesco Borgomeo, che non ha mai presentato un piano di rilancio industriale e, dopo aver avuto dal governo fondi pubblici per una cig senza causale (un unicum), da oltre un anno e mezzo non paga stipendi, tfr e previdenza ai circa 100 lavoratori che sono rimasti a presidiare lo stabilimento per un ammontare complessivo di oltre 6 milioni di euro dal 2021 ad oggi. Insomma ha denunciato Salvetti, il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza è fatto apposta per non pagare i lavoratori.
Ciononostante il tribunale fallimentare di Firenze ha dato il via libera al concordato preventivo presentato da Qf nel quale fra l'altro si legge che Idea Sgv, società nel campo immobiliare, investirà 18 milioni nelle due società legate a Borgomeo a cui Qf ha venduto l’area industriale, la Sviluppo immobiliare toscana e Tuscany Industry probabilmente con l'intento di “aprire qui l’ennesimo polo della logistica – denunciano i lavoratori - che impiega pochi lavoratori e ha un forte impatto sul territorio per traffico e inquinamento visto che Idea Sgv è specializzata in investimenti per la logistica dell’ultimo miglio”. Motivo per cui “il consorzio pubblico, il nostro piano di reindustrializzazione e il nostro modello di cooperativa danno fastidio al sistema delle Coop che non a caso non hanno mai appoggiato la nostra vertenza”.
Pertanto ha concluso Salvetti: “è necessario rilanciare la mobilitazione contro la campagna di calunnie e minacce di sgombero. Tenetevi liberi per una nuova chiamata in autunno perché se entro a settembre il nostro piano industriale non parte e non avremo piena chiarezza sull’efficacia del consorzio saremo anche costretti a riprogettare completamente il piano industriale, forse anche nelle sue direttrici produttive... la frammentazione della sinistra non fa bene alla convergenza e alla nostra lotta. Dobbiamo seguire il modello argentina 'occupare, resistere produrre' e conquistare tante “casematte” come la Gkn e Quarticciolo Ribelle di Roma per continuare e vincere la lotta contro questo sistema”. Un richiamo a quelle “casematte” contrapposte riformisticamente da Gramsci alla vittoriosa Rivoluzione d'Ottobre di Lenin e Stalin
Nel mezzo tanti interventi di varie associazioni, realtà solidali, partiti e sindacati di base fra cui i “Centri sociali del nord-est” che hanno rilanciato la necessità di “costruire una opposizione sociale contro il governo Meloni”. La “Rete intersindacale Adl Cobas” che ha sollecitato la “convergenza con la Rete No DDL Sicurezza – A pieno regime” e dato “appuntamento il 21 settembre alla Sapienza di Roma per la prossima assemblea nazionale contro il ddl sicurezza”.
“Vogliamo tutt'altro - Assemblea dei lavoratori dello spettacolo” che ha denunciato “la politica dei tagli operati dal governo Meloni al mondo dello spettacolo e condanna dei finanziamenti destinati al riarmo e alla guerra”.
“TPO municipi sociali di Bologna” che fra l'altro ha detto: “ è tempo di passare all'attacco di questo governo”.
Fausto di “Una città in comune, Pisa” ha lanciato l'invito a partecipare alla manifestazione del 19 luglio in programma nei pressi della base Nato di Camp Darby a Pisa contro la guerra e il riarmo”.
All'assemblea è intervenuto anche il segretario nazionale del PRC, Maurizio Acerbo il quale ha espresso “solidarietà a Francesca Albanese (Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ndr) che candidiamo a premio Nobel per la pace. Solidarietà al Collettivo Gkn che va ringraziato per tutto ciò che non fa il nostro governo. Lancio di una chiamata nazionale in autunno attorno a questa vertenza. Convergenza con la Rete No DDL Sicurezza – A pieno regime. Mettiamo a disposizione le nostre poche forze a sostegno della lotta Gkn”.
Potere al Popolo ha rilanciato “due grandi manifestazioni entro luglio: contro le basi Nato, guerra e riarmo a Camp Darby e a sostegno di Gaza”. Eliana Como, delegata dell’Assemblea Generale nazionale CGIL e FIOM, e portavoce dell’area alternativa interna alla CGIL Le radici del sindacato, ha avvertito che “Se si azzardano a ordinare lo sgombero della Gkn ci devono portare via tutti di peso”. Quindi ha espresso “Solidarietà a Francesca Albanese che per prima ha denunciato il genocidio in atto a Gaza e i profitti delle imprese per la guerra e la ricostruzione” e ha chiuso il suo intervento storpiando la parola d'ordine di Marx e Engels su Il Manifesto : “uccellini di tutto il mondo unitevi” in riferimento a quanto accaduto alcuni giorni fa nel cantiere della galleria Tav Lonato/Desenzano, sulla tratta Brescia-Verona, dove la Tav ha sospeso i lavori per non distruggere i nidi del gruccione, l'uccello più colorato d'Europa, specie altamente protetta.
Per ultimo è intervenuto un rappresentante delle comunità palestinesi in Italia che fra l'altro ha detto “non dobbiamo mai arrenderci al genocidio, noi non ci arrenderemo e continueremo la lotta. Grazie a Francesca Albanese. Viva le resistenza palestinese, viva la solidarietà viva Gkn”.
Al termine dei lavori l'Assemblea ha approvato con “voto consultivo” il documento conclusivo che pubblichiamo a parte in cui fra l'altro vengono ribadite le direttrici su cui lavorare: rafforzare la reindustrializzazione dal basso (portando l'azionariato popolare a 1.7 milioni), rafforzare la campagna per ampliare le convergenze con comunità energetiche e pre-ordini anche di cargo bike, mobilitazione per supportare il presidio nel mese di agosto, a rischio sgombero, e tenersi pronti per una grande manifestazione nazionale a settembre.
 
Di seguito il documento conclusivo approvato il 12 luglio 2025 dalla terza assemblea internazionale dell'azionariato popolare dei lavoratori ex Gkn
 
“Che fatica che ti chiedo”
È grave. Lasciare ancora una volta questa lotta in sospeso è grave. Pensare anche solo di ridurla a un problema di ordine pubblico è gravissimo. Contro il logoramento da un lato e la repressione dall’altro, noi siamo e saremo pronti e pronte. Siamo qui per restare — se non fisicamente, come forza sociale — per sostenere la reindustrializzazione, riaprire la fabbrica, proteggerla dalla repressione e dalla speculazione.
Ancora una volta, questa assemblea si svolge senza poter deliberare l’avvio del progetto. Il consorzio è vicino, ma non ancora costituito. La disponibilità della fabbrica a essere reindustrializzata è oggi più che mai minacciata dagli interessi di natura immobiliare. E tutto questo impedisce al progetto industriale di partire.
Stanno cercando di logorare anche il movimento di solidarietà. Solo da maggio 2024 si sono tenuti almeno sei grandi eventi (cortei, concerti, assemblee, festival), praticamente uno ogni due mesi, senza contare le decine di iniziative “minori”. E tutto questo accade ancora oggi, dopo quattro anni!
Quattro anni non sono un traguardo da festeggiare, ma una ragione per indignarsi. Dimostrano quanto questa partita fosse truccata fin dall’inizio, quanto questa sia “la loro società”, costruita per bloccare ogni cambiamento.
La situazione oggi è questa:
Il progetto industriale:
Siamo alla definizione dei dettagli (contratto per la linea produttiva, corsi di formazione, autorizzazioni). Ma senza la fabbrica, nessuno di questi elementi può essere concretizzato.
Tre istituti finanziari hanno confermato il proprio appoggio con lettere di interesse. Ma senza la fabbrica, non possono trasformarle in delibere.
Il piano industriale ha già affrontato quattro istruttorie, l’ultima interamente tecnica.
Un fondo SGR potrebbe a breve deliberare un finanziamento condizionato, subordinandolo alla possibilità concreta di attuare il progetto e alla disponibilità della fabbrica alla reindustrializzazione.
Il consorzio industriale pubblico:
Promosso dalla Regione, ha già ottenuto l’adesione dei Comuni di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino. Il 16 luglio dovrebbe arrivare quella della Città Metropolitana.
A quel punto dovrà costituirsi formalmente davanti a un notaio.
È vitale che apra da subito la discussione sull’area ex GKN.
Il progetto industriale nato dalla lotta ex GKN vede oggi la fabbrica trasformata in un puro immobile in mano a soggetti immobiliari. È lecito domandarsi se questo scenario non sia stato preparato sin dall’inizio.
In poche parole: “non siamo a zero, ma non siamo ancora a uno”. Siamo vicini alla definizione, ma nulla è ancora definito. Agosto rischia di essere l’ennesimo mese di attesa sotto il sole del presidio. O, nella peggiore delle ipotesi, il mese in cui tenteranno lo sgombero.
Siamo quindi costretti a considerare ogni scenario possibile e, ancora una volta, a non poterci concentrare in una sola direzione.
La nostra azione deve seguire tre direttrici:
1. Spingere la reindustrializzazione dal basso come se dovesse partire domani:
– Superare 1,7 milioni con l’azionariato popolare
– Lanciare la campagna: “Ogni spazio sociale sia una comunità energetica”
– Rilanciare il progetto delle cargobike con ordini solidali e una nuova giornata campale
2. Essere pronti, se necessario, a iniziare a lavorare a dispetto di tutto e tutti, rompendo il processo di attesa e logoramento.
Questa ipotesi sarà da valutare a settembre, quando avremo piena chiarezza sull’efficacia del consorzio.
Sia chiaro: significherebbe riprogettare completamente il piano industriale, forse anche nelle sue direttrici produttive.
3. Prepararsi alla mobilitazione in ogni scenario.
Uno sgombero comporterebbe una mobilitazione generale — e anche “loro” lo sanno. Per questo, prima proveranno a screditarci con la calunnia. Ma la mobilitazione andrà avanti comunque.
In ogni caso, fuori dalla mobilitazione non c’è salvezza. Siamo alla ricerca della spallata decisiva per far cadere il muro di gomma. Ad oggi, la nostra spalla non si è rotta, ma il muro non è ancora venuto giù. Siamo condannati a provare e riprovare.
Per questo, mettiamo a disposizione la nostra esigenza di mobilitazione alle esigenze di mobilitazioni più generali. Mettiamo a disposizione la piazza di Firenze alle decisioni delle prossime assemblee di movimento:
– dell’assemblea del 27 luglio in Val di Susa
– delle decisioni dell’assemblea contro il DDL Sicurezza
– delle organizzazioni ambientaliste, sociali e sindacali
Per costruire un nuovo corteo: “Per questo, per altro, per tutto”, sulla base delle rivendicazioni che oggi ci paiono intrecciare tutte le lotte:
– Intervento pubblico ora: contendere i miliardi destinati al riarmo e investirli in stato sociale, sanità, istruzione, politica industriale, riappropriazione dei quartieri
– Transizione ecologica reale e stop all’escalation bellica mondiale: riconversione produttiva contro il riarmo e contro le grandi opere inutili
– Contro la società autoritaria: contrastare il DDL Sicurezza e la società della paura. Rilanciare democrazia diretta e protagonismo sociale
Contro il genocidio: la solidarietà internazionale rafforza le lotte
Salario adesso: redistribuire la ricchezza parassitaria e fermare l’impoverimento.

16 luglio 2025