Riunione dei ministri degli Esteri in preparazione del vertice di fine agosto
La SCO si compatta intorno all’imperialismo dell’Est
Xi incontra Lavrov per approfondire il “partenariato strategico globale Cina-Russia”. L’Iran propone la creazione di un Forum regionale per la sicurezza

Si è svolto il 15 luglio a Tianjin, vicino a Pechino, il vertice dei ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), una delle organizzazioni “regionali” che ha assunto ormai un ruolo importante per l’imperialismo dell’Est, che pur con soli 10 membri, copre sostanzialmente quasi tutta l’Asia e non solo. Oltre a Cina, Russia e repubbliche centro-asiatiche ex sovietiche, ne fanno infatti parte anche India, Pakistan, Iran, Afghanistan e Bielorussia. La SCO nata come organismo di cooperazione economica e culturale, con gli anni si sta caratterizzando anche come un’unione militare.
Il neoimperatore cinese Xi Jinping, facendo gli onori di casa della superpotenza socialimperialista che ha la presidenza annuale, ha accolto i diplomatici dei paesi SCO, in questo incontro preparatorio del summit annuale che si terrà al massimo livello tra il 31 agosto e il 1° settembre di quest’anno, sempre a Tianjin. Il presidente cinese ha posto l’accento sull’importanza della collaborazione con i vicini, per far fronte anche alle sfide di “un mondo sempre più turbolento”. Oltre ad aver chiamato a un miglior allineamento delle politiche di sviluppo, con esplicito riferimento alla “Belt and Road Initiative”, la Nuova via della seta cinese, atta a garantire l’espansione mondiale dei suoi monopoli, si è anche espresso nettamente contro le politiche egemoniche e “bullistiche” dell’imperialismo occidentale, in particolare quelle americane dei dazi, parlando espressamente di politiche atte a promuovere “un mondo multipolare più equo ed equilibrato”.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha presentato cinque proposte per lo sviluppo futuro della SCO. In primo luogo gli Stati membri “devono sostenere ulteriormente lo Spirito di Shanghai, rafforzare la coesione, l’azione e l’appello della SCO, adottare misure solide per esibirsi ed eccellere e costruire la SCO in un bell’esempio di rispetto reciproco, equità, giustizia e cooperazione vantaggiosa per tutti”. In secondo luogo, “condividere il benessere e il dolore e consolidare le fondamenta della sicurezza”. Il terrorismo, il separatismo e l’estremismo continuano a suscitare problemi nella regione e nuove minacce e sfide continuano a emergere, rendendo la situazione della sicurezza ancora complessa e grave. Per questo la SCO “deve rispondere in modo efficace”.
In terzo luogo, perseguire il beneficio reciproco e ottenere risultati vantaggiosi per guidare il motore di sviluppo. La SCO dovrebbe sfruttare appieno il suo potenziale, rafforzare le catene industriali, stabilizzare le catene di approvvigionamento, migliorare le catene del valore, promuovere i motori della crescita nell’economia, nel commercio, negli investimenti, nella connettività, nell’innovazione scientifica e tecnologica, nelle industrie verdi e nell’economia digitale. Quarto il “buon vicinato” dovrebbe essere un impegno comune di tutti gli Stati membri. Quinto, sostenere la strada giusta e difendere l’equità e la giustizia. La SCO dovrebbe prendere l’ottantesimo anniversario della fondazione delle Nazioni Unite come un’opportunità per sostenere fermamente l’autorità e il ruolo dell’ONU.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov e Xi Jinping si sono incontrati in un faccia a faccia, a margine del vertice, discutendo vari argomenti, tra cui la visita del nuovo zar del Cremlino Putin in occasione del summit alla fine di agosto. Xi Jinping ha sottolineato la necessità che entrambe le parti si attengano alle importanti intese raggiunte tra i due presidenti, approfondiscano il partenariato strategico globale Cina-Russia, rafforzino il sostegno reciproco nelle sedi multilaterali, salvaguardino i loro interessi di sviluppo e sicurezza, promuovano la solidarietà tra i paesi del Sud del mondo e lavorino insieme per rendere l’ordine internazionale più giusto ed equo. Per Xi la SCO, che è stata istituita congiuntamente dalla Cina e dalla Russia, è un’organizzazione di cooperazione regionale globale che ha un’importanza significativa per mantenere la pace, la stabilità e lo sviluppo nel continente eurasiatico. Entrambe le parti dovrebbero sostenersi a vicenda, guidare il corso di sviluppo della SCO, iniettare continuamente nuovo slancio e rendere questa piattaforma strategica più sostanziale e più forte.
Lavrov ha ricordato che, con l’occasione, si festeggerà la ricorrenza degli 80 anni della sconfitta dell’imperialismo giapponese durante la Seconda guerra mondiale. Come era già successo per le commemorazioni riguardanti il fronte europeo, Mosca strumentalizza la lotta al nazifascismo come elemento che deve essere ricordato, non per niente la sua aggressione nazizarista all’Ucraina è partita proprio all’insegna della “denazificazione”. Ma tali parole sono un chiaro riferimento anche alle dichiarazioni giapponesi commentate il giorno stesso dal portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian. Tokyo ha appena pubblicato il suo nuovo Libro bianco sulla Difesa, nel quale si afferma che la Cina può compromettere seriamente la sicurezza nazionale del paese del Sol Levante. Il governo guidato da Shigeru Ishiba avrebbe persino autorizzato l’abbattimento di qualsiasi velivolo senza pilota (di droni, in sostanza) nei cieli nipponici. Se ci si aggiunge il fatto che lo stesso “Financial Times” ha recentemente pubblicato informazioni che sembrano confermare una certa pressione da parte di Washington sugli alleati del Pacifico, Giappone e Australia, per tastare la loro reazione in caso di escalation della contesa con la Cina intorno a Taiwan, si capisce anche perché Lavrov abbia voluto ricordare gli 80 anni dalla sconfitta giapponese.
Ma non è stata solo la presenza di Lavrov ad animare il vertice. Per la prima volta da cinque anni a questa parte, il ministro degli Esteri dell’India si è recato in Cina. Un messaggio importante dopo le tensioni al confine tra i due paesi riaccesesi nel maggio 2020 e continuate a fasi alterne nei successivi anni.
Infine, la figura di Araghchi Abbas, ministro degli Esteri iraniano, è stata al centro di molte attenzioni. Nel suo intervento ha chiesto che la SCO parli con una sola voce in difesa della sovranità degli Stati membri, in abbinamento con le sue proposte: istituire un centro studi per il contrasto alle sanzioni unilaterali, l’approfondimento dell’integrazione sia mediatica che culturale per contrastare le narrazioni e la guerra cognitiva occidentale, e soprattutto la creazione di un Forum regionale per la sicurezza della SCO. “Formare – ha detto Araghchi – un meccanismo permanente per monitorare, documentare e coordinare risposte ad aggressioni militari, atti di sabotaggio, terrorismo di stato e violazioni della sovranità nazionale degli stati membri“. Il pensiero è diretto ovviamente a come Teheran abbia dovuto affrontare senza tutele gli ultimi attacchi militari israeliani e statunitensi.
Una proposta con una portata dirompente, atta a legare in un meccanismo di difesa comune buona parte dell’Asia. Una garanzia per l’imperialismo dell’Est contro gli attacchi di quello dell’Ovest, un passo che potrebbe essere visto da molti come una sorta di NATO alternativa, seppur non ai livelli di impegno bellico dell’Alleanza atlantica e che si colloca nel futuribile scenario di una guerra mondiale sempre più vicina. Numerosi incontri bilaterali – con Russia, India, Pakistan, Uzbekistan e Kirghizistan – hanno confermato il crescente sostegno internazionale all’Iran e la volontà comune di rafforzare i legami economici e strategici nel quadro di un mondo multipolare.
 

23 luglio 2025