Milano: 150mila in piazza. CGIL, USB e sindacati di base guidano una giornata storica di lotta: occupazioni, bloccati i binari e la tangenziale. A ruba il volantino del PMLI sull'aggressione militare a Flotilla. La repressione non ha piegato la volontà di lotta delle masse
Redazione di Milano
La grandiosa giornata di sciopero generale indetta dalla CGIL e dai sindacati di base in solidarietà con la Global Sumud Flotilla e con la causa del popolo palestinese il 3 ottobre ha visto riversarsi sulla sola Milano una fiumana umana di oltre 150mila lavoratori scioperanti, studenti, giovani e masse popolari.
È stata una giornata storica, di ribellione e di internazionalismo, che ha rotto l’assedio mediatico e la complicità criminale del governo neofascista della ducessa Meloni col nuovo Hitler Netanyahu e il suo alleato fascioimperialista Trump.
Una vera e propria marea umana, a maggioranza composta da giovani e giovanissimi, ha rappresentato uno dei momenti più incisivi del ciclo di lotta che, a partire già dalle sere dell’1 e 2 ottobre, ha intrecciato occupazioni di scuole e università, blocchi ferroviari, stradali e autostradali e agitazioni diffuse.
Il 1° ottobre 3mila manifestanti hanno invaso Milano partendo da Piazza della Scala, ribattezzata “Piazza Gaza”, per poi occupare i binari della stazione Cadorna. Un gesto dirompente che ha paralizzato per oltre mezz’ora il traffico ferroviario e lanciato il messaggio: “Blocchiamo tutto per Gaza!”.
Il 2 ottobre 1.500 studenti hanno occupato la Statale di Milano, trasformandola in un presidio politico permanente, con assemblee e dibattiti in preparazione allo sciopero. In serata oltre 20mila manifestanti sono scesi in corteo da Piazzale Loreto a Piazza Duomo.
Il 3 ottobre Piazza Oberdan era strapiena, con gruppi di studenti arrivati in corteo direttamente dalle scuole e famiglie con bambini che hanno scelto di partecipare. E’ stato un tripudio di bandiere palestinesi e bandiere rosse, uno spettacolo di cartelli e striscioni che condensavano rabbia e chiarezza politica. Tra gli slogan gridati a ritmo di tamburi si sono distinti: “Milano sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare”, “Palestina libera. Fermiamo la macchina bellica” (striscione di apertura del corteo), “Israele nazista, Stato terrorista”, “Blocchiamo tutto!”, “Non un chiodo per Israele”, “Rompere con Israele-Stop genocide”, “Se non sarà la pace, sarà la rivoluzione”. Queste parole non erano retorica ma ordine d’azione: dai comizi volanti si rilanciava continuamente la necessità di portare la protesta fino alle infrastrutture che dall'Italia tengono in piedi l’economia della guerra e del genocidio del nazisionismo israeliano.
Delegazioni di lavoratori con striscioni dei settori pubblico e privato - organizzati prevalentemente da CGIL e USB - reti di associazioni palestinesi, comitati di immigrati e collettivi studenteschi si sono incuneati nel corteo con parole d’ordine precise e materiali militanti. Sui cartelli si leggevano messaggi che univano l’antimperialismo a precise rivendicazioni: “Fine all’assedio di Gaza”, “Stop armi, stop complicità”, “Solidarietà con la Flotilla”, “Boicottaggio e sanzioni a Israele”.
Sotto la rossa bandiera del Partito i compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI non hanno fatto mancare la loro militante presenza sia a questa grande manifestazione che a quella della sera precedente. In entrambe le occasioni i marxisti-leninisti hanno diffuso centinaia di volantini col comunicato dell’Ufficio stampa del PMLI “Criminale e intollerabile aggressione militare a Flotilla. Meloni corresponsabile” andato letteralmente a ruba, spesso richiesto dai manifestanti (anche in più copie) prima che gli venisse proposto. I compagni portavano un manifesto formato A3 col titolo del comunicato e l'aggiunta delle scritte “Stop al genocidio dei palestinesi”, “Gaza ai gazawi”, “Fermare la deportazione dei gazawi”, “Palestina libera. Uno Stato, due popoli”, con la raffigurazione di Netanyahu e Meloni rispettivamente in veste hitleriana e mussoliniana. Quest'ultima immagine ha particolarmente attirato l'attenzione di molti manifestanti che hanno voluto fotografare il manifesto dichiarando di condividerlo appieno.
Apprezzati anche gli slogan lanciati dai marxisti-leninisti: “Netanyahu e Meloni, dei popoli assassini, siete i nuovi Hitler e Mussolini”, “Lo Stato sionista va cancellato, Palestina libera, due popoli, uno Stato!”, “Netanyahu criminale, per genocidio da processare!”, “Con Israele, nazista ed invasore, l'Italia rompa subito ogni relazione!”; hanno anche cantato con largo seguito “Bella Ciao” e “Fischia il Vento”.
Nel pomeriggio uno dei momenti più significativi è stato l’occupazione della Tangenziale Est, dove 3mila manifestanti hanno bloccato il traffico e hanno provato a trasformare il corteo in un punto di pressione reale sull’economia e la mobilità della città. L’intervento delle “forze dell’ordine”, i momenti di conflitto e i respingimenti non hanno spento i cori: “Palestina libera!”, “Blocchiamo tutto!”.
Il governo neofascista Meloni, tramite il suo ministro di polizia Piantedosi, ha risposto con blindati, idranti e cariche, provocando feriti e fermi. Ma la repressione non ha piegato la volontà di lotta delle masse: al contrario, ha rafforzato la coscienza che solo la lotta dirompente di massa può spezzare la complicità italiana col genocidio nazisionista.
Il PMLI esprime la più calorosa solidarietà militante ai coraggiosi manifestanti che hanno bloccato la Tangenziale Est contro i quali la ducessa Meloni ha scatenato le sue forze repressive. Ora è ancor più chiaro che è una nemica del popolo italiano e dei popoli oppressi, una leccascarpe del dittatore fascioimperialista Trump, una complice in genocidio del nuovo Hitler Netanyahu, una Mussolini in gonnella che dev’essere cacciata da Palazzo Chigi attraverso moti di piazza organizzati dalle masse popolari antifasciste, antimperialiste e antisioniste che vede le ragazze e i ragazzi in prima linea.
8 ottobre 2025