In difesa del posto di lavoro e contro la multinazionale Liberty
In piazza gli operai della Magona a Piombino
In bilico ci sono 500 posti di lavoro e, nell'immediato, la riscossione del salario. Senza stipendio dal 12 agosto, con un decreto del ministero firmato lo scorso 29 settembre che consentirà a Inps il pagamento diretto della Cig, le centinaia di famiglie piombinesi chiedono con forza garanzie per il futuro della produzione e il versamento delle retribuzioni arretrate.
“Liberty ha abbandonato lo stabilimento di Piombino - denunciano i sindacati - tradendo ogni impegno preso con il governo. Non pagare i salari significa calpestare un diritto fondamentale e indebolire il tessuto della società. Scendiamo in piazza per difendere la dignità degli operai, rivendicare il futuro industriale di Piombino, chiedere al ministero di intervenire subito e garantire alle nuove generazioni un'occasione di lavoro”.
Liberty Magona è la multinazionale anglo-indiana che nel 2005 ha rilevato lo storico stabilimento piombinese (fondato a fine '800) da un altra multinazionale, Arcelor-Mittal, con sede in Belgio. Al tempo le promesse furono tante, ma dopo due decenni della sua gestione lo stabilimento è in profonda crisi e gli operai hanno passato questi anni più in cassa integrazione che al lavoro. Non a caso in piazza i lavoratori hanno gridato con forza: “vogliamo tornare a lavorare”.
Quella del 30 settembre è stata una giornata di lotta che smosso tutta la città. Erano più di un migliaio le persone che hanno manifestato per le vie del centro, fin sotto il palazzo del comune. Piombino ha detto chiaramente che la Magona deve continuare la sua attività. Lo stabilimento è attualmente fermo, ma è in grado di lavorare 500mila tonnellate all’anno di laminati piani trasformandoli in lamiere zincate e preverniciate: la maggior parte di capannoni, lavatrici, frigoriferi e banchi frigo dei supermercati sono costruiti con lamiere Magona che fornisce anche componenti per il settore automotive.
Una fabbrica in salute dal punto di vista degli ordini e del mercato, ma che di fatto è ferma per la crisi finanziaria di Liberty Steel che ha portato alla progressiva chiusura delle sue fabbriche in Europa. Però, come ha detto dal palco Davide Romagnani della Fiom "A Dudelange, in Lussemburgo, un altro stabilimento del gruppo Liberty è stato dichiarato insolvente, ma il governo ha preso in mano la situazione tutelando i lavoratori e la produzione. La domanda che ci facciamo tutti è questa: perché se in Lussemburgo il governo può intervenire, non accade lo stesso in Italia? Vogliamo far chiudere tutte le industrie?".
Il polo siderurgico di Piombino, uno dei maggiori in Italia, attraversa una crisi lunga decenni. Oramai non c'è più un altoforno in funzione, l'ultimo è stato abbattuto nel 2024, ma era fermo da un decennio. La stessa Magona è specializzata in semilavorati, ma non gestisce l'intero ciclo produttivo. Questo ce l'aveva l'ex Lucchini, che dopo la gestione pubblica e numerosi passaggi di proprietà tra privati adesso è quasi completamente ferma, con più di mille operai in cig da ben 10 anni. Due vertenze fortemente collegate, perché i due stabilimenti, collocati nello stesso sito, praticamente hanno una produzione complementare.
Per quanto riguarda la ex Lucchini, adesso di proprietà di JSW Steel Italy, quasi tutti gli operai dovrebbero essere assimilati dal nuovo stabilimento con forni elettrici che sarà gestito degli ucraini di Metinvest assieme all'italiana Danieli, ma non si partirà fino al 2029. Per la Magona la situazione è ancora più nebulosa: Liberty è un gruppo in caduta libera, in forte crisi finanziaria, che ha chiuso altri stabilimenti in giro per l'Europa. Al momento sembra interessato al suo acquisto il gruppo svizzero Trasteel, ma la cessione è complessa e si prevedono tempi lunghi.
I lavoratori e i sindacati chiedono garanzie occupazionali ed economiche. È quindi necessario un forte intervento del governo, che non può valutare le sorti del polo siderurgico di Piombino come una semplice trattativa tra privati. Sono in ballo alcune migliaia di posti di lavoro, il futuro di una intera città e del suo circondario, il destino di una parte importante del settore strategico della siderurgia, in discussione anche a Taranto.
Intanto, anche grazie alla manifestazione del 30 settembre e alle proteste dei lavoratori, della città e delle istituzioni, il gruppo Liberty ha effettuato il versamento sul conto corrente della sede di Piombino per i 500 lavoratori della Magona. I sindacati hanno spiegato che la cifra sarà comprensiva delle giornate lavorate e della rata della dichiarazione 730, ma non comprenderà i giorni di cassa integrazione che, come detto, non saranno più anticipati dall'azienda, ma dovranno essere pagati dall’Inps. Non si tratta certo di un dettaglio, visto che nel mese di agosto si è lavorato soltanto un paio di giorni e tutto il resto è Cig.
15 ottobre 2025