Dopo gli atenei
Occupazioni delle scuole contro il governo Meloni e per Gaza

Al fianco degli universitari che nelle settimane scorse hanno occupato aule, rettorati e diverse sedi universitarie, anche gli studenti medi, che nei giorni scorsi hanno partecipato in massa agli scioperi generali e alla grande manifestazione nazionale di Roma del 4 ottobre, in queste ore si stanno mobilitando a sostegno della Resistenza palestinese e contro il governo neofascista Meloni dando vita a decine di assemblee permanenti e occupazioni degli istituti in tutta Italia.
“La nostra protesta - spiegano - è incentrata sull'alleanza con i lavoratori e gode di un consenso di massa che coinvolge anche gran parte di genitori e professori che ci appoggiano”.
A Roma dopo i licei Kant, Plinio, Cavour e il Socrate che hanno fatto da apripista il 7 ottobre è stato occupato anche il liceo Tullio Levi Civita, nella zona est della città.
“Blocchiamo tutto anche nelle scuole – spiegano gli studenti – Al fianco della resistenza palestinese, diffidiamo Meloni e Valditara e chiediamo al governo di rompere gli accordi con lo Stato di Israele. Non un soldo deve andare alla guerra: c’è bisogno di fondi per l’istruzione”.
Nelle stesse ore, a Genova è stato occupato il Vittorio Emanuele Ruffini. Qui la staffetta è stata fatta con le occupazioni degli istituti del Klee Barabino e del Calvino, terminate nei giorni scorsi. “Chiediamo il rilascio immediato e il rimpatrio degli attivisti ancora incarcerati e denunciamo l’ipocrisia di un governo che investe miliardi in spese militari e lascia le scuole italiane in condizioni fatiscenti, luoghi che ci cadono letteralmente in testa”. Siamo contro una scuola “repressiva” che usa le sospensioni come minacce. “Sembra che l’unico obiettivo sia zittire gli studenti invece che ascoltarli e migliorare il luogo dove passano la maggior parte della loro vita”. I ragazzi hanno annunciato anche il pieno appoggio del Collegio dei docenti che: “ha approvato due mozioni sulle tematiche legate agli equilibri di pace e alla questione palestinese” e sottolineano che: “Ci conforta ricevere comprensione. Difendiamo questo prezioso legame che si è creato”.
A Torino dopo i licei Galfer, Gioberti e Einstein della scorsa settimana, il 6 ottobre altri cinque istituti hanno dato il via alle proteste: il Berti, il Regina Margherita, il Giulio, il Santorre di Santarosa, i classici Alfieri e D'azeglio e il Convitto Umberto I, occupato per la prima volta nella sua storia ultracentenaria.
“A chi ci dice che non abbiamo voglia di studiare rispondiamo che invece sappiamo da che parte stare” ripetono gli studenti. Mentre all’Università i loro colleghi portano avanti il presidio permanente e dormono dentro Palazzo Nuovo ma senza interruzione delle lezioni.
A Napoli , l’occupazione del Liceo Classico Genovesi è iniziata all’alba del 7 ottobre. Poche ore dopo è toccato anche al liceo Gian Battista Vico, mentre la protesta va avanti nelle altre scuole, tra cui il liceo Vittorio Emanuele II.
L'8 ottobre anche gli “studenti e studentesse del collettivo Diaz e del coordinamento Kaos abbiamo deciso di seguire l’ondata di occupazioni del Gian Battista Vico, del Genovesi e del Vittorio Emauele, decidendo di occupare l’Isis Elena Di Savoia-Diaz. Non resteremo a guardare un genocidio in diretta. Avevamo detto che se avessero bloccato la Flotilla avremmo bloccato tutto. Così stiamo facendo”. Sulla facciata del plesso scolastico è stato esposto uno striscione con la scritta “Diaz occupato Palestina libera”.
A Firenze , sono stati occupati i licei Michelangiolo e Machiavelli Capponi.
A Pisa , nella notte fra l'11 e il 12 ottobre sono stati occupati buona parte degli istituti cittadini: Carducci, Dini, Galilei-pacinotti, Buonarroti, Russoli, Fascetti. “Occupiamo per solidarietà al popolo palestinese ma anche per dissenso verso la posizione del governo in merito a uno Stato che perpetua un genocidio da oltre 70 anni - spiegano gli studenti in lotta - Non è mai stata una questione solamente politica ma umanitaria: 70 morti al giorni per oltre 2 anni di conflitto sono dati davanti ai quali non si può rimanere in silenzio”. Idee chiare anche sull'accordo imposto da Trump al popolo palestinese perché: “Un popolo che subisce un bombardamento ogni otto minuti non può permettersi nemmeno di rifiutare un accordo ingiusto”.
A Milano intanto continua l'occupazione della sede di Via Conservatorio della Statale promossa dal Collettivo studentesco Rebelot il 6 ottobre con gli attivisti che sorvegliano i tre accessi e permettendo l'ingresso solo a chi è intenzionato a seguire le assemblee.

15 ottobre 2025