Milano Il presidente dell'API Hannoun, giunto a Milano per partecipare al combattivo corteo, trattenuto dalla polizia in aeroporto per un secondo foglio di via, interviene alla manifestazione in collegamento telefonico. Partecipazione militante del PMLI
 

Redazione di Milano
"Il Comune di Milano, il sindaco Sala, dopo tanta pressione per la fine del gemellaggio con Tel Aviv" non hanno risposto "alle nostre richieste in quanto cittadini italiani e milanesi”, la risposta del governo neofascista Meloni e del suo ministro Piantedosi, “è stata invece due notifiche nei miei confronti", riferendosi al secondo confino di polizia (alias foglio di via o daspo), questa volta di un anno, dopo quello di sei mesi ingiuntogli nel novembre 2024. È quanto denunciato da Mohammed Hannoun, presidente dell'Associazione dei Palestinesi in Italia (API), intervenendo nel pomeriggio di sabato 25 ottobre dall’aeroporto di Linate (dov’è stato trattenuto dalla polizia) in collegamento telefonico rivolto ai manifestanti giunti in piazzale Dateo per il corteo milanese indetto contro l’imposizione di una pax imperialista nella Striscia di Gaza e la violazione nazisionista della tregua, e a sostegno della Resistenza palestinese e della sua giusta causa di Liberazione nazionale.
Spiegando di aver ricevuto un provvedimento di allontanamento dalla città di Milano, Hannoun ha specificato che è stato per le sue dichiarazioni della settimana scorsa, quando ha giustamente salutato la legittima giustizia rivoluzionaria della Resistenza palestinese che ha fucilato “i collaborazionisti che sono stati criminali durante la presenza dell'esercito più criminale israeliano, appoggiato dal governo italiano, che per facilitare lo sterminio dei palestinesi ha fornito armi, tecnologia e supporto politico ed economico". "Sono stato una vittima della lobby sionista - ha aggiunto Hannoun -, che non fa altro che attaccare le nostre dichiarazioni, che sono dichiarazioni chiare. Non abbiamo mai due facce come loro, che sostengono i criminali e parlano di pace. Sono loro i veri criminali". I manifestanti hanno applaudito a sostegno di Hannoun, tra loro c’erano anche militanti del PMLI, che tramite il suo Comitato lombardo ha inviato ad Hannoun un messaggio di solidarietà (pubblicato a parte).
Il corteo organizzato da un gruppo di associazioni di palestinesi nel nostro Paese, con alla testa l’API, ha visto protagoniste le comunità palestinese e delle altre nazionalità arabe con una selva di bandiere palestinesi. Tanti i giovani, italiani, migranti e figli di migranti di nazionalità arabe, molti dei quali indossavano la kefiah.
C’erano le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta (CR) e OSA, le associazioni pro-migranti, il Centro Sociale Autogestito “Vittoria” (CSAV), i sindacati SiCobas e CUB mentre per i partiti politici c’erano il PMLI, PRC, PaP e RdC. Sugli striscioni si legge: “Libertà per i prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane” e “Siamo tutti Hannoun” (API), “Palestina Libera - Ora e sempre Resistenza - Stop genocide” (CSAV), “Blocchiamo tutto - Contro genocidio, guerra e riarmo - 28 novembre: Sciopero Generale” (OSA+CR), “Contro l’imperialismo e il sionismo, con la Resistenza palestinese e al fianco dei popoli che lottano”. Su un cartello era scritto (in inglese) “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza ritorno”. “Blocchiamo tutto per la Palestina - Palestina libera dal fiume al mare - Gaza ai gazawi - Respingere il piano neocolonialista e imperialista di Trump - Uno Stato due popoli - Il governo Meloni rompa ogni rapporto con Israele genocida - Né un soldato italiano a Gaza né l'Italia nel ‘Consiglio di pace’ neocolonialista e imperialista - Con la Resistenza palestinese fino alla vittoria!” si leggeva nel cartello del PMLI portato dai compagni della Cellula “Mao” di Milano del Partito, assieme alla bandiera.
I nostri compagni hanno diffuso centinaia di copie di un volantino realizzato dal Comitato lombardo del PMLI che - sotto il fotomontaggio che ritrae, davanti alle macerie di Gaza, Trump, Netanyahu e la loro complice Meloni con il primo che esibisce il saluto nazista e gli altri due nelle vesti hitleriana e mussoliniana - riportava i titoli degli articoli e documenti sulla Palestina pubblicati sui numero 36 e 38 de “Il Bolscevico”: “Non si ferma il genocidio palestinese a Gaza”, “Respingere il piano neocolonialista di Trump su Gaza” e “Non un soldato italiano a Gaza e no all'Italia nel ‘Consiglio di pace’ neocolonialista e imperialista”, ciascuno affiancati dal QRcode (che li collega, tramite smartphone, ai relativi testi sul Sito internet del PMLI); alcuni manifestanti li hanno subito visualizzati leggendoli con attenzione.
La testa del corteo è stata animata dagli slogan che hanno dato voce al cuore politico e umano della manifestazione, quali “Free free Palestine!”, “Milano lo sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare!”, “Israele fascista, Stato terrorista!”. Dal palco montato su un camioncino si sono intrecciate denunce (molte contro la complicità del governo della ducessa Meloni coi crimini contro l’umanità e la pace dei nazisionisti), richiami alla memoria, proposte concrete e appelli accorati alla solidarietà attiva.
Negli interventi che si sono succeduti la solidarietà con la Palestina è stata presentata come parte di una lotta più ampia contro l’imperialismo e le politiche che producono ingiustizia liberticida, disuguaglianze sociali e violenza strutturale portate avanti in Italia dal governo Meloni che spesso è stato giustamente definito “fascista”.
Per i promotori, la mobilitazione milanese - così come altre manifestazioni in varie città italiane - vuole tenere alta l’attenzione pubblica ed esercitare pressione affinché si cambino politiche estere e accordi militari complici del mostro nazisionista.
Le organizzazioni studentesche e il Centro Sociale Cantiere hanno concentrato i loro interventi sulla denuncia del fascistissimo DDL liberticida e sionista Gasparri che mira all’introduzione della definizione operativa dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) che equipara l’antisemitismo all’antisionismo punendo quest’ultimo con sanzioni penali estese anche a chi nega il diritto all’esistenza dell’entità statale sionista d’Israele o critica le sue politiche segregazioniste e genocidarie.
La riuscita manifestazione si è conclusa tornando in Piazzale Dateo dove sono risuonate le note e il canto dell’inno patriottico palestinese “Mawtinì”.

29 ottobre 2025