Importante commento su "Indymedia" al comunicato della Cellula palermitana del Partito circa la "strage del pane"
Il PMLI è l'unico che ha realmente a cuore la memoria storica proletaria e popolare di Palermo e della Sicilia
Qui di seguito proponiamo il testo di un importante commento, firmato: Un compagno di Palermo, apparso su Indymedia il 19 ottobre, poche ore dopo che era stato postato il comunicato della Cellula palermitana del PMLI sulla "strage del pane".
Voglio ringraziare il Partito marxista-leninista italiano e la sua Cellula palermitana "1° Maggio-Portella 1947" per essere l'unica organizzazione veramente comunista, antimafiosa e antifascista qui a Palermo. Non sono il tipo che si complimenta facilmente ma col PMLI non posso trattenermi!
Il PMLI è l'unico che ha realmente a cuore la memoria storica proletaria e popolare di Palermo e della Sicilia. L'unico che dichiarando ferma contrarietà alla profanazione di Portella delle Ginestre con una chiesa ha ribadito con forza che Portella è un luogo che appartiene al movimento contadino e operaio siciliano, sin dal periodo dei fasci socialisti di fine '800, reso sacro dalla strage che gli imperialisti americani, i DC, i fascisti e i mafiosi vi compirono il 1° Maggio del 1947 a danno di lavoratori inermi!
Apprezzabile è anche la dura critica fatta dai marxisti-leninisti palermitani alla Cgil Sicilia per aver ceduto alla reazione tradendo le vittime dell'efferata strage di Stato del '47!
Il 59° anniversario della "strage del pane" è un'altra strage di Stato che i revisionisti del PCI e poi rinnegati DS hanno insabbiato! Perché? Perché Togliatti era ministro "senza portafoglio" del I governo Bonomi (18.06.1944 - 25.11.1944), ecco perché!
E' uno degli avvenimenti della storia italiana di cui non si parla mai, ed è stato cancellato anche dalla memoria dei palermitani allora viventi. Non esiste una lapide, una corona di fiori non viene mai posta davanti al portone della Prefettura, in via Maqueda, dove i fucili e le bombe a mano dei soldati del 139° reggimento di fanteria compirono il massacro. Da alcuni giorni era in corso uno stato d'agitazione dei dipendenti comunali che chiedevano di ottenere la concessione di un'indennità di carovita analoga a quella concessa ai dipendenti dello Stato, per cercare di far fronte al continuo aumento dei prezzi di tutti i generi di prima necessità, provocato dall'inflazione e dagli speculatori. Uno sciopero indetto per il giorno 18 ottobre 1944 era stato sospeso nell'attesa dei risultati di un incontro con il commissario prefettizio, barone Merlo, ma la risposta di questi era stata negativa: il Comune non aveva soldi. Il giorno 19 quindi una folla di circa 400 dipendenti comunali si era recata in corteo davanti alla Prefettura, in via Maqueda, chiedendo che il governo di Roma prendesse qualche provvedimento a loro favore. Ai dimostranti si erano presto uniti altri cittadini palermitani, affluiti dai quartieri più poveri del centro storico, in maggioranza donne, ragazzi, bambini. Quella che doveva essere una manifestazione di categoria divenne in pochi istanti una protesta di popolo. La folla gridava le sue pene, le sue sofferenze di anni, al grido di "pane e lavoro", chiedeva l'aumento dei salari, la lotta al caro vita, e l'intervento delle autorità contro gli speculatori, che provocavano infiniti disagi alle classi a reddito fisso.
Quel giorno a Palermo mancavano tutte le autorità più elevate: l'Alto Commissario per la Sicilia Aldisio era a Roma, assenti pure il prefetto ed il questore. Unico in sede era il vice prefetto Pampillonia. Questi si era limitato a richiedere, a scopo precauzionale, la consegna in caserma di circa 400 soldati del 139° reggimento di fanteria, Brigata Sabaudia, in servizio d'ordine pubblico. Davanti all'ingrossarsi della folla le forze di polizia che erano di guardia alla Prefettura si ritirarono all'interno chiudendo il portone, ma dalle cronache dei giornali non risulta vi siano stati tentativi d'assalto al palazzo. Non si riuscì nemmeno ad appurare chi avesse richiesto l'intervento dei militari. Una sessantina di questi, al comando di un sottotenente furono fatti salire su due autocarri e inviati in via Maqueda. Tutti erano armati di moschetto 91, ventuno di loro erano stati forniti di un caricatore e di due bombe a mano di tipo non precisato, gli altri 35 di due caricatori.
Quando furono vicini al luogo della manifestazione, l'ufficiale ordinò di caricare le armi. Al momento in cui il primo autocarro s'inoltrò in mezzo alla folla, si udì un'esplosione presso il primo automezzo, cui seguì da parte di militari l'apertura generale del fuoco. Nessuna inchiesta riuscì a stabilire chi avesse sparato per primo, né se la prima esplosione fosse stata provocata dai dimostranti. Risultò però che 11 militari erano stati feriti da schegge di bombe a mano, probabilmente le stesse che avevano lanciato, considerando la strettezza degli spazi in cui operavano. La folla si disperse subito nelle stradine circostanti e nei portoni, e sul selciato rimasero a decine i morti e i feriti.
La popolazione si diede da fare adagiando i morti e i feriti su tavole, scale, carrettini a mano ed altri mezzi di fortuna per trasportarli verso gli ospedali ed i posti di pronto soccorso. Le autorità fecero porre in azione gli idranti, e i getti d'acqua cancellarono le tracce sanguinose del massacro compiuto. Un primo immediato bilancio fu di 16 morti e di un centinaio di feriti, di cui 18 gravissimi, ma alla fine i morti risultarono 30, e i feriti 150 (inchiesta del Cln). La maggior parte dei morti e dei feriti era costituita da minori molti dei quali alunni della scuola Piazzi, impressionante è l'elenco riportato il giorno 20 da "Il Giornale di Sicilia": Frannotta Francesco di anni 10, ragazzo non identificato dell'età apparente di anni 10, Cordone Domenico di anni 15... Damiani Michele di anni 12... Di Gregorio Andrea di anni 15... bambino non identificato dell'età apparente di anni 7... Balistreri Gaetano anni 11.
Mi auguro che il PMLI qui a Palermo il prossimo anno abbia le forze per commemorare degnamente e pubblicamente il 60° anniversario della "strage del pane" rendendo onore alle sue vittime!
Grazie ancora compagni del PMLI!
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