CONDANNIAMO IL BARBARO E
CONTRORIVOLUZIONARIO ASSASSINIO DI D'ANTONA
Esprimiamo la nostra più netta,
dura e totale condanna del barbaro e controrivoluzionario assassinio di Massimo D'Antona
rivendicato dalle sedicenti "Brigate rosse", in realtà nere.
Questa azione terroristica non ha nulla a che fare col marxismo-leninismo-pensiero di Mao,
col socialismo e il comunismo e la strategia rivoluzionaria della conquista del potere
politico da parte del proletariato.
Ogni autentico comunista e rivoluzionario sa bene che il governo guerrafondaio del
rinnegato D'Alema, di Gladio e della controriforma costituzionale si deve combattere a
viso scoperto e alla luce del sole, non certo con agguati terroristici e mafiosi ai suoi
componenti e ai suoi collaboratori. Altrimenti è impossibile far capire alle masse che
questo governo è oggi il loro nemico - come lo sono stati quelli passati - e che è
necessario spazzarlo via se vogliamo che l'Italia esca dalla guerra imperialista alla
Repubblica federale jugoslava.
La storia la fanno le masse e non i singoli individui. La trasformazione della società,
l'abbattimento del capitalismo e la conquista del socialismo possono avvenire solo
attraverso la lotta di classe e la rivoluzione proletaria che è opera delle masse
proletarie e popolari, non di piccoli gruppi. Solo in questo contesto è giustificato,
necessario e utile l'esercizio della violenza rivoluzionaria, ma sempre da parte delle
masse che lottano contro la violenza reazionaria della classe dominante borghese, del suo
governo e delle sue istituzioni.
Il terrorismo non ha mai torto un capello al capitalismo e all'imperialismo. Anzi li ha
rafforzati. Non è mai riuscito a spostare le masse sul terreno rivoluzionario e del
socialismo. Anzi le ha lasciate in balia della borghesia e dei suoi partiti.
Noi marxisti-leninisti italiani da sempre combattiamo il terrorismo, sia perché si
contrappone alla strategia della rivoluzione socialista bruciando importanti forze
rivoluzionarie, sia perch finisce inevitabilmente per essere infiltrato, manipolato,
strumentalizzato e usato da qualche centrale borghese per i suoi fini di potere politico.
Negli anni '70 e '80 l'abbiamo combattuto e denunciato come strumento della reazione e
della P2 che intendevano imporre la seconda repubblica presidenzialista e federalista. Ora
che questo disegno è stato fatto proprio anche dai DS e dal governo in carica, temiamo
che ci possa essere lo zampino di qualche insospettabile che sta dentro le istituzioni, i
servizi segreti, e fors'anche all'interno dello stesso governo, che manovra il terrorismo
per impedire lo sviluppo del movimento di massa contro la politica liberista, affamatrice
e guerrafondaia del governo D'Alema. Diciamo questo in considerazione della vittima
prescelta, conosciuta solo dagli "addetti ai lavori", del momento
"simbolico" in cui si è svolto l'agguato e di certi contenuti del documento
rivendicativo dell'assassinio del collaboratore del ministro del lavoro Antonio Bassolino.
In ogni caso invitiamo tutti gli anticapitalisti, gli "antagonisti", i
rivoluzionari, gli antifascisti e soprattutto le ragazze e i ragazzi che si battono per un
mondo nuovo, a prendere risolutamente le distanze dal terrorismo controrivoluzionario e
fallimentare e ad unirsi al PMLI per combattere effettivamente il capitalismo, le sue
istituzioni, i suoi partiti, compresi quelli falsamente comunisti e in realtà
neorevisionisti e trotzkisti, e il suo governo, per realizzare l'Italia unita, rossa e
socialista.
L'Ufficio politico del PMLI
Firenze, 21 maggio 1999, ore 8,45
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