Appoggiando la resistenza irachena e palestinese, non rischiate di legittimare il terrorismo e l'integralismo islamico? Gli ebrei hanno diritto a uno Stato? Cari compagni del PMLI, dopo l'attacco alla base italiana di Nassiriya ero curioso di leggere il commento de "Il Bolscevico'' e del PMLI su tale avvenimento. Pur trovandomi d'accordo con il PMLI su vari argomenti non ho mai condiviso un certo giudizio che si dà a coloro che lottano contro i vari imperialismi, come i palestinesi, ma anche gli iracheni, reputati molto facilmente resistenti senza approfondire troppo per che cosa lottano, da chi sono orchestrati oltre che i sistemi di lotta utilizzati; con questa mia lettera (che mi auguro che venga pubblicata) vorrei affrontare una volta per tutte, come ho già tentato di fare nei momenti in cui mi sono trovato a parlare personalmente con alcuni di voi, il giudizio che date ai resistenti iracheni e palestinesi. Tutti noi siamo per la sconfitta dell'imperialismo, tutti noi siamo per la nascita di uno Stato palestinese, siamo contro il fascista Sharon e siamo per mandare via gli occupanti stranieri dall'Iraq. Io, però, ho pensato spesso anche a come vive una pacifica famiglia israeliana, a come si conviva con il rischio di morire ogni giorno dilaniati da una bomba, alle colpe che hanno i bambini israeliani, che hanno l'identico diritto di vivere di quelli israeliani (forse palestinesi? ndr); oltre a questo penso anche a chi ci sia dietro ai kamikaze: i comunisti? I democratici borghesi? No, ci sono gli integralisti islamici, ci sono coloro che sognano una teocrazia, ci sono coloro che sognano tanti Iran e tanti Afghanistan. Noi siamo per questo? Vorrei articolare molto di più il mio discorso, ma visto che la mia volontà è quella di aprire una discussione sul giornale farò, senza parlare delle tante cose che ci accomunano, delle domande molto precise a cui mi aspetto una risposta altrettanto chiara. 1) Manifestiamo da sempre (e continueremo a farlo) contro l'imperialismo, ma l'integralismo islamico è un pericolo? Bin Laden e Saddam sono semplicemente da snobbare, da appoggiare nella lotta all'America o cos'altro? 2) Non vi dichiarate anti-semiti, e sono sicuro che sia così. Gli israeliani che hanno vissuto la persecuzione degli egiziani, dei filistei, dei cristiani, dei fascisti e dei nazisti hanno diritto a uno Stato? 3) Ci pensate mai che dietro Hamas e ai vari kamikaze che si fanno esplodere per il mondo ci sono spesso Bin Laden, Saddam o gente che ambisce a creare uno Stato teocratico? è questo il nostro fine? 4) Provocare una scia di sangue infinita in tutta la Palestina e non accettare alcun tavolo di trattativa quali vantaggi ha portato in tanto tempo al popolo palestinese? 5) Sono contro Hamas e i vari integralisti, ma anche contro coloro che sono al soldo dell'America e di Sharon; a mio giudizio l'unica speranza si chiama Arafat, tanto odiato da Sharon. Ci avete mai pensato che Sharon si metta contro Arafat per far sì che gli unici referenti diventino gli estremisti così da poter sempre negare ai palestinesi la terra? 6) Non pensate che sia vigliacco attaccare con l'arma del suicidio tanti inermi ed innocenti israeliani, spesso bambini, rei di vivere in quella terra? Pensate che sia giusto, come avete fatto spesso, esaltare gli atti dei membri di Hamas? 7) Chiamate resistenza la lotta contro l'America e contro Israele la lotta dei palestinesi e degli iracheni. Non mi sembra che i partigiani italiani ed europei si buttassero con delle bombe addosso contro i familiari dei fascisti e dei nazisti. Ne convenite? 8) Spiegatemi per filo e per segno dov'è l'errore nella decisione di Bertinotti di andare nelle sinagoghe a dare sostegno morale agli ebrei di tutto il mondo. Ne dice di fesserie il segretario del PRC, ma dov'è lo sbaglio nell'entrare in un luogo di culto, da ateo, nel nome della pace e della tolleranza? 9) Possono gli ebrei atei entrare nel PMLI? Nel complesso, cari compagni, vorrei capire dov'è per voi il limite tra resistenza e terrorismo e se questo per voi rappresenti un pericolo per il mondo o meno. A proposito di questo vi consiglio la visione del sito del Partito Comunista Iraniano (Worker-communist Party of Iran) e il contatto con questo gruppo che evidenzia la difficoltà dei comunisti nel trovarsi a che fare con gli integralisti. Nella stima profonda e nell'affetto che continuo a nutrire per voi vi invio saluti marxisti-leninisti. Nicola - Campobasso Nel suo rapporto al IV Congresso nazionale del PMLI del 26-28 dicembre 1998, riferendosi alla lotta all'imperialismo, il compagno Giovanni Scuderi ha detto: "Noi dobbiamo sostenere tutti i popoli che combattono l'imperialismo, indipendentemente dalle forze che li dirigono. Consideriamo nostra la lotta dei popoli filippino, palestinese, curdo, kossovaro, del Chiapas, del Timor orientale, indonesiano, malesiano (oggi avrebbe aggiunto anche iracheno e afghano, ndr), e degli altri popoli che lottano contro l'imperialismo di casa propria, incluso quelli russo e cinese, o contro l'imperialismo esterno che li opprime. Noi appoggiamo i paesi che si oppongono ai ricatti, ai soprusi, all'ingerenza, alla sopraffazione, all'oppressione e all'aggressione dell'imperialismo, qualsiasi siano le forze che li governano, anche se siamo contrari alla loro politica interna e a certi loro atti di politica estera''. Queste parole del Segretario generale del PMLI ribadiscono e al tempo stesso attualizzano alla situazione odierna un principio fondamentale del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che ci permette di orientarci correttamente nei confronti delle lotte antimperialiste, per quanto complesse, peculiari e diverse appaiano tra loro. è in base a questo principio che da marxisti-leninisti conseguenti appoggiamo risolutamente ad esempio le lotte dei popoli iracheno e afghano contro gli invasori imperialisti anglo-americani e di altri paesi imperialisti come l'Italia, indipendentemente se a guidare la resistenza contro questi aggressori vi sono forze di ispirazione religiosa islamica o altro. Per lo stesso motivo appoggiamo senza riserve la giusta lotta dell'intero popolo palestinese contro gli imperialisti sionisti israeliani, indipendentemente dalla diversità di posizioni, matrice politica o anche religiosa e metodi di lotta delle varie forze che portano avanti questa lotta. Come in tutti i fenomeni si tratta sempre di individuare la contraddizione principale, che nei casi sopracitati è la lotta antimperialista, la lotta di popolo contro l'occupante militare oppressore, la lotta di liberazione nazionale dall'aggressore straniero. Ed è questa che va appoggiata senza tentennamenti e riserve, senza farsi condizionare dalla propaganda dell'imperialismo che taccia di terrorista qualsiasi forza o movimento osi impugnare le armi e combattere contro la sua rapacità e prepotenza. Che poi sono le stesse accuse che i nazisti rivolgevano ai partigiani. Di sicuro non vanno appoggiati, anzi vanno condannati risolutamente quei partiti falso-comunisti, traditori e collaborazionisti come il Partito revisionista iracheno, che anziché combattere dalla parte della resistenza irachena si è venduto all'imperialismo e partecipa al governo fantoccio di Baghdad. Occorre perciò stare molto attenti a dare credito acriticamente a un partito solo perché si definisce comunista. Valutare se sta veramente e coerentemente dalla parte dei popoli contro l'imperialismo è una cartina di Tornasole per giudicarlo. In questo contesto rientra anche la questione della visita di Bertinotti in sinagoga: come può il segretario di un partito che si autodefinisce comunista (che non è un cittadino qualsiasi, ma un leader politico i cui atti hanno sempre un significato politico) fingere di ignorare che il suo gesto rappresenta un chiaro segnale di legittimazione della politica colonialista e razzista di Israele? Questo per chiarire la nostra posizione sulla prima parte della tua lettera, riguardo cioè alla resistenza irachena e palestinese, l'integralismo islamico, ecc. Quanto alle successive domande che formuli, secondo noi denotano una certa confusione di idee, dovuta probabilmente a una certa influenza esercitata su di te dal sionismo, che forse non a caso non nomini mai, come se non esistesse, mentre a nostro avviso ha un'importanza fondamentale per la comprensione dei quesiti che sollevi. Confusione che per esempio emerge quando ti riferisci agli "israeliani che hanno vissuto la persecuzione degli...'' (casomai avresti dovuto dire "ebrei''). O come quando chiedi se gli "ebrei atei'' possono entrare nel PMLI, non accorgendoti della contraddizione di termini, un vero e proprio ossimoro equivalente a dire "cristiani atei''. Intendevi forse dire un cittadino italiano, con più o meno lontane parentele ebraiche (le razze non esistono, tantomeno le razze "pure", tutti noi siamo di sangue misto), ma che non professa la religione ebraica, anzi è ateo? Ma allora che motivo avrebbe di definirsi ebreo? Sarebbe solo un italiano ateo e basta. Oppure intendevi un israeliano ateo che ovviamente potrà aderire non al PMLI ma al partito marxista-leninista israeliano. Questo è proprio il genere di confusione che il sionismo seminò ad arte per decenni, confondendo l'ebraismo, che era ed è una religione e un insieme di tradizioni, praticati dalle comunità di origine ebraica sparse in tutta l'Europa, con il concetto di "popolo ebraico'', tutt'altro che chiaro e universalmente accettato. Ed è proprio basandosi sul falso postulato che "gli ebrei hanno diritto a uno Stato'', che anche a te sembra così logico e naturale, che il sionismo - un'ideologia di destra, sciovinistica e clericale di fatto, anche se formalmente di matrice "laica'' e socialdemocratica - ha creato le premesse per la fondazione di quello Stato artificiale che è Israele che, non rispettando la risoluzione dell'Onu, poco dopo la sua costituzione ha estromesso con la violenza e il terrorismo le popolazioni arabe autoctone della Palestina, cacciate a forza dalle loro case e dalle loro terre e costrette da allora a vivere come esuli all'estero o come schiavi sotto l'occupazione militare sionista. è evidente che a produrre questa sciagurata ingiustizia storica, che è all'origine dell'incancrenito dramma mediorientale, ha contribuito un'altra ingiustizia storica, che è l'olocausto degli ebrei perpetrato dai boia nazisti. Ma una ingiustizia non legittima l'altra. Paradossalmente il nazismo ha rafforzato il sionismo, e oggi i sionisti israeliani si comportano con i palestinesi come i nazisti si comportavano con le loro vittime. Parli di terrorismo palestinese, ma non è terrorista chi spara con i carri armati contro ragazzi che tirano pietre, chi spara missili dagli elicotteri tra la folla, chi spiana case e villaggi, spesso con gli abitanti dentro, chi erige muri dell'apartheid e rinchiude le popolazioni in ghetti e rende loro la vita impossibile con migliaia di posti di blocco (esattamente come facevano i nazisti con gli ebrei!), chi ricorre all'assassinio di Stato di leader palestinesi, chi ruba loro continuamente la terra e l'acqua per vivere? Non ti sembra oltretutto paradossale che i sionisti sostengano il diritto del cosiddetto "popolo ebraico'' (un concetto da loro stessi inventato) ad avere uno Stato a spese dei popoli arabi della regione, quando storicamente gli ebrei hanno sempre convissuto in pace con gli arabi mussulmani, che li proteggevano e li promuovevano socialmente e politicamente? Tant'è vero che la diaspora che li ha costretti a disperdersi dalla Spagna, dove gli ebrei vivevano e prosperavano, verso l'Europa centrale e orientale cristiane, dove hanno subito per secoli le persecuzioni e le ingiustizie che sappiamo, è cominciata proprio con la cacciata degli arabi dalla Spagna ad opera degli eserciti cristiani. Mentre gli ebrei rimasti in Palestina hanno convissuto in pace con gli arabi ininterrottamente fino ai primi decenni del '900, fin quando cioè i sionisti non hanno cominciato la loro politica di immigrazione coloniale armata nella regione. L'unica soluzione per riportare la pace in Palestina non può essere perciò che sanare l'ingiustizia storica perpetrata dal sionismo, appoggiato dall'imperialismo Usa e occidentale, con la distruzione dello Stato colonialista e razzista di Israele e la creazione al suo posto di uno Stato palestinese libero e indipendente, non confessionale, dove possano convivere in pace e con parità di diritti mussulmani, cristiani ed ebrei. Sappiamo che questo obiettivo storico della lotta del popolo palestinese è stato lasciato cadere da quelle forze che ormai si sono rassegnate ad accettare le briciole concesse dai sionisti e dai loro protettori americani. Comunque spetta allo stesso popolo palestinese decidere quale linea finirà per prevalere. Noi comunque sosterremo sempre la lotta di liberazione di questo popolo contro l'occupante sionista e per il ristabilimento dei suoi irrinunciabili diritti, e questo è anche il dovere di ogni autentico antimperialista italiano. |