Non dovreste cambiare, nel nome dell'"interesse comune"?

Ciao.
Nella mia vita sono cambiata molto perché è la vita stessa che me lo ha richiesto, o cambi o soccombi. Il mio primogenito ha problemi mentali, il secondo vive all'estero da circa 7 anni. Adesso sono in pensione, minima perché come molte donne ho dovuto lasciare il mio lavoro con 20 anni di contributi per sostenere da sola la famiglia. I lavori che ho fatto per necessità sono stati molti ma il vero lavoro che ho svolto nei primi anni è quello di modellista nel settore moda per donna.
Oggi, ma già da lungo tempo, faccio volontariato in vari settori. Disabilità, commercio equo e solidale, laboratori di cucito con le donne straniere, comitato spontaneo per la pace.
Uno degli argomenti sul quale non ci troviamo d'accordo è proprio quello sul cambiamento. La vita è cambiamento, la natura si evolve, muta, cambiano le geografie, i popoli, l'essere umano, per sopravvivere, adegua i suoi comportamenti ma soprattutto elabora i suoi pensieri, tiene conto del contributo dei suoi simili, ne fa tesoro per crescere, per capire i propri errori, per vedere in modo più corretto possibile il mondo che lo circonda. Dov'è andata la famosa classe operaia di un tempo? Una buona fetta ha scelto di passare alla Lega forse perché ritiene che questa faccia meglio del vecchio partito comunista i suoi interessi.
Non credete che nel mondo di oggi più che mai, non ci possa essere più un interesse di parte ma un interesse comune per tutti gli uomini? Non intendo certo cambiare il tuo modo di pensare spero solo che questo scritto possa essere motivo di riflessione come spesso capita a me quando altri mi comunicano i loro pensieri.
Cari saluti.
Rita, dall'Emilia-Romagna
 
Ciao,
sei senza dubbio una donna molto forte, e anche se hai dovuto sopportare grandi sacrifici sei riuscita anche ad aiutare gli altri, questo ti fa onore.
Il volontariato oggi più che mai sopperisce a delle gravi mancanze delle istituzioni, ma per esse non deve divenire un alibi per tirarsi completamente fuori dall'assistenza che tanti necessitano in vario modo.
Occorre pretendere, come è giusto che sia, che sia in primo luogo lo Stato a prendersi cura dei cittadini, poi ognuno ovviamente deve fare la sua parte.
Hai senza dubbio ragione quando dici che la vita è cambiamento, tutto è in costante mutamento, e il capitalismo di oggi non è il capitalismo di 20-30 o 50 anni fa, ma è ancora capitalismo. Di questo occorre prendere atto.
A volte i mutamenti avvengono nel corso di poco tempo, altre volte ci vogliono molti anni, 50-100 o anche più.
Oggi siamo ancora nell'epoca del capitalismo e dell'imperialismo, e quindi siamo ancora nell'epoca della lotta di classe, anche se oggi è meno forte di qualche decennio fa. Esistono ancora le classi, l'antagonismo fra le classi e l'inconciliabilità dei loro interessi, queste cose non sono cambiate, cambieranno, un giorno, quando non ci sarà più il capitalismo e quindi non ci saranno più le classi e la lotta di classe, ma questo un domani, nel socialismo, oggi è ancora l'epoca della lotta di classe.
La classe operaia esiste ancora, sia numericamente che qualitativamente, ed è ben rappresentata dai lavoratori della Innse, dai metameccanici della Fiom, dai tanti che combattono con forza e con coraggio per difendere i propri diritti, la "storia" dei "metalmeccanici iscritti alla Cgil e con la tessera della Lega in tasca", pur potendo essere veritiera in minima parte, più che altro viene raccontata proprio per scoraggiare la classe operaia e portarla in braccio ai fascio-leghisti.
In ogni caso sarebbe comunque conseguenza della capitolazione del Pci revisionista che si è arreso alla borghesia, che ha deideologizzato, decomunistizzato e "disarmato" i lavoratori e le masse integrandosi completamente nel sistema borghese e rinnegando il comunismo.
Non esiste un interesse comune per tutti gli uomini: gli interessi dei lavoratori non sono gli stessi dei padroni, gli interessi del popolo afghano non sono quelli dell'Italia, degli Usa e degli altri paesi occupanti, gli interessi di chi difende la propria salute non sono gli stessi di quelli che vogliono costruire le centrali nucleari, gli interessi chi vuole una casa dove vivere tranquillamente non sono quelli delle imprese edili che costruiscono con la sabbia marina, gli interessi degli studenti non sono gli stessi di chi vuole trasformare le scuole in Fondazioni per istruire dei "soldatini" pronti a ricoprire le mansioni che più occorrono per arricchirli, gli interessi di chi si deve curare non sono gli interessi di chi lucra sulla salute, e così via.
Non credi?
E se per rendere questo più chiaro occorre utilizzare un linguaggio "vecchio" poco male, e poi a noi piace chiamare le cose col loro nome e dire le cose come stanno e non come vorremmo che fossero.

30 settembre 2009