In Italia non c'è un partito comunista? Compagni del PMLI, io penso che ad andare a votare ci voglia un bel coraggio. Rispondo in merito al vostro articolo su "Il Bolscevico" (l'appello agli anticapitalisti del compagno Giovanni Scuderi, ndr) in quanto siete pronti a misurarvi con altri compagni ed eventualmente anche a sciogliervi in un'altra componente comunista. Questo sarebbe anche bello se questa esistesse, ma dal mio punto di vista - io che ho avuto una esperienza di lunga militanza nel PCI - non vedo nessun, e dico nessun, partito comunista, anche se al comunismo tanti si richiamano. Per me sono tutti opportunisti. Troppe sono state le mie delusioni. Quando ho cominciato a studiare per conto mio il marxismo-leninismo, nel 1979, ho capito il grande imbroglio del PCI di allora. Per tutti i testi marxisti-leninisti che ho avuto per mano debbo ringraziare i loro divulgatori, che per me si chiamavano Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, e sono stati editi dalla casa editrice progresso. So che voi non siete d'accordo con me, ma vi vorrei consigliare di leggere in merito ad Antonio Gramsci il libro "Scritti rivoluzionari 1919-1926" edito da Gwynplaine. Questi scritti sono stati scritti prima del suo arresto. Mi piacerebbe conoscervi più da vicino anche se ricevo la vostra corrispondenza via email. Io mi sento qui come in carcere e pensare che qui dove risiedo si ritenevano quasi tutti comunisti, ma erano tutti opportunisti. Mauro - provincia di Modena Compagno Mauro, la nostra posizione elettorale tattica astensionista non è affatto cambiata. Al contrario essa risulta ulteriormente rafforzata dalle ultime proposte di "riforma" elettorale che di fatto sbarrano definitivamente al Partito del proletariato l'entrata in parlamento se non a rimorchio e a copertura della "sinistra" borghese, quella stessa "sinistra" borghese che oggi, assieme al neoduce Berlusconi, sostiene il governo della grande finanza, della Ue e della macelleria sociale Monti. Probabilmente tu hai frainteso l'appello del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, agli anticapitalisti. Noi non siamo affatto pronti a scioglierci in "un'altra componente comunista". Per noi non ci sono dubbi che l'autentico partito del proletariato, al contrario di quanto tu affermi, c'è già ed è il PMLI. Il compagno Scuderi ha solo detto che qualora ci sia qualcuno che dimostri il contrario si faccia avanti e noi ne prenderemo atto. Il punto invece è un altro. Gli anticapitalisti diversamente organizzati sono disposti ad aprire un confronto e un dialogo col PMLI su qual è il partito autenticamente comunista in Italia? E se dovessero verificare, come noi affermiamo, che questo partito è il PMLI agiranno di conseguenza abbandonando i partiti revisionisti e trotzkisti e unendo le proprie forze a quelle del Partito "per lavorare assieme - come afferma Scuderi - per aprire una nuova e più avanzata situazione politica, organizzativa e pratica in Italia"? Ci aspettavamo che anche tu entrassi in merito a questo problema di ordine strategico e ci dicessi cosa pensi del PMLI e se sei disposto o meno a unirti a noi per costruire un grande, forte e radicato Partito. Altrimenti rimarrai per sempre in "carcere". Siamo d'accordo con te che i partiti che si definiscono attualmente comunisti, come il PRC di Ferrero, il PdCI di Diliberto, i comunisti-sinistra popolare di Rizzo, il PCL di Ferrando, sono in realtà partiti trotzkisti e revisionisti. Ma siamo altrettanto convinti che alla loro base ci sono tanti e tanti compagni, anche nel paese dove tu vivi, che non sono degli opportunisti ma sono stati ingannati e manipolati dai volponi trotzkisti che sventolano la bandiera rossa con la falce e martello. Noi siamo certi che se questi compagni si metteranno a studiare le opere fondamentali dei grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, cominciando dal "Manifesto del Partito comunista", nonché la storia, a livello internazionale e italiano, della lotta tra i marxisti-leninisti e i revisionisti di destra e di "sinistra" mascherati da comunisti, capiranno presto che i loro partiti non hanno nulla a che fare col marxismo-leninismo, col proletariato, con la rivoluzione socialista e col socialismo. Non siamo d'accordo con te che Gramsci e Togliatti siano utili allo stesso scopo. Al contrario, e l'abbiamo dimostrato dal 1967 ad oggi, proprio il pensiero di Gramsci quello di Togliatti stanno all'origine del revisionismo del PCI, che tu stesso denunci come un partito revisionista, e dei partiti suoi eredi e del grande inganno che questi partiti hanno svolto nei confronti dei sinceri fautori del socialismo. In questo senso non sarebbe male, che oltre al pensiero dei grandi Maestri del proletariato internazionale, ogni autentico anticapitalista e fautore del socialismo studiasse anche la ricca elaborazione del PMLI sul revisionismo italiano. A cominciare dalla Prefazione del compagno Scuderi all'opuscolo "Mao Tsetung - Sulla lotta contro il revisionismo moderno" del 26 dicembre 1973, non a caso più volte ripubblicata negli anni successivi da Il Bolscevico, che rappresenta una lucida analisi e denuncia della natura, del carattere e degli scopi del revisionismo moderno a livello internazionale e delle caratteristiche peculiari che esso ha assunto nel nostro Paese e dal fondamentale documento del Comitato centrale del Partito del 21 gennaio 1991, sul bilancio della storia del PCI, nel quale a proposito di Gramsci e Togliatti, fra l'altro si afferma che: "Gramsci, con le sue teorie liberal-riformiste che sostituivano la costruzione dei consigli a quella del partito, il concetto di 'blocco storico' a quello di lotta di classe, il concetto di "egemonia'' a quello della dittatura del proletariato, e il concetto di 'guerra di posizione' a quello di insurrezione rivoluzionaria per il socialismo, pose per primo le fondamenta revisioniste del PCI. Togliatti riprese, sviluppò e applicò quelle teorie con la 'via italiana al socialismo', che sta a sua volta all'origine dell'ulteriore passaggio revisionista del partito negli anni '70 e '80, fino all'attuale liquidazione all'insegna del neoliberalismo". 7 marzo 2012 |