L'emendamento da presentare alla mozione congressuale di Rinaldini Valutando criticamente le due mozioni congressuali alternative tra loro, presentate rispettivamente da Gianni Rinaldini e da Riccardo Nencini per il XXIII Congresso nazionale della Fiom-Cgil, abbiamo scelto tatticamente e con uno spirito di fronte unito con tutta la sinistra sindacale di appoggiare la prima per battere la seconda che rappresenta la corrente riformista di destra. Pur apprezzando la mozione Rinaldini per lo spirito combattivo, la critica alla "politica dei redditi" e le relazioni sindacali concertative, per la difesa del contratto nazionale di lavoro come sede principale di miglioramento e di unificazione dei salari e delle normative, per l'opposizione alle controriforme sul "mercato del lavoro", le pensioni, il fisco, la scuola, la devolution e l'immigrazione, per la piattaforma rivendicativa, il diritto di voto dei lavoratori, l'avversità alla guerra di aggressione all'Iraq e altro ancora; pur apprezzando tutto questo, ravvisando delle carenze, dei limiti e degli errori, non ci soddisfa del tutto e non ci rappresenta interamente. Proprio per questo abbiamo dato indicazione ai militanti e ai simpatizzanti del PMLI iscritti Fiom di presentare degli emendamenti e degli ordini del giorno sui temi che più ci stanno a cuore per dare il nostro particolare contributo alla battaglia congressuale e per questa via far emergere il nostro specifico apporto (cfr. "Il Bolscevico" n. 12/04). A proposito degli emendamenti l'unica possibilità consentita dal regolamento (davvero incomprensibile e non condivisibile) è quella di presentarli sulla premessa della mozione che porta il titolo "Perché il congresso ora". Cogliendo questa piccola opportunità, nell'ultimo capitoletto della premessa, "I compiti del Congresso", al termine della seconda riga, suggeriamo il seguente emendamento. L'emendamento va presentato per iscritto e firmato dai suoi presentatori e sostenitori. QUESTO IL TESTO Nodi che hanno messo in rilievo quanto sia peggiorata per i lavoratori e le larghe masse popolari la situazione economica, sociale, politica e istituzionale, come si siano ridotte drasticamente le stesse libertà democratico-borghesi. è cresciuta la consapevolezza che nel nostro Paese, con l'apporto determinante del governo Berlusconi, si sia instaurato un regime di stampo neofascista. Non si tratta solo di liberismo economico che nega i diritti fondamentali e distrugge le tutele sociali e assistenziali più elementari, che ridisegna la società in modo ancora più barbaro e ingiusto nei confronti delle classi meno abbienti, ma anche di gravissime e pericolosissime controriforme istituzionali e costituzionali in materia di giustizia, sistema elettorale, forma di governo e di Stato, federalismo, ma anche di politica militare ed estera interventista e imperialista, senza dimenticare la legge Gasparri su radio e televisione. Il congresso Fiom ha quindi il dovere di portare a fondo l'analisi critica della esperienza fatta in questi anni, di tirarne un bilancio aderente alla realtà, di prendere atto senza remore del suddetto quadro che si è venuto a determinare per aggiornare e modificare profondamente la linea strategica, la piattaforma rivendicativa e la concezione del sindacato. Per rispondere positivamente a queste esigenze la Fiom, nell'essenziale e in sintesi deve: 1) respingere a livello di principio ogni logica di concertazione e di "patto sociale" poiché gli interessi tra lavoratori e padroni sono antitetici e inconciliabili; 2) avere come unico punto di riferimento e finalità della sua azione gli interessi economici, sindacali e sociali dei lavoratori e delle larghe masse popolari; 3) salari e pensioni devono aumentare, le flessibilità del lavoro devono essere rigettate; 4) combattere strenuamente le privatizzazioni per sostenere e rilanciare il pubblico non solo nel campo dei servizi, della scuola e università, della previdenza, della sanità e dell'assistenza, ma anche nel campo del lavoro, economico e industriale e in quello radiotelevisivo; in tale contesto rivendicare la nazionalizzazione senza indennizzo di tutti i gruppi, aziende e le società di interesse nazionale; 5) combattere ogni forma di razzismo e di xenofobia, ogni forma di discriminazione di sesso, di razza e di religione; 6) combattere tutte le "riforme" istituzionali e costituzionali da seconda repubblica che da destra cancellano la Costituzione del 1948; 7) difendere l'antifascismo e la memoria storica del movimento operaio e sindacale dall'imperante revisionismo storico di marca reazionaria e neofascista; 8) respingere la falsa idea che l'economica di mercato e più in generale il capitalismo rappresentino la migliore società possibile e non ci sia futuro oltre questa; 9) recuperare una corretta coscienza antimperialista e internazionalista a sostegno dei popoli sfruttati e oppressi, una corretta analisi della situazione internazionale antimperialista non solo verso la superpotenza Usa ma anche nei confronti della superpotenza europea, che non hanno niente a che fare con teorie pacifiste e non violente tipo il rifiuto senza distinzioni di tutte le guerre; 10) rivendicare il diritto a utilizzare lo sciopero e tutte le forme di lotta senza limitazioni legislative; 11) costruire un sindacato che sia non solo degli iscritti ma di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, fondato sulla democrazia diretta e il potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali dei lavoratori; un sindacato dove i dirigenti siano eletti democraticamente dai lavoratori interessati e da questi revocabili in ogni momento; un sindacato categoriale e intercategoriale che sia autonomo e indipendente dai governi e dal padronato, ma anche dai partiti. 7 aprile 2004 |