Mao sul Dalai (da "Il Bolscevico" n. 17 - 30 aprile 1998) Vorrei parlare qui della questione del Dalai. Budda è morto 2.500 anni fa, adesso il Dalai e i suoi vogliono andare in India a rendergli omaggio. Bisogna lasciarlo andare o no? Il Comitato centrale è dell'avviso che sia meglio lasciarlo andare, non farlo sarebbe sbagliato. Partirà tra qualche giorno. Lo abbiamo esortato a prendere l'aereo ma non ha voluto, vuole andare in auto passando per Kalimpong, una località dove si trovano spie di ogni paese e agenti segreti del Kuomintang. Dobbiamo valutare la possibilità che il Dalai non ritorni e che, in aggiunta, ci ricopra ogni giorni di insulti, con affermazioni del tipo "il Partito comunista aggredisce il Xizang (Tibet, ndr)" o che addirittura dall'India proclami "l'indipendenza del Xizang"; è anche possibile che spinga i reazionari degli strati superiori tibetani a lanciare appelli per provocare gravi disordini in modo da sbatterci fuori, affermando poi che lui non era presente sul posto e non è responsabile dell'accaduto. Questa possibilità va tenuta presente pensando all'ipotesi peggiore. Se si verificasse una situazione del genere io ne sarei contento. Il nostro Comitato di lavoro per il Xizang e le nostre truppe devono tenersi pronti, costruire fortificazioni e accumulare maggiori riserve di cereali e di acqua. Noi non abbiamo che quei pochi soldati, comunque sia ognuno è libero di fare come crede, se vogliono battersi noi staremo in guardia, se vogliono attaccare ci difenderemo. In ogni caso noi non attaccheremo per primi, lasceremo che siano loro a farlo, poi sferreremo un contrattacco e infliggeremo una dura sconfitta agli assalitori. Dovrei affliggermi perché fugge un Dalai? Ma non mi sentirei afflitto neanche se gli se ne aggiungessero altri nove e scappassero in dieci. (...) Non si può combinare un matrimonio legando insieme un uomo e una donna. Se non ama questo posto e vuole scappare, fatelo scappare. Che danno ci fa? Nessuno, tuttalpiù ci lancerà delle ingiurie. Noi comunisti siamo stati ingiuriati per 35 anni, sempre con la stessa solfa, i comunisti "sono capaci delle peggiori nefandezze", "mettono in comune i beni e le mogli", "sono spietati e inumani", ecc. Se al coro si aggiunge il Dalai o chicchessia che importanza ha? Se continuano a ingiuriarci per altri 35 anni, in tutto faranno solo 70. Secondo me non è positivo il fatto che uno abbia paura di essere ingiuriato. (Mao, dal discorso alla II Sessione plenaria dell'VIII CC del PCC, 15 novembre 1956) |