IL VERTICE DEL G8 A GENOVA ELARGISCE ELEMOSINE AI PAESI POVERI
Gli Usa in disaccordo con gli altri partner sul protocollo di Kyoto, sulle armi batteriologiche e gli Ogm
VARATA L'INTERNAZIONALE DEL CONSERVATORISMO MISERICORDIOSO
Con un lungo comunicato finale pieno di impegni formali e poco credibili per combattere la povertà, alleggerire il peso del debito, proteggere l'ambiente con uno "sviluppo sostenibile" ma soprattutto per riaffermare il dominio delle grandi potenze sui paesi del Sud del mondo, i paesi poveri a cui sono state elargite elemosine, si è concluso a Genova il 22 luglio il vertice annuale dei paesi del G8. I rappresentanti di Usa, Canada, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia, assieme al presidente della Commissione europea Prodi e al presidente di turno della Ue, hanno aperto le riunioni ufficiali con il gruppo del G7 il 20 luglio, cui nei due giorni seguenti si è unita la Russia, in una città blindata e sprezzantemente indifferenti a quanto accadeva fuori per le selvagge aggressioni poliziesche contro gli antiglobalizzatori.
Solo due righe per esprimere il "rammarico" per l'assassinio del giovane dimostrante e l'affermazione che in nessun caso potevano consentire "di sconvolgere il nostro dibattito sulle questioni più rilevanti che riguardano il mondo intero". "La strategia più efficace per ridurre la povertà è quella di mantenere un'economia globale forte, dinamica, aperta e in crescita" affermano gli otto maggiori paesi imperialisti che tirano dritto per rafforzare la globalizzazione, che vogliono imporre al mondo intero, e trattano con lo stesso misericordevole atteggiamento i paesi poveri che ne subiscono le conseguenze.
Non per nulla il capofila imperialista Bush a conclusione del vertice, in un messaggio rivolto agli americani, ha sottolineato che a Genova è nata una "internazionale del conservatorismo misericordioso". Che appunto elargisce ai paesi poveri le elemosine, accompagnate dai diktat a uniformarsi al modello del mondo globalizzato imperialista, ad aprire ancora di più le frontiere all'intervento dei capitali privati in cerca di nuovi profitti. Solo in un passaggio del rapporto stilato dai ministri finanziari del G7 si ricorda che nel corso degli ultimi dieci anni si è ridotta la quota del commercio mondiale attribuita ai paesi meno sviluppati che di conseguenza si impoveriscono. La pronta ricetta è una maggiore liberalizzazione dei commerci, ovvero l'accentuazione della causa che li impoverisce perché sono i paesi più forti a dettare le regole della liberalizzazione e ben si guardano dall'aprire i loro mercati alle merci dei paesi poveri.
Il documento dei ministri finanziari è centrato sulla cosiddetta remissione del debito, ovvero il progetto di riduzione del debito dei paesi più poveri lanciato dal vertice di Colonia del 1999, e sottolinea che in due anni 32 paesi hanno eseguito gli interventi dettati da Fondo monetario e Banca mondiale e hanno potuto avere uno sconto di 53 miliardi di dollari rispetto ai 74 del debito iniziale. Il documento finale rilancia il risultato come un valido contributo alla lotta contro la povertà, nascondendo che esso non rappresenta nemmeno una goccia d'acqua nel mare del debito mondiale delle nazioni in via di sviluppo che raggiunge i 2.500 miliardi di dollari.
Con maggiore enfasi è annunciata la costituzione di un Fondo Globale per combattere l'Hiv/Aids con una prima dotazione di 1,3 miliardi di dollari, una miseria rispetto al problema della diffusione soprattutto nei paesi africani. In compenso ai paesi africani è dedicato un documento politico a parte, dal titolo "Piano di Genova per l'Africa", col quale il G8 nomina una speciale commissione per mettere a punto un Piano d'Azione da presentare al prossimo vertice canadese.
Un quarto del documento finale è dedicato ai temi ambientali, i temi sui quali si sono registrate divergenze tra gli Usa e gli altri partner imperialisti. Il primo punto del contrasto riguarda l'applicazione del già insufficiente protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni dei gas serra; solo il francese Chirac ha fatto la voce grossa contro Bush che sembra rimasto da solo a respingere la ratifica del protocollo dopo le aperture di Giappone e Canada alle richieste europee. Il documento finale registra la divergenza con queste parole: "al momento non siamo d'accordo sul protocollo di Kyoto e sulla sua ratifica"; e rimanda il confronto ai prossimi appuntamenti, fra i quali una conferenza sui cambiamenti climatici da tenere in Russia nel 2003. Nel frattempo i gas serra possono continuare a distruggere l'ambiente. Bush protegge l'apparato industriale americano basato sugli inquinanti petrolio e carbone e ha rispedito al mittente anche il rapporto a favore delle energie alternative (sole, vento e acqua) messo a punto da un gruppo di lavoro istituito nel precedente vertice di Okinawa.
Stesso atteggiamento gli Usa lo hanno tenuto con una bozza di accordo per rafforzare il trattato sulle armi batteriologiche oramai vecchio di oltre un quarto di secolo; la bozza è stata considerata da Bush contraria ai prioritari interessi americani.
Scontro anche sul tema degli organismi geneticamente modificati (Ogm), indicati come una panacea per risolvere i problemi alimentari dei paesi poveri. Gli Usa, che dominano il mercato degli Ogm, non vogliono sentir parlare del principio di precauzione nell'uso di tali prodotti e nell'introduzione di nuove coltivazioni. I paesi europei sono per "l'uso responsabile delle biotecnologie", come riportato nel comunicato, ma solo perché subiscono il dominio delle concorrenti multinazionali americane; quanto valga anche per i paesi europei la tutela della salute dei consumatori lo dimostrano i recenti casi di mucca pazza o di polli alla diossina.
Il comunicato finale del 21 luglio si chiude con un veloce richiamo a quanto succedeva per le strade di Genova. Gli Otto affermano: "difenderemo il diritto di coloro che protestano con mezzi pacifici a far sentire la propria voce", in quel momento soffocata dai lacrimogeni e dai manganelli della polizia.