Il fascista Fini scriverà la nuova Costituzione

Chi compone la Convenzione

La superpotenza imperialista europea accelera l'integrazione politica
INSEDIATA LA CONVENZIONE PER LA COSTITUZIONE DELLA UE

Con la cerimonia ufficiale presso l'europarlamento di Bruxelles il 28 febbraio si è tenuta la prima riunione della Convenzione europea, l'assemblea decisa dal vertice di Laeken per preparare la riforma delle istituzioni della Ue e per scrivere la Costituzione della Ue o il Trattato costituzionale d'Europa, come l'ha definito Giscard d'Estaing, presidente dell'assise.
Di fronte alla platea degli altri 104 componenti la Convenzione e dei 105 supplenti, Giscard ha illustrato le linee guida dei lavori in base al mandato ricevuto dal vertice di Laeken del 15 dicembre 2001. Il precedente vertice di Nizza del dicembre 2000 aveva definito composizione e peso dei voti della Commissione e numero degli europarlamentari della futura Unione allargata a 25 paesi ma non era riuscito a trovare una soluzione tra le diverse posizioni sui poteri da affidare alle istituzioni comunitarie allargate, né tantomeno su come procedere verso il rafforzamento dell'Europa politica che resta indietro rispetto l'integrazione economica e militare. A Laeken i Quindici decisero di affidare a una Convenzione il compito di studiare la nuova ripartizione delle competenza fra Unione e Stati membri e i poteri e i meccanismi di funzionamento di Consiglio, Commissione e europarlamento, la semplificazione dei Trattati, infine la definizione di una vera e propria Costituzione europea.
Giscard ha tenuto a sottolineare il cammino fin qui compiuto per costruire la superpotenza imperialista europea e la necessità che questo processo vada avanti superando i "segni di logoramento'' registrati anche nella dichiarazione di Laeken. Che sarebbero "i meccanismi decisionali diventati talmente complessi. (...) A partire da Maastricht, gli ultimi trattati sono stati oggetto di difficili negoziati e non hanno risposto agli obiettivi iniziali: le discussioni in seno alle istituzioni hanno spesso privilegiato interessi nazionali rispetto al bene comune europeo. Infine, la percentuale di astensione alle elezioni europee ha raggiunto un livello preoccupante, superando per la prima volta nel 1999 la soglia altamente simbolica del 50%!''.
Per recuperare il consenso dei popoli europei al progetto imperialista della superpotenza europea la Convenzione si presenta come un'assise pronta a ricevere i contributi esterni di organizzazioni sociali o individuali attraverso un apposito Forum via Internet; invita i paesi membri a non trincerarsi dietro il "privilegio degli interessi nazionali'' ma non offre parità di trattamenti né ai paesi più piccoli, che temono di essere schiacciati dagli accordi tra quelli più grandi come hanno già denunciato Portogallo e Finlandia, né ai membri candidati che partecipano ai lavori senza diritto di voto. Difatti Giscard, fra i contributi importanti di cui tenere conto assieme ai documenti comunitari, ha elencato "il piano per un'Europa organizzata secondo uno schema federale, come proposto segnatamente da alti dirigenti tedeschi''. Il peso delle opinioni di Germania, Francia, Gran Bretagna e dell'Italia del neoduce Berlusconi, che sgomita per dare più spazio all'imperialismo italiano, sarà superiore a quello degli altri.
Solo Prodi fa un passo indietro rispetto alla sua precedente proposta che voleva trasformare la Commissione in una specie di governo europeo con maggiori poteri degli attuali e a Bruxelles ha affermato che "la Commissione, se del caso, è pronta a cedere parte delle sue competenze'', se l'Unione riformata sarà in grado di assumere le sue responsabilità "su scala mondiale''. Per farlo è necessaria anche "una Costituzione che segni la nascita dell'Europa politica''.
Occorre far sentire "la voce forte dell'Europa'' nel mondo, sottolinea Giscard. Che spiega: "Se avremo successo, tra 25 o 50 anni, l'Europa avrà un nuovo ruolo nel mondo. Essa sarà rispettata e ascoltata, non soltanto come la potenza economica che già è, ma come una potenza politica che parlerà da pari a pari con le più grandi potenze del pianeta, esistenti o future, e che disporrà degli strumenti d'azione per affermare i suoi valori, garantire la sicurezza e svolgere un ruolo attivo nel mantenimento della pace internazionale''. Ovvero di contendere ad armi pari l'egemonia mondiale alla rivale superpotenza americana.

20 marzo 2002