Protestano i parenti delle vittime (La famigerata storia dell'Eternit)
Il comune di Casale svende la strage Eternit

La giunta comunale deve dimettersi

Che la stragrande maggioranza dei tumori maligni sia causato dal modo di produzione capitalistico basato sulla ricerca del massimo profitto è un'evidenza che la "scienza" borghese tenta in tutti i modi di occultare.
Per quanto riguarda l'eternit, materiale isolante a larghissima diffusione, il nesso causale con l'asbestosi, il mesotelioma e i carcinomi polmonari, è noto e accertato da almeno mezzo secolo.
Soltanto nel 2009 però è stato istruito a Torino un serio processo penale ai pescecani capitalisti che hanno provocato le stragi operaie causate dalle micidiali fibre di asbesto.
Alla sbarra, rinviati a giudizio per "disastro ambientale doloso permanente", ci sono il magnate svizzero Stephan Ernest Schmidheny, ex presidente del Cda e responsabile della gestione della società Eternit Spa di Casale Monferrato (in provincia di Alessandria) e di quelle affiliate, e il barone belga Jean Louis De Cartier de Marchienne, anch'egli ex amministratore delegato dell'azienda killer negli anni che vanno dal 1973 al 1986.
Stando al lungo elenco di morti depositato dai Pubblici ministeri (1.378 vittime accertate a Casale Monferrato, su una popolazione di 35mila abitanti, e quasi 3mila in tutta la provincia di Alessandria) i due avidi e disumani padroni hanno omesso reiteratamente e coscientemente di adottare misure fondamentali per la salute dei lavoratori (reato di "omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro") e cagionato "un disastro dai quali è derivato un pericolo per la pubblica incolumità". Il procuratore Raffaele Guariniello e il suo pool hanno chiesto, nel luglio 2011, 20 anni di reclusione per De Cartier e Schminey e tre pene accessorie: l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, l'incapacità di trattare con la Pubblica Amministrazione per tre anni e l'interdizione temporanea dalla direzione di imprese per dieci anni.
Il prossimo 13 febbraio è attesa presso il tribunale di Torino la sentenza di primo grado, sulla quale incombe il rischio della "prescrizione" dei reati.

No al colpo di spugna per i fabbricanti di morte
È accaduto così che, consigliato dai suoi avvocati (ben 25), Schmidheny ha offerto 18,3 milioni di euro di "risarcimento danni" al Comune di Casale con lo scopo palese di ottenere, con questa elemosina, il ritiro del Comune piemontese dalle costituite parti civili.
La viscida mossa "difensiva", per adesso, sembra avere raggiunto lo scopo, visto che il 17 dicembre scorso, alle 3 di notte (a causa delle numerose interruzioni dovute alle vibranti proteste da parte dei cittadini e dei parenti delle vittime che hanno assediato l'aula), il consiglio comunale di Casale ha varato una vergognosa delibera che accetta il misero indennizzo, approvandola con diciannove voti favorevoli e undici contrari. Ciò significa, è scritto, che il Comune non solo non è più parte civile al processo ma anche che rinuncerà a intraprendere future azioni legali nei confronti degli stessi imputati.
La Costituzione di parte civile del Comune era stata votata dalla giunta del precedente sindaco, Paolo Mascarino (1999-2009), poi deceduto improvvisamente lo scorso 17 agosto. Suo successore è il neo-podestà Giorgio Demezzi, sostenuto da PDL, Lega Nord e UDC, per il quale la delibera approvata serve ad "ottenere adesso il risarcimento, anziché aspettare la fine del processo che potrebbe richiedere molti anni. Questo denaro - promette - sarà investito nella bonifica e nella ricerca".
Di tutt'altro avviso è invece Bruno Pesce, responsabile del "Comitato Vertenza Amianto di Casale Monferrato" e anima dell'"Associazione Familiari Vittime Amianto", che ha così commentato la decisione della giunta e del consiglio comunale, avallata anche dalla giunta regionale Piemonte: "sparge sale su una ferita ancora apertissima. Tradisce i cittadini e le famiglie di Casale che ancora oggi stanno facendo i conti con quel disastro", aggiungendo: "dando il via libera a questo accordo si stanno fornendo oggettivamente delle attenuanti alla Eternit, una cosa quindi ingiustificabile per chi ha dovuto piangere dei morti". Si tratta in sostanza di un vero e proprio colpo di spugna, della svendita di tutte le stragi causate dalle aziende Eternit in Italia, in Europa e nel mondo.

Occorrono risarcimenti adeguati, condanne esemplari e bonifiche integrali
Va ricordato infatti che il Processo di Torino è il primo in assoluto che si celebra in Europa su questo argomento. Un processo dunque sul quale sono riposte molte attese e che potrebbe fare scuola a livello nazionale e internazionale, per il futuro.
Va ricordato che le parti civili che si sono costituite contro la fabbrica-killer sono 736 "persone fisiche", 29 enti, con in testa le associazioni delle vittime, regioni, come il Piemonte e la Campania, province e comuni dove erano collocati gli stabilimenti, alcuni sindacati, l'Inail e altri.
Va ricordato che alle prime udienze hanno significativamente partecipato, con i loro striscioni, anche i lavoratori e i familiari delle vittime della Thyssen Group.
Va ricordato che i danni economici richiesti agli imputati si aggirano sui 400 milioni di euro, ben più dei 18 elargiti dai padroni assassini.
Va ricordato che Schmidheiny furbescamente nel frattempo si è messo fuori da Eternit e si è riciclato come ambientalista, promotore e produttore di energie pulite e rinnovabili fino a diventare un consigliere di Clinton quando era alla Casa Bianca e presentarsi come relatore in conferenze organizzate dal Vaticano.
Va ricordato che sotto accusa dal punto di vista politico comincia ad esserci anche il neo-ministro della Salute, Renato Balduzzi che nel merito ha rilasciato la seguente ambigua dichiarazione: "sono disponibile ad incontrare il Comune e le associazioni in modo che, il più celermente possibile, sia completato il percorso di uscita dalla problematica".
Nell'esprimere quindi la nostra piena solidarietà a tutti i lavoratori e alle vittime dell'amianto il nostro auspicio è che il processo si faccia, il pm Guariniello possa andare avanti, la verità dei fatti, quanto mai evidenti, trionfi e i colpevoli siano condannati ed obbligati a pagare risarcimenti proporzionali all'entità dell'ecatombe causata e bonifiche integrali dei siti.
Visto che la svendita di una strage come quella dell'Eternit per un piatto di lenticchie è inaccettabile, il sindaco e la giunta di Casale Monferrato che hanno impunemente calpestato la volontà popolare, devono dimettersi!
Il governo della sanguisuga Monti deve assumersi le sue responsabilità e garantire che vengano immediatamente messi in sicurezza e bonificati integralmente tutti i treni, le navi, gli acquedotti, le scuole, le case, i piccoli manufatti dove è presente la fibra di amianto!
Più in generale per prevenire e ridurre l'incidenza dei tumori maligni causati dall'inquinamento ambientale, in Italia e nel mondo, occorre battersi per dire basta con il barbaro e velenoso sistema capitalistico, ci vuole un nuovo modo di produzione non più basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione: ossia il socialismo!

18 gennaio 2012